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Nel 1750 la biblioteca è stata aperta al pubblico e nel 1797 viene dichiarata Biblioteca nazionale della [[Repubblica Cisalpina]], arricchendosi in seguito di fondi provenienti da conventi e monasteri soppressi in età napoleonica.
 
La notizia dell’apertura della Biblioteca Queriniana arrivò in tutt’Europa diventando, in poco tempo, meta di letterati e cultori dell’arte durante i grand tour. Nella Biblioteca infatti non erano presenti solo i 15000 volumi lasciati dal Querini, ma anche avori antichi, dittici , stampe, quadri, medaglie e globi.
Le stanze al piano terra erano sede delle più alte Accademie della città: l’Accademia di belle arti, di fisica sperimentale, di storia naturale e di Agricoltura.
 
 
Nel [[XX secolo]] sono confluiti in questa biblioteca numerosi lasciti e librerie private, tra queste quelle dei [[Martinengo (famiglia)|Martinengo da Barco]], [[Lechi (famiglia)|Lechi]], [[Giuseppe Zanardelli|Zanardelli]], Di Rosa, Alessandro Sina e [[Paolo Guerrini]].
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La biblioteca fu realizzata dall'architetto Giovanni Battista Marchetti con l'aiuto del figlio Antonio ed è costituita da un ampio salone rettangolare, preceduto da due salette per la consultazione dei libri e seguito da altrettante.
Al salone e alle salette si accede salendo uno scalone marmoreo, che conduce all'atrio affrescato nel XVIII secolo da [[Pietro Scotti]] e Enrico Albrizzi, dove si può ammirare il busto in marmo del cardinale Querini realizzato dallo scultore [[Antonio Calegari (scultore)|Antonio Calegari]]. Quest'ultimo, in collaborazione con Antonio Ferretti, è l'autore anche delle statue delle muse poste all'esterno sulla sommità dell'edificio.
 
==Decorazione==
L’affresco del salone rappresenta tre oculi, quello centrale circolare mentre i due laterali sono rettangolari, aperti su un cielo azzurro con nuvole bianche. Vi è poi la presenza di mensoloni, volute e cornicioni finemente arricchiti da festoni di fiori e foglie. L’elemento naturalistico è inoltre riscontrabile anche nei due medaglioni, incorniciati da finti stucchi, raffiguranti due paesaggi monocromatici.
 
La Biblioteca Queriniana oggi si presenta come un edificio dall’aspetto nobile, ma modesto e austero. La parte della facciata esterna, quella che dà sulla strada e corrispondente al salone storico (secondo piano, parte centrale), è arricchita da finestroni, dei quali i laterali ciechi, racchiusi da coppie di lesene con capitelli di ispirazione ionica e aperture a lunetta nell’attico. Sulle cornici delle finestre sono incise le iniziali A.M.C.Q, ovvero Angelo Maria Cardinale Querini.
La facciata interna, che dà sul giardino vescovile, è nettamente più sontuosa e “compiuta”. L’edificio è diviso in due ordini ed è sormontato da una terrazza rettangolare ornata da statue realizzate da Antonio Ferretti, Giovanni Battista Robustelli e Alessandro Calegari. Le opere raffigurano Apollo Citaredo e le allegorie delle scienze e delle arti (Arte del Disegno o Geometria; Astronomia; Teologia; Filosofia; Medicina; Giurisprudenza; Geografia).
 
Gli interni comprendono un atrio e cinque ambienti, tutti adibiti a sale studio. Le prime due sale e il salone hanno soffitti a volta affrescati, le ultime due sale hanno invece soffitto piano con travi dipinte e un fregio nella parte alta delle pareti.
 
==Patrimonio documentario==
 
==Emeroteca Queriniana==
 
 
==Bibliografia==