Guglielmo I d'Inghilterra: differenze tra le versioni

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Si dovette attendere il pontificato di [[Papa Niccolò II|Nicola II]], nel [[1059]], perché la coppia fosse assolta, a prezzo tuttavia d'una penitenza: quella di fondare due monasteri benedettini a [[Caen]]. Furono così costruite l'abbazia detta ''[[Abbazia degli uomini|degli uomini]]'', dedicata a [[Stefano protomartire|Santo Stefano]] e l'abbazia detta ''[[Abbazia delle donne|delle donne]]'', dedicata alla [[Trinità (cristianesimo)|Santa Trinità]].
 
Nel [[1055]], l'[[Arcidiocesi di Rouen|Arcivescovo di Rouen]], Mauger fu deposto con l'accusa di essere un prelato troppo mondano, dal concilio convocato a [[Lisieux]] da Guglielmo,<ref name="corbett"/> e al suo posto vi fu insediato [[Maurilio (santo)di Rouen|Maurilio]].
 
Il matrimonio con Matilde saldò così un'alleanza fra i due più potenti principati del nord della Francia. Il re di Francia, Enrico I, temendo questa alleanza tra Normandia e Fiandre, mutò ben presto la sua politica amichevole nei confronti di Guglielmo; infatti, fatta la pace col conte d'Angiò, Goffredo II Martello, insieme invasero la Normandia due volte, nel [[1054]] e ancora nel [[1058]], ma in entrambe le occasioni Enrico subì delle cocenti sconfitte<ref name= Corb/>: la prima volta a [[Mortemer (Senna Marittima)|Mortemer]] non lontano da [[Aumale]]; la seconda a [[Varaville]], presso la foce del [[Dives (fiume)|Dives]]<ref name= Corb/>. La guerra proseguì ancora per poco e poi fu intavolata una trattativa di pace, nel corso della quale Enrico I morì (4 agosto [[1060]])<ref name= Corb/>. Nel frattempo, nel corso del [[1056]], Guglielmo riuscì a riportare nel Maine il conte del Maine, Eriberto II, che si era rifugiato in Normandia, perché scacciato dalla sua contea da Goffredo II Martello d'Angiò<ref name= Corb/>; e, siccome Erberto II non aveva eredi, stipulò un contratto di fidanzamento tra suo figlio (di pochi anni) [[Roberto II di Normandia|Roberto]] e Margherita, la sorella di Eriberto, con la clausola che, alla morte di Eriberto II, sempre senza eredi, il futuro genero, Roberto avrebbe ereditato la contea<ref name= Corb/>.<br />Nel [[1062]], alla morte di Erberto II<ref name=Ruyensis>{{la}} [http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k501306/f624.image#ES Rerum Gallicarum et Francicarum Scriptores, tomus XII, Ex Chronico Ruyensis Cœnobii, anno 1062, Pag 563]</ref>, ancora senza eredi, Guglielmo, contro la volontà popolare<ref>I nobili della [[Maine (provincia)|contea del Maine]], elessero conti del Maine, [[Biota del Maine]] († ca. [[1064]]), figlia di [[Eriberto I del Maine|Eriberto I detto ''Evigilans canis'' (Cane Sveglio)]], e suo marito, [[Gualtiero III del Vexin|Gualtiero I]] († ca. 1064), conte del [[Vexin]] e di [[Amiens]].</ref>, occupò il Maine a nome di Margherita e Roberto<ref name= Corb>William John Corbett, ''L'evoluzione del ducato di Normandia e la conquista normanna dell'Inghilterra'', cap. I, vol. VI, pag. 22</ref>, e, dopo aver fatto imprigionare i successori di Eriberto, [[Biota del Maine]] († ca. [[1064]]), figlia di [[Eriberto I del Maine|Eriberto I detto ''Evigilans canis'' (Cane Sveglio)]], e suo marito, [[Gualtiero III del Vexin|Gualtiero I]] († ca. [[1064]]), conte del [[Vexin]] e di [[Amiens]] (secondo Orderico Vitale Biota e Gualtiero morirono avvelenati<ref name=Historia>{{la}} [http://books.google.it/books?id=DPgUAAAAQAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=true#ES Historia Ecclesiastica, vol. II, liber III, cap. VIII, pag. 103]</ref>), continuò a occupare la contea anche dopo la morte di Margherita<ref name= Corb/>, avvenuta nel [[1063]]<ref name=Maine>{{fr}} [http://www.francebalade.com/maine/ctmaine.htm#rorgonides: #ES Les Seigneurs du Maine: La deuxième Maison du Maine]</ref>, senza essersi ancora sposata (Orderico Vitale ricorda che Margherita quando morì, non era ancora in età da marito<ref name=Histori>{{la}} [http://books.google.it/books?id=DPgUAAAAQAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=true#ES Historia Ecclesiastica, vol. II, liber III, cap. VIII, pag. 104]</ref>).