Concilio Vaticano II: differenze tra le versioni
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La diversità non era più rappresentata dalle sole Chiese cattoliche di [[Chiesa cattolica uniate|rito orientale]], ma anche dalle Chiese [[America Latina|latino-americane]] e [[africa]]ne, che chiedevano maggiore considerazione per la loro "diversità". Non solo: al Concilio parteciparono per la prima volta, in qualità di osservatori, anche esponenti delle altre confessioni cristiane diverse da quella cattolica, come ad esempio quelle ortodosse e protestanti.
Tuttavia, Giovanni XXIII e Paolo VI affermarono che il concilio non avrebbe dovuto proclamare nessuna nuova verità dogmatica cui credere sotto pena di peccato e tale da necessitare dell'assistenza infallibile dello Spirito Santo.<ref>{{cita web|url=http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3864_Nitoglia_Fatto_dogmatico_Bergoglio_e_papa.html|titolo=Realtà e validità di un Concilio Ecumenico|autore=don [[Curzio Nitoglia]]|citazione=- Cfr. GIOVANNI XXIII, ''Allocuzione nella solenne inaugurazione del Concilio'', 11 ottobre 1962: PAOLO VI, ''Omelia durante la IX Sessione del Concilio'', 7 dicembre 1965, ripetuta il 16 gennaio 1966; J. RATZINGER, ''Discorso alla Conferenza Episcopale Cilena'', Santiago del Cile, 13 luglio 1988, in “Il Sabato”, n.° 31, 30 luglio-5 agosto 1988: «Il Concilio Vaticano II si è imposto di non definire nessun dogma, ma ha scelto deliberatamente di restare ad un livello modesto, come semplice Concilio puramente pastorale».}}</ref> Il 7 dicembre 1965 [[Paolo VI]] dichiarò:<ref>{{Cita web|url=https://alleanzacattolica.org/qual-e-lautorita-dottrinale-dei-documenti-pontifici-e-conciliari/|titolo=QUAL È L'AUTORITÀ DOTTRINALE DEI DOCUMENTI PONTIFICI E CONCILIARI?|autore=Alleanza Cattolica|sito=Alleanza Cattolica|data=1975-02-11|lingua=it-IT|accesso=2024-06-25}}</ref>
{{quote|Il Magistero della Chiesa non ha voluto pronunciarsi con sentenze dogmatiche straordinarie|Paolo VI, 7 dicembre 1965, in ''Insegnamenti di Paolo VI, vol. III, Roma 1966, p. 722}}
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