Minigonna: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Ortografia |
Ortografia |
||
Riga 100:
sia per l'impressione di essere oggetti plasticosi o "'''dolly birds'"''<ref>Termine inglese che significa "giovane donna sexy", ma che può avere valenza denigratoria, indicando una donna vestita in maniera eccessivamente provocante, si veda {{en}}[http://www.sex-lexis.com/Sex-Dictionary/dolly+bird la definizione] su sex-lexis.com</ref>, che rischiavano di suscitare le ragazze vestite in minigonna e soprabito [[Mackintosh]] di [[PVC]] (l'accoppiata dettata dalla moda del periodo).<ref>Christopher Booker, ''The Seventies: portrait of a decade'', Penguin Books Ltd, 1980, ISBN 978-0-14-005783-6</ref>
Un
In questo periodo, con l'eclissarsi della minigonna, si diffonde la moda degli [[short]] (letteralmente "''corto''"), spesso di jeans, come quelli indossati dall'attrice [[Catherine Bach]] nella serie televisiva [[Hazzard]] (1979-1985), che divennero noti proprio come ''Jeans Daisy-Duke'' (dal nome del suo personaggio<ref>Come raccontato dalla stessa attrice Catherine Bach (inizialmente restia ad usare un simile capo di abbigliamento) in un'intervista dell'ottobre 1981, a convincerla ad a girare le scene in cui lavora come cameriera con pantaloncini così ridotti, fu proprio lo scoprire che le divise delle vere cameriere dei ristoranti comprendevano minigonne altrettanto corte ("''Indossavano tutte delle piccole minigonne che arrivavano alla tovaglia!''"). Si veda {{cita web|lingua=en|url=https://news.google.ca/newspapers?id=3VYuAAAAIBAJ&sjid=QdoFAAAAIBAJ&pg=4352,2540768&dq=catherine+bach&hl=en |titolo= Catherine Bach Defends the Dukes|editore=Beaver Country Times |accesso= 15 agosto 2014|data=11 ottobre 1981}}</ref>) e degli [[hot pants]]<ref name="FrancoAngeli">Daniele Pittèri, ''L'intensità e la distrazione. Industrie, creatività e tattiche nella comunicazione'' - Volume 16 di Cultura della comunicazione, [[FrancoAngeli]], 2006, ISBN 978-88-464-7300-4, [http://books.google.it/books?id=_kE1g8u3NxAC&pg=PA124&dq=Mary+Quant+1965&lr=&cd=13#v=onepage&q=Mary%20Quant%201965&f=false p. 124]</ref> (anche questi ultimi vedono tra i loro inventori la stilista Mary Quant<ref name="Masi">Carlo Masi, ''Love generation: l'amore al tempo degli hippies'' - Volume 28 di Contatti Nuova serie, [[Castelvecchi]], 2005, ISBN 978-88-7615-087-6 [http://books.google.it/books?id=3qs4M_JYbkUC&pg=PA118&dq=Mary+Quant+minigonna&lr=&as_drrb_is=q&as_minm_is=0&as_miny_is=&as_maxm_is=0&as_maxy_is=&as_brr=3&cd=8#v=onepage&q=Mary%20Quant%20minigonna&f=false p. 118]</ref>): entrambi scoprivano le gambe come, se non più, delle minigonne, ma risultavano più pratici in quanto permettevano una maggiore libertà di movimento, oltre a proteggere e coprire maggiormente la zona intima. Nel tempo ci furono anche dei tentativi di unificare i due indumenti, [[Gianni Versace|lo stilista Versace]] per esempio provò ad introdurre abiti dotati sì di gonna corta, ma da indossare sopra a dei (parzialmente visibili) pantaloncini<ref>[[Natalia Aspesi]], a cura di [[Andrea Gentile (scrittore)|Andrea Gentile]] e [[Aurelio Pino]], ''Festival e funerali: dai costumi ai malcostumi: una storia italiana'', [[Il Saggiatore (casa editrice)|Il Saggiatore]], 2011, ISBN 978-88-428-1653-9, [http://books.google.it/books?id=y50YywapoIsC&lpg=PA139&dq=minigonna&hl=it&pg=PA148#v=onepage&q&f=false pp. 148-149]</ref>.
|