Isabella d'Este: differenze tra le versioni
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I coniugi furono patroni di [[Ludovico Ariosto]] mentre questi stava scrivendo l{{'}}''[[Orlando Furioso]]'' ed entrambi furono molto influenzati da [[Baldassare Castiglione]], autore de ''[[Il Cortegiano]]'', un modello di decoro aristocratico per duecento anni. Ospitò presso la sua corte anche il poeta [[Matteo Bandello]]. Fu su suo suggerimento che [[Giulio Romano]] venne convocato a Mantova per ampliare il castello e altri edifici. Sotto gli auspici di Isabella la corte di [[Mantova]] divenne una delle più acculturate d'Europa. Tra i tanti importanti artisti, scrittori, pensatori e musicisti che vi giunsero ci furono [[Raffaello Sanzio]], [[Andrea Mantegna]], e i compositori [[Bartolomeo Tromboncino]] e [[Marchetto Cara]]. Isabella venne ritratta due volte da [[Tiziano]], e il disegno di [[Leonardo da Vinci]] che la ritrae (preparatorio per un dipinto a olio scomparso e attribuito al maestro, poi ritrovato in un caveau di una banca svizzera il 10 febbraio 2015<ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2015-02-10/i-carabinieri-sequestrano-svizzera-dipinto-leonardo-110304.shtml?uuid=ABtfIHsC Il Sole24ore. È di Isabella d'Este il ritratto di Leonardo sequestrato in Svizzera.]</ref>) e che eseguì a Mantova nel [[1499]], è esposto al [[Museo del Louvre|Louvre]].
[[File:Allégorie de la cour d'Isabelle d'Este, Costa (Louvre INV 255) 01.jpg|thumb|[[Lorenzo Costa il Vecchio|Lorenzo Costa]], ''[[Isabella d'Este nel regno di Armonia]]'', [[Museo del Louvre]], [[Parigi]], 1505.]]
Non tutti i letterati di cui si circondava Isabella erano graditi al marito Francesco: il rinomato poeta [[Vincenzo Calmeta]], migrato a Mantova dopo la morte dell'amata [[Beatrice d'Este|Beatrice]], di cui era segretario, e carissimo anche alla cognata [[Elisabetta Gonzaga|Elisabetta]], finì addirittura con l'esserne perseguitato, sebbene rimanga oscuro quale imperdonabile sgarbo avesse egli commesso per guadagnarsi l'odio implacabile del marchese. Quest'ultimo scriveva alla sorella Elisabetta nel 1507: "io non potria sentire né ricever il magior dispiacer che vedermi ricerchato [raccomandato] da V. S. [Vostra Signoria] in favore de Vincentio Calmetta, quale non sento nominare senza mio gran disturbo et molto fastidio, per causa ho de non volerli bene [...] et sij certa che alla sua prima [lettera] non feci resposta solum per l'odio [che] porto ad esso Vincentio". E in rimprovero al fratello [[Sigismondo Gonzaga|Sigismondo]]: "Circa il Calmetta non posso già far che non me resenti [risenta] alquanto, perché una persona tanto odiata da noi, quanto è il Calmetta, sia accarezata et ben vista da quelloro [coloro] che mi doverieno [dovrebbero] amare, et odiar quelli che odio e non tenirne tanto conto". Secondo [[Alessandro Luzio]], già prima del 1502 Vincenzo si pavoneggiava del favore accordatogli da Isabella.<ref name=":22">[https://www.google.it/books/edition/Mantova_e_Urbino/ezzczUKkbx8C?hl=it&gbpv=0 Mantova e Urbino: Isabella d'Este et Elisabetta Gonzaga nelle relazioni famigliari e nelle vicende politiche: Narrazione storica documentata], Alessandro Luzio, 1893, pp. 97-102.</ref> Secondo Stephen Kolsky, l'odio del marchese non sarebbe derivato da gelosia ma, al contrario, da una difesa della moglie e della sorella, le quali sarebbero state infamate da Vincenzo: in seguito alle feste ferraresi per le nozze di Lucrezia Borgia con [[Alfonso I d'Este|Alfonso d'Este]] fu diffusa una lettera, proveniente dall'Accademia romana e diretta proprio alle due donne, in cui Isabella era descritta come una mangiona, avida e sciatta che, pur avendo quasi trent'anni, si conciava in modo tale da volere sembrare
Fu ella stessa una brillante musicista, e riteneva gli strumenti a corda, come il [[liuto]], superiori ai fiati, che lei associava al vizio e al conflitto; considerava inoltre la poesia incompleta finché non veniva trasposta in musica, e cercò i più abili compositori dell'epoca per tale "completamento". Si dedicò al gioco degli [[scacchi]] tanto che il grande matematico rinascimentale [[Luca Pacioli]], nel dopo la conquista del [[Ducato di Milano]] nel 1499 da parte del [[re di Francia]] [[Luigi XII]] ed essendo lo stesso Pacioli in compagnia di [[Leonardo da Vinci]] fuggito e riparato a [[Mantova]], scrisse e le dedicò il manoscritto ''[[De ludo scachorum]]'', detto "Schifanoia", opera per secoli ritenuta persa e solo nel 2006 ritrovata presso la biblioteca [[Palazzo Coronini Cronberg|Coronini Cronberg]] di [[Gorizia]] dal bibliologo Duilio Contin.
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