Brescello: differenze tra le versioni

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=== Medioevo ===
Attorno al [[584]] Brescello, tenuta dai [[Bizantini]] guidati dal generale [[Longobardi|longobardo]] [[Droctulfo]], venne assediata dalle truppe del re [[Autari]]. Gli assediati riuscirono a sfuggire al massacro con un'improvvisa sortita, ma la città venne rasa al suolo. In seguito venne di nuovo riconquistata dai Bizantini che distrussero quel che rimaneva. Furono poi anni di oblio, soggetta alle devastanti piene del Po, circondata da paludi malsane, Brescello venne conquistata dal [[Parma|Comune di Parma]] nel [[XII secolo]]. Nel [[1247]] venne saccheggiata dalle truppe di [[Enzo di Sardegna|Re Enzo]]. Dal [[1409]] al [[1422]] soggiacque alla [[Repubblica di Venezia]], e poi tornò sotto il controllo dei [[Visconti]]. Nel 1426 fu assediata sia via terra sia tramite il Po dai veneziani.<ref>{{Cita libro|autore=Fabio Romanoni|titolo=La guerra d’acqua dolce. Navi e conflitti medievali nell’Italia settentrionale|url=https://www.academia.edu/100479472/La_guerra_d_acqua_dolce_Navi_e_conflitti_medievali_nell_Italia_settentrionale|anno=2023|editore=CLUEB|città=Bologna|lingua=it|p=63|ISBN=978-88-31365-53-6}}</ref>. Nel [[1479]], [[Ludovico il Moro]] signore di [[Milano]], la cedette al [[duchi di Ferrara|duca di Ferrara]] [[Ercole I d'Este]] in cambio di [[Castelnuovo Scrivia|Castelnuovo di Tortona]]. Incominciò così la lunga dominazione estense, durata fino al [[1859]].
 
=== Età moderna ===
Su volontà del duca [[Alfonso II d'Este]], nel [[1555]] Brescello venne fortificata con una munitissima cinta pentagona.<ref>{{Cita libro|nome=Remigio|cognome=Crespellani|titolo=Cenni storici intorno Brescello e sua zecca|url=https://books.google.com.br/books?id=cXRBAQAAMAAJ&pg=PA12&dq=Camillo+Caula&hl=pt-BR&sa=X&ved=0ahUKEwikko-AlMPcAhVIlpAKHcLJBl04UBDoAQhmMAk#v=onepage&q=Camillo%20Caula&f=false|accesso=2018-07-29|data=1865|editore=Tip. di Antonio ed Angelo Cappelli|lingua=it}}</ref> L'importanza della piazzaforte era dovuta al fatto che essa era posta esattamente al confine tra alcuni dei più importanti stati del nord Italia, ossia il [[Ducato di Ferrara]], il [[Ducato di Parma e Piacenza]] e il [[Ducato di Mantova]]. Nel [[1702]] venne saccheggiata dalle truppe franco-spagnole nel corso della [[guerra di successione spagnola]]. L'anno successivo le possenti fortificazioni vennero smantellate. Nel [[1847]], con la firma del [[trattato di Firenze (1844)|trattato di Firenze]] alcune frazioni del Ducato di Parma e Piacenza, poste sulla sponda destra dell'Enza, come [[Coenzo a Mane]], San Giorgio e [[Sorbolo a Levante|Sorbolo a Mane]], passarono al [[Ducato di Modena e Reggio]], di cui Brescello faceva parte.
 
=== Età contemporanea ===
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=== Presenza della 'Ndrangheta calabrese e scioglimento per mafia ===
Su richiesta della [[Direzione distrettuale antimafia]] di [[Bologna]] e per ordine del presidente del Tribunale del capoluogo reggiano, l'8 novembre 2013, nell'ambito dell'indagine "Edilpiovra"<ref>{{Cita web |url=http://www.gazzettadiparma.it/news/provincia/99169/-Ndrangheta--sequestrati-a-Brescello.html |titolo='' 'Ndrangheta: sequestrati a Brescello beni per 3 milioni del fratello del boss'' Fonte: Gazzetta di Parma |accesso=5 luglio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140714200209/http://www.gazzettadiparma.it/news/provincia/99169/-Ndrangheta--sequestrati-a-Brescello.html |dataarchivio=14 luglio 2014 |urlmorto=sì }}</ref>, i Carabinieri hanno eseguito una vasta operazione che ha portato al sequestro di svariati beni per un valore di tre milioni di euro, beni appartenenti o riconducibili proprio a [['Ndrina Grande Aracri|Francesco Grande Aracri]], fratello del boss Nicolino Grande Aracri soprannominato “Mano di gomma”. In particolare sono stati sottoposti a sequestro: 16 [[conto corrente|conti correnti]], [[deposito bancario|depositi bancari]], due società del [[Edilizia|settore edile]], sei [[appartamento|appartamenti]], nove immobili commerciali, due veicoli e un terreno. Francesco Grande Aracri arriva in [[provincia di Reggio Emilia]] dopo i primi insediamenti malavitosi, incominciati con Dragone nel [[1982]] in soggiorno obbligato, ufficialmente bidello. Negli [[anni 1990|anni novanta]] vengono uccisi Antonio Simbari ([[imprenditore]] [[edilizia]] cutrese, residente nel mantovano) sia Raffaele Dragone (il figlio del [[Mafia|boss]]). [[Gazzetta di Reggio|I giornali locali]] negli ultimi anni riportano il bollettino quotidiano delle [[faida|faide]], dei sequestri di beni, degli [[arresto|arresti]] e degli [[omicidio|omicidi]] della 'Ndrangheta in Emilia.<ref>{{cita web|url= http://www.blitzquotidiano.it/foto-notizie/brecello-da-don-camillo-francesco-grande-aracri-ndrangheta-cutro-emilia-1731299/#comment-350652 |titolo= Brescello, da Don Camillo a Francesco Grande Aracri: la ‘ndrangheta da Cutro all’Emilia |autore= Gianluca Pace |data= 29 novembre 2013 |sito= Blitzquotidiano }}</ref> Il 20 aprile [[2016]] il [[Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|consiglio dei ministri]] ha deliberato lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, divenendo così il primo comune dell'[[Emilia-Romagna]] a essere sciolto per motivi di mafia.<ref>{{cita web|titolo=Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 113|editore=Governo Italiano|url=http://www.governo.it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-113/4529|data=2016-04-20}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2016/04/20/sciolto-per-mafia-brescello-il-comune-di-don-camillo-e-peppone_742b3bbf-528b-4534-ab7a-c616ee6bcabc.html|titolo=Sciolto per mafia il Comune di Brescello, paese di don Camillo e Peppone|sito=ANSA|data=2016-04-20}}]</ref>.
 
=== Simboli ===
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=== Etnie e minoranze straniere ===
Al 31 dicembre 2023 i residenti stranieri sono 739, pari al 13,32% della popolazione.<ref>{{cita web|url=https://demo.istat.it/app/?i=P03&l=it}}</ref>|titolo=
Bilancio demografico popolazione straniera}}</ref>
 
== Cultura ==