Marco Atilio Regolo: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Prima guerra punica}}
[[File:Sigismondo nappi, la partenza di attilio regolo.jpg|miniatura|250x250px|[[Sigismondo Nappi]], ''La partenza di Attilio Regolo per Cartagine'', 1826, olio su tela, 230 x 164 cm]]
Quando Atilio Regolo viene eletto console per la seconda volta, Roma è in guerra con [[Cartagine]] già da otto anni; in Sicilia, Roma, con [[Manio Valerio Massimo Messalla|Valerio Messalla]] aveva conquistato [[Messina]], aveva vinto e portato dalla sua parte [[Gerone II]], [[tiranno di [[Siracusa]], aveva assediato ed espugnato [[Agrigento]] in cui a stento si era salvata la guarnigione cartaginese, aveva subito una sconfitta navale alle isole [[Isole Eolie|Lipari]] dovuta soprattutto all'imperizia di [[Gneo Cornelio Scipione Asina]] e riportato una successiva vittoria di [[Gaio Duilio]] nelle acque di [[Milazzo]], aveva, infine, sbarcato [[teste di ponte]] in [[Sardegna]] e [[Corsica]] le cui coste erano sotto il controllo punico.
 
Le isole maggiori sembravano saldamente sotto controllo e il [[Senato]] decise di portare la guerra sulle coste dell'[[Africa]] invadendo le colonie cartaginesi.
 
Fu costruita una grande flotta (si parla di 340/360 navi con 140.000 uomini fra soldati e marinai) sia per il trasporto delle truppe e dei rifornimenti sia per la protezione dei convogli. Cartagine cercò di fermare questa operazione con una flotta altrettanto potente (circa 350 navi con 150.000 marinai). Le due flotte si scontrarono a [[Battaglia di Capo Ecnomo|Capo Ecnomo]], per [[Polibio]] la più grande battaglia navale dell'antichità.
 
Autori come [[Valerio Massimo]] e [[Lucio Anneo Seneca]] raccontano che durante l'inverno del 255 a.C., poco dopo che l'esercito romano era sbarcato nei pressi di [[Clypea]] (o [[Clupea]]), i legionari si imbatterono in un gigantesco serpente, immune ai dardi che i legionari scagliavano contro di esso. Dato che aveva ucciso alcuni soldati, nessuno aveva il coraggio di andare a prendere acqua nel fiume, così Regolo ordinò di colpire il mostro con baliste e catapulte. La pelle del serpente, lunga centoventi piedi (circa trentasei metri) venne portata a Roma, dove suscitò scalpore. Il poeta latino [[Silio Italico]] racconta la vicenda nel ''[[Punica (poema)|Punica]]'', opera epica incentrata sulle guerre puniche
 
==Vittoria e sconfitta==