Song to a Seagull: differenze tra le versioni

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* ''Michael from Mountains'' fu inciso per la prima volta da [[Judy Collins]] nel suo album del 1967 ''[[Wildflowers (Judy Collins)|Wildflowers]]''.<ref>{{Cita|George-Warren e Romanowski|p. 657}}.</ref> Il testo è scritto in seconda persona e i versi sono pertanto coniugati al tempo presente.<ref>{{Cita|Whitesell|p. 52}}.</ref> Il brano fu composto dopo la relazione fra Joni Mitchell e Michael Durbin;<ref>{{Cita|Weller|p. 275}}.</ref> l’anno successivo [[Ralph McTell]] pubblicò un album la cui prima traccia, in risposta alla folksinger canadese, si intitolava ''Michael in the Garden'', ma i protagonisti dei due brani sono tra loro profondamente diversi.<ref name="Hinton">{{Cita|Hinton|p. 77}}.</ref> La canzone venne eseguita al Gaslight South di Miami da una Mitchell esordiente; fra gli spettatori si trovava David Crosby che rimase talmente colpito dall’esecuzione da indurlo a convincere la giovane a trasferirsi con lui in California.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 69}}.</ref>
 
* ''Night in the City'', ècomposta unnel 1966 come inno aal paesaggio urbano di Toronto,<ref>{{Cita|Mercer|p. 83}}.</ref> vuole anche essere una difesa del quartiere bohémien di Yorkville che alcuni benpensanti della dimetropoli Torontocanadese denigravano con accuse ai giovani anticonformisti lì residenti, e si distingue per il vivace ritmo di swing a confronto con i toni delicati ed elegiaci di gran parte dei brani che compongono l’album.<ref>{{Cita|Weller|p. 220}}.</ref> La vivacità è data, oltre che dal ritmo, anche dalla presenza al basso di [[Stephen Stills]] – che si trovava in un’altra sala degli studi di registrazione dei Sunset Studio con i [[Buffalo Springfield]].<ref>{{Cita|Yaffe|p. 79}}.</ref> Il brano è caratterizzato dalla sovraincisione del pianoforte suonato dalla folksinger.<ref>{{Cita|Hinton|p. 76}}.</ref>
 
* ''Marcie'' risente delle influenze di [[Leonard Cohen]] e in particolare del brano ''[[Suzanne (brano musicale)|Suzanne]]'', come ammette la stessa Mitchell.<ref>{{Cita|Mercer|pp. 100-101}}.</ref> Originariamente la composizione era intitolata ''Portrait in Red and Green'' o alternativamente ''Ballad in Red and Green'' e il cromatismo di quei titoli e dei versi dà conto dell’inclinazione pittorica della cantautrice.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 57}}.</ref> La protagonista della ballata è nella realtà un’abitante di Londra, ma la descrizione vuole rappresentare la stessa compositrice che, a suo dire, si identifica in tutte le canzoni dell’album.<ref>{{Cita|Hinton|p. 75}}.</ref>
 
* ''Nathan La Franeer'' denunzia la disumanizzazione del paesaggio urbano<ref>{{Cita|Whitesell|p. 133}}.</ref> visto attraverso una corsa in taxi che percorre le vie di New York in direzione dell’aeroporto. La cupezza dei versi è accresciuta dalla lugubre sirena di una macchina della polizia, unica sovraincisione non strumentalemusicale dell’album.<ref>{{Cita|Hinton|pp. 76 e 78}}.</ref>
 
* ''Sisotowbell Lane'' rappresenta la contrapposizione fra città e campagna e il desiderio da parte di una generazione di fare ritorno all’Eden,<ref>{{Cita|Hinton|p. 78}}.</ref> e descrive un rifugio campestre senza soffermarsi sui particolari, a differenza dei testi dettagliati di altre canzoni; è strutturata con una progressione armonica semplice sui cui accordi la folksinger innesta strutture originali.<ref>{{Cita|Whitesell|p. 129}}.</ref> Come in altri casi di parole create dalla fantasia di Joni Mitchell, ‘Sisotowbell’ è un acronimo per “Somehow, in spite of troubles, ours will be ever lasting love”.<ref>{{Cita web|lingua=|url=https://www.jonimitchell.com/music/song.cfm?id=16|titolo=Sisotowbell Lane|editore=''Joni Mitchell Official Website''|data=|accesso=5 agosto 2024|autore=}}</ref>
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* ''Song to a Seagull'' è anch’essa autobiografica: nella sua vita cittadina Joni Mitchell si descrive vulnerabile, solitaria, sentendosi come Robinson Crusoe dopo un naufragio.<ref>{{Cita|Weller|p. 45}}.</ref> Inizialmente la narratrice saluta il gabbiano e nel ritornello si congiunge al volo dello stormo che fugge dall’incomprensione dell’uomo. Joni Mitchell si concentra in particolare sulla sfida alla legge di gravità e sulla sua scomparsa volando fuori dalla vista e superando i confini della propria esistenza mondana,<ref>{{Cita|Whitesell|p. 104}}.</ref> allontanandosi in tal modo da una società che spersonalizza e ritornando al proprio elemento naturale.<ref>{{Cita|Morbiducci e Scarafoni|pp. 45-46}}.</ref>
 
* ''Cactus Tree'' venne composta dopo che Joni Mitchell aveva assistito al documentario ''[[Dont Look Back]]'' in cui il regista [[D. A. Pennebaker|Donn Alan Pennebaker]] aveva ripreso Dylan nel suo tour britannico.<ref>{{Cita|Yaffe|p. 80}}.</ref> La cantautrice dedica la prima strofa a David Crosby, la seconda è rivolta a Michael Durbin e la terza è indirizzata all’ex marito Chuck Mitchell;<ref>{{Cita|Weller|p. 248}}.</ref> una rievocazione redatta in terza persona delle sue storie d’amore più profonde ripercorse con nostalgia ma con lo sguardo rivolto al futuro e alla propria indipendenza sentimentale,<ref>{{Cita|Whitesell|p. 203}}.</ref> tema che costituirà il filo conduttore di tutti i suoi album.<ref>{{Cita|Morbiducci e Scarafoni|p. 44}}.</ref>
 
== Tracce ==