Belmoro: differenze tra le versioni

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'''''Belmoro''''' è un [[romanzo]] [[fantascienza|fantascientifico]] [[Distopia|e distopico]] di [[Corrado Alvaro]]. Pubblicato postumo nel 1957, un anno dopo la scomparsa dell'autore.
 
== Trama ==
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Belmoro è stato ritenuto «il romanzo più originale di Alvaro, per argomento e per struttura narrativa»<ref>{{Cita libro|autore=M. L. Cassata|titolo=Corrado Alvaro|data=1974|editore=Le Monnier|città=Firenze|p=84}}</ref>.
 
Un romanzo distopico ambientato nel nuovo mondo nato dalla catastrofe atomica e dagli orrori della [[terza guerra mondiale]]. Un mondo retto da un ordine tecnocratico in grado di plasmare le idee e i sentimenti degli uomini. Il suo nome è ''Opera Mundi''. E la sua capitale mondiale è Energheiton:   una realtà disumanizzata nella quale la vita è scandita dai diktat della tecnocrazia.
 
In ''Opera mundi'' anche le pulsioni dell’anima sono osteggiate. Tutto è governato dalle leggi della [[tecnocrazia]] e del mercato.  Anche la riproduzione è amministrata da [[Eugenetica|politiche eugenetiche]]. I più ricchi si affidano alla fecondazione artificiale. Le debolezze umane, l’infelicità e la miseria appartengono esclusivamente a coloro che, fuori da questo sistema, vivono ai margini della società, disprezzati e perseguitati. Solo Magnitudo (probabilmente Roma, una città in bilico tra un glorioso passato e un’incalzante e sempre più feroce modernità) e la regione di Lipona (Lisbona o secondo altri Napoli visto l’anagramma sotteso alla parola) provano a resistere ai diktat dell’Ordine Mondiale, perpetuando passioni, virtù e vizi del passato.
 
Belmoro   (questo il nome che gli viene dato dalla famiglia contadina che per prima lo accoglie sulla Terra) è una creatura extraterrestre, scaraventata tra gli uomini da un altro mondo. Un diciottenne senza sentimenti, senza storia, senza memoria: ricorda solo di provenire dal cielo. Quanto basta per scatenare l’incredulità fra i detentori del sapere e della tecnica, l’ottusità della gente, lo sberleffo dei vertici della polizia di Magnitudo. Ma anche i loro sospetti. Per i tutori dell’ordine, gli uomini dispongono naturalmente di una memoria. E rimuoverla dal loro vissuto è compito del potere. A ribadirlo a Belmoro è un tecnocrate di Energheiton:
 
''«Noi non abbiamo storia. Non abbiamo passato. Noi abbiamo soltanto un avvenire. Noi insegniamo la storia del futuro. E del passato noi non abbiamo che un repertorio di parole e di nomi. Noi sappiamo soltanto quello che faremo domani. Tutti aspettiamo domani. E questo è il compito nostro»'' (p. 319).
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Una vita irenica e artificiale, regolata da una beata atarassia e nella quale ''«''si potrà avere un cuore di [[cellophane]], le donne saranno fecondate artificialmente, nasceranno gli omoteri senz'anima, cioè ibridi di uomini e animali. Sarà estirpato ogni sentimento»<ref>{{Cita libro|autore=S. De Fiores|titolo=Itinerario culturale di Corrado Alvaro|anno=2006|editore=Rubettino|città=Soveria Mannelli|p=26}}</ref>.
 
Per sfuggire all'omologazione dell'umanità programmata da Jupiter, la centrale atomica che regola e alimenta l'ordine globale, Belmoro si troverà, così, costretto a rifugiarsi, «fuori dal mondo», in una città popolata da dissidenti, poveri ed emigrati, «i quali costituiscono l'ultimo residuo di vera umanità».<ref>{{Cita libro|titolo=Ibidem}}</ref> Tra questi uomini anche Belmoro si farà uomo.  
 
 
 
== Note ==