Porta Santa Croce (Padova): differenze tra le versioni

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Dopo la resa di Francesco III Padova venne presa dai veneziani e nel 1509 la [[Repubblica di Venezia]] ebbe la necessità di difendersi dagli attacchi da parte della [[Lega di Cambrai|Lega dei Cambrai]]. In questa occasione la città si preparò all'assedio: le mura medioevali vennero abbassate e rinforzate all'interno da [[Terrapieno|terrapieni]], così da assorbire al meglio i colpi dell'[[artiglieria]]. Dove le mura era più esposte vennero eretti [[bastioni]] provvisori in terra e [[Palizzata|palizzate lignee]] per appostarvi le artiglierie e proteggere le mura, inoltre vennero scavati nuovi [[Fossato|fossati]] sia all'interno che all'esterno della cinta e iniziò l'opera del guasto<ref name=":5">{{Cita libro|autore=Giuliana Mazzi|autore2=Adriano Verdi|autore3=Vittorio Dal Piaz|titolo=Le mura di Padova : percorso storico-architettonico|anno=2002|editore=Il Poligrafo|pp=1-251|ISBN=88-7115-135-6}}</ref>, che negli anni successivi giunse alla profondità di un miglio, per la quale vennero abbattuti tutti gli edifici e gli alberi ad alto fusto attorno alla città con lo scopo di avvistare meglio i nemici. Dopo i lavori a rafforzamento della cinta, seguirono altri assedi.<ref name=":5" /><ref name=":6" /><ref name=":7">{{Cita web|url=https://www.muradipadova.it/le-mura-medievali/le-mura-carraresi|titolo=mura di Padova}}</ref>
 
A marzo del 1517 viene pubblicata la relazione di [[Andrea Gritti]], che tracciava un programma complessivo di organizzazione militare di difesa dello Stato. Esso comprendeva una serie di interventi concentrati a Padova, proposti da [[Giovanni Giocondo|Fra Giocondo]], con il fine di rispondere nell'immediatezza alle urgenze belliche. Il nuovo sistema bastionato o Rinascimentale era composto da diverse elementi: ponti, mura, torrioni, bastioni e porte. E'È proprio in questa occasione che venne realizzata l'attuale Porta Santa Croce.<ref name=":5" /><ref name=":8" />
 
Il tema degli accessi urbani, ovvero delle porte era molto dibattuto: si era alla ricerca di un “tipo” capace di soddisfare le necessità difensive e al contempo quelle celebrative. Le porte dovevano essere aggiornate in materia iconografica e di difensiva bellica, per difendere al meglio il Paese e rappresentare la sua forza politica e militate attraverso il linguaggio della magnificenza architettonica: gli accessi dovevano rappresentare uno Stato che si ritenesse sicuro.<ref name=":4">{{Cita libro|autore=Donatella Calabi|titolo=Come la marea. Successi e sconfitte durante il dogado di Leonardo Loredan (1501-1521). a cura di Donatella Calabi, Giuseppe Gullino e Gherardo Ortalli|data=2023|editore=Istituto Veneto di Scienze, lettere ed Arti|pp=46 - 66|ISBN=978-88-9299-016-6}}</ref>