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"È un piacere riferire finalmente che in ''Murder by the Book'' Rex Stout restituisce a Nero Wolfe la sua posizione appropriata nel campo del romanzo giallo. Un uomo è stato assassinato presumibilmente per via di un romanzo che ha scritto e che è completamente scomparso; c'è apparentemente l'assenza di indizi più totale che mai un investigatore della finzione abbia dovuto affrontare. E la storia non è tanto una storia di indagini, quanto degli ingegnosi sforzi di Wolfe e dell'incomparabile Archie Goodwin di trovare un qualsiasi concepibile punto di partenza dal quale l'indagine possa partire. È un approccio curioso e interessante; la soluzione è al tempo stesso plausibile e sorprendente (anche se non a prova di bomba dal punto di vista della deduzione). Wolfe e Archie sono entrambi al massimo della forma e Stout raramente ha fatto un miglior lavoro come romanziere nel dare sostanza all'assortimento di personaggi minori."<ref name="nyt">{{cita pubblicazione|nome=Anthony |cognome=Boucher|titolo=The New York Times Book Review|data=28 ottobre 1951|pubblicazione= [[The New York Times]]|lingua=en}}</ref><br />
"''Murder by the Book'' ha della buona ''detection'' nell'introduzione (capitoli 1-3). Wolfe raggiunge tre buone conclusioni, una (fine del capitolo 2) basata sulla deduzione, altre due (fine del capitolo 3) sono forti possibilità basate sulle prove. Sono tutte e tre conclusioni sorprendenti, eppure logicamente solide e basate su prove pienamente condivise con il lettore, il che è sempre una piacevole combinazione. C'è anche un buon suggerimento basato su un elenco (fine del capitolo 1) riguardo
==Opere derivate==
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