In molti libri i personaggi, o la narrazione, sollevano la questione di quali qualità definiscano l'"eroe" e l'"eroismo".
Alcuni personaggi del ''Mondo Disco'', [[Scuotivento]] in testa, sono degli antieroi: proiettati loro malgrado in nuove situazioni, cercano semplicemente di cavarsi fuori dagli impicci; le loro azioni eroiche sono puramente accidentali.
[[Cohen il barbaro]] è il prototipo dell'eroe classico. Le qualità di questo modello di eroe, dedito alla violenza fine a sé stessa, vengono messe esplicitamente in discussione da Lord [[Havelock Vetinari|Vetinari]] in ''[[The Last Hero (romanzo)]]'': quando un eroe sconfigge tiranni, ruba oggetti agli dèi, seduce donne o uccide mostri, in realtà uccide, ruba, violenta e stermina delle specie in pericolo. Inoltre, colui che definisce la tirannia del tiranno ucciso o la mostruosità del mostro è lo stesso eroe che, paradossalmente, nell'uccidere una persona la rende meritevole di essere uccisa da un eroe.
Una diversa definizione di eroe viene esposta in ''[[Night Watch (Pratchett)|Night Watch]]'' ed esemplificata da [[Samuel Vimes]] in ''[[The Fifth Elephant]]'': dopo aver causato la morte del cattivo di turno, Vimes rinuncia ad esprimere ad alta voce una serie di possibili motti di spirito, ritenendo che questi lo renderebbero un assassino al pari del cattivo stesso. Come illustrato da Vimes, gli eroi si differenziano dai cattivi soltanto per avere scelto di seguire un'etica.