Cosroe II: differenze tra le versioni

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Cosroe II condannò a morte l'ambasciatore. Comunque l'esperienza di sei anni di guerra aveva persuaso Cosroe a rinunciare alla conquista di Costantinopoli e di accontentarsi di un tributo annuale che i Bizantini avrebbero dovuto pagare ai Persiani; il tributo annuale consisteva in un migliaio di talenti d'[[oro]], un migliaio di talenti d'[[argento]], un migliaio di abiti di seta, un migliaio di cavalli e un migliaio di vergini. Eraclio accettò queste condizioni, ma stava nello stesso tempo organizzando la riscossa bizantina.
 
Due giorni dopo [[Pasqua]] (622), Eraclio lasciò [[Costantinopoli]] e con il suo esercito di 5.000{{formatnum:5000}} soldati giunse via mare in [[Cilicia]] e si accampò a [[Isso (città antica)|Isso]]. In seguito penetrò in Armenia dove sorprendentemente sconfisse in varie occasioni i Persiani. La primavera successiva l'esercito bizantino distrusse inoltre il Tempio del Fuoco di [[Zoroastro]], numerosi altri templi, delle statue di Cosroe e i resti di Thebarma o Ormia, il luogo di nascita di Zoroastro. In questo modo i Bizantini si vendicarono della deportazione della [[croce]] di [[Gesù Cristo]] da parte dei Persiani quando essi occuparono la Palestina e [[Gerusalemme]] nel 614.
 
Cosroe, allarmato per i successi bizantini, richiamò dall'Egitto e dal Bosforo molte truppe. Nel frattempo nell'accampamento bizantino gli alleati della [[Colchide]] minacciavano di disertare e anche i soldati più esperti avevano paura dell'esercito persiano, che era molto più numeroso di quello bizantino. Ma Eraclio li rassicurò:
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{{Citazione|Non vi fate spaventare dalla moltitudine dei vostri nemici. Con l'aiuto del Cielo, un Romano può trionfare su mille Barbari. Ma se sacrifichiamo le nostre vite per salvare i nostri fratelli, otterremo la corona del martirio, e la nostra ricompensa immortale verrà pagata da Dio e dai posteri.}}
 
Incoraggiati i suoi uomini, Eraclio e il suo esercito continuarono a vincere molte battaglie sconfiggendo tre grossi eserciti condotti dai tre più forti generali persiani: Shahrbaraz, Shahin e Shahraplakan; nella battaglia del fiume Saro l'Imperatore sconfisse addirittura in un combattimento corpo a corpo un gigantesco guerriero persiano, come Davide sconfisse Golia. Cosroe II comunque non si diede per vinto e rispose alla controffensiva di Eraclio stringendo un'alleanza con gli [[Avari]] e formando tre grossi eserciti: il primo di 50.000{{formatnum:50000}} uomini, soprannominati le ''lance d'oro'', fu mandato contro Eraclio e le sue truppe; il secondo aveva l'incarico di prevenire il ricongiungimento tra l'esercito di Eraclio e quello del [[fratello]] Teodoro, e il terzo aveva l'incarico di assediare, insieme con gli Avari, [[Assedio di Costantinopoli (626)|Costantinopoli]]. Tuttavia l'assedio della capitale bizantina, avvenuto nel 626, fallì grazie all'inespugnabilità delle [[Mura Teodosiane]] e a 12.000{{formatnum:12000}} cavalieri inviati da Eraclio per difendere la città. Tirato un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo, Eraclio strinse un'alleanza con il Khan dei [[Cazari]], formò un esercito di settantamila uomini tra Bizantini e stranieri e riuscì a riconquistare in poco tempo le città della Siria, dell'Armenia e della Mesopotamia.
 
Poi decise di attraversare le montagne del [[Kurdistan]], giungendo quindi a [[Ninive]]. Anche i Persiani comandati dal generale [[Rhahzadh]] all'inseguimento dei Bizantini valicarono questa catena montuosa ma, a differenza dei Bizantini che avevano realizzato il loro passaggio in perfette condizioni meteorologiche, essi dovettero affrontare violente tormente di neve e arrivarono a Ninive decimati.