Claudio Martelli: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[File:Claudio Martelli 2.jpg|miniatura|sinistra|Claudio Martelli nel 1979]]
A soli 13 anni si iscrive al [[Partito Repubblicano Italiano]]. Ha frequentato il [[Liceo ginnasio statale Giosuè Carducci|Liceoliceo Classicoclassico "Giosuè Carducci"]] di [[Milano]], lo stesso frequentato da [[Massimo Fini]] (che gli fu compagno di banco) e [[Bettino Craxi]].
 
Si è laureato in [[Filosofiafilosofia]] presso l'[[Università degli Studi di Milano]] e ha lavorato come assistente nella [[Facoltà universitaria|facoltà]] di Lettere e Filosofia del medesimo ateneo, prima di entrare in politica. Aderisce all'unità socialista nel 1966 e comincia la carriera nei quadri locali milanesi socialisti. Viene chiamato a [[Roma]] da Bettino Craxi nel 1976, lascia la carriera accademica ed entra nella direzione nazionale del [[Partito Socialista Italiano]]. Nel 1979 viene eletto deputato nella [[circoscrizione Mantova-Cremona]]. Nel 1981, in occasione del congresso del PSI a [[Palermo]], diviene uno dei due vicesegretari del partito accanto a [[Valdo Spini]].
 
Nel 1984 al congresso di [[Verona]] diviene vicesegretario unico e in giugno viene eletto al [[Parlamento europeo]] nella [[Circoscrizione Italia centrale]]. Su indicazione di Craxi, nel luglio 1989 diviene [[Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|vicepresidente del Consiglio dei ministri]] dei governi [[Governo Andreotti VI|Andreotti VI]] e [[Governo Andreotti VII|Andreotti VII]], e contestualmente lascia la carica di vicesegretario PSI. Nel 1990 è autore di un importante [[decreto-legge]] sull'[[immigrazione]] che di lui porta il nome (convertito in legge, [[legge Martelli]]).
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=== Ministro di grazia e giustizia (1991-1993) ===
Il 2 febbraio 1991 diviene anche [[Ministri di grazia e giustizia della Repubblica Italiana|Ministro di grazia e giustizia]] a seguito della nomina di [[Giuliano Vassalli]], suo predecessore alla guida di tale Ministero, come [[Giudici della Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Giudicegiudice della Corte Costituzionalecostituzionale]] da parte del [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidentepresidente della Repubblica]] [[Francesco Cossiga]]. In qualità di Guardasigilliguardasigilli Claudio Martelli diventa il principale sostenitore ed assertore delle attività giudiziarie del magistrato [[Giovanni Falcone]], che viene da lui chiamato al Ministero con il compito di dirigere la Direzione Generale degli Affari Penali.<ref>{{cita web | url = https://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/10/16/foto/claudio_martelli_il_delfino_di_craxi-23324829/ | titolo = Claudio Martelli, il delfino di Craxi | data = 16 ottobre 2011 | urlmorto = sì }}</ref> In quel periodo Claudio Martelli e Giovanni Falcone lavorarono al progetto di una Superprocura Antimafia. La vicinanza di Giovanni Falcone a Claudio Martelli costò al magistrato siciliano violenti attacchi da parte del [[Partito Democratico della Sinistra]] e del sindaco di Palermo [[Leoluca Orlando]], fondatore del movimento politico [[La Rete (partito politico)|''La Rete'']]; quest'ultimo difatti sferrò un duro attacco personale a Giovanni Falcone durante il programma televisivo ''[[Samarcanda (programma televisivo)|Samarcanda]]'' su [[Rai 3]], condotto da [[Michele Santoro]], accusandolo di "tenere nei cassetti i dossier".
 
In merito Martelli dichiarerà: «È lo stesso Falcone a dare una spiegazione a quella insinuazione atroce rivolta verso il giudice che debellò la cupola mafiosa». Secondo Martelli, Falcone non aveva una gran voglia di affrontare quell'argomento durante l'audizione al [[Consiglio Superiore della Magistratura|CSM]], poi, dopo l’insistenza dei componenti: «lo dice chiaro e tondo: "Forse il sindaco di Palermo non ha sopportato che io indagassi su grandi appalti che riguardano l'illuminazione e le fognature di una grande città, perché ci sono appalti e appalti: i piccoli e quelli miliardari. E io indagando su quelli miliardari, nel caso di Palermo ho scoperto che con Orlando sindaco, [[Vito Ciancimino|Ciancimino]] era tornato a imperare». Martelli ricorda poi il contesto nel quale collocare quegli eventi: «Eravamo nel 1991, e si voleva considerare Ciancimino fuori dai giochi, ma non era così. Questa era la cosa che fece impazzire di rabbia Orlando. L'accusa rivolta a Falcone sarebbe una ritorsione polemica».<ref>{{cita web|url=http://livesicilia.it/2017/06/06/martelli-falcone-orlando-mafia-di-matteo_860734|titolo="Perché Orlando attaccò Falcone? Con lui, Ciancimino imperava"|sito=Live Sicilia|data=martedì 6 giugno 2017|urlmorto=sì|accesso=8 settembre 2017|dataarchivio=8 settembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170908200847/http://livesicilia.it/2017/06/06/martelli-falcone-orlando-mafia-di-matteo_860734/}}</ref> La nomina di Falcone all'UAP fu peraltro valutata negativamente dall'[[Associazione nazionale magistrati]].