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Il '''cinese medio''' ({{cinese|中古汉语|''Zhōnggǔ Hànyǔ''|中古漢語}}), detto anche ''cinese antico'' nella vecchia accezione utilizzata dal linguista [[Bernhard Karlgren]] o "'''lingua cinese media'''" o "'''medio cinese'''", è la varietà storica di [[lingua cinese]] parlata durante il periodo delle [[Dinastie del Nord e del Sud]] e le dinastie [[Dinastia Sui|Sui]] {{lang|zh|隋朝}}, [[dinastia Tang|Tang]] {{lang|zh|唐朝}} e [[dinastia Song|Song]] {{lang|zh|宋朝}} (VI-X secolo). Il termine "cinese medio", in contrapposizione al [[cinese antico]] e al [[lingua cinese|cinese moderno]], si usa di solito nel contesto della [[fonologia]] storica cinese, che cerca di ricostruire la pronuncia del cinese utilizzato in quei tempi.
Il medio cinese si divide in un periodo iniziale, il "'''primo cinese medio'''", e un periodo successivo, il "'''tardo cinese medio'''". Il punto di transizione fra il primo e il tardo medio cinese è collocato nel passaggio dalla [[dinastia Tang]] alla [[dinastia Song]] ed è indicato da sviluppi fonologici
== Il nome ==
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== Storia e contesto linguistico ==
Il periodo appena precedente a quello del primo cinese medio è quello del cinese della dinastia Jin, di cui ancora non esistono ricostruzioni. Dopo la caduta della dinastia Han (220), la Cina si era divisa in tre regni in lotta tra loro; il periodo dei Tre Regni va dal 220, anno in cui l'ultimo imperatore Han abdica, fino al 280. All'interno di uno dei tre regni, Cao Wei, con un colpo di Stato nacque una nuova dinastia di origine mongola, la dinastia Jin. La dinastia Jin riuscì a vincere gli altri due regni in guerra e per un breve periodo (280-316) unificò la Cina sotto l'impero. La dinastia Jin iniziò a vacillare quando, nel 311, gli Xiongnu riuscirono a saccheggiare l'antica capitale Luoyang e a imprigionare e giustiziare l'imperatore Jin del tempo (disastro di Yongjia). La Cina dunque si divise nuovamente in feudi in lotta tra loro per la terza volta nella sua Storia, tra cui un baludardo della dinastia Jin nel sud della Cina che resse fino al 420.
'''INGRESSO DEL BUDDISMO DAL CINESE DEGLI HAN ORIENTALI ALLA COREA E GIAPPONE'''
Il periodo dal 420 al 589 viene detto "periodo delle Dinastie del Nord e del Sud": cinque dinastie a nord del fiume Changjiang (Yangtze) e cinque dinastie a sud del fiume si fecero guerra per avere l'egemonia sul territorio cinese. Il 420 è anche l'anno di inizio del primo cinese medio, che era genericamente diviso in varietà a nord del Changjiang e a sud del Changjiang.
I dieci regni si fecero guerra tra loro finché la dinastia Sui, nel 589, riuscì a riunificare la Cina sotto all'impero. La dinastia Sui ebbe comunque una breve durata, siccome nel 618 venne sostituita dalla dinastia Tang.
La dinastia Tang ha inaugurato il rinascimento cinese, cioè il periodo in cui le Arti ebbero una particolare fioritura in Cina. Un prodotto culturale molto celebre della Cina dei Tang e fondamentale per la ricostruzione del primo cinese medio è tutto il corpus delle poesie Tang. Le poesie Tang sono in rima e seguono uno schema compositivo fisso che contiene delle corrispondenze tonali; la corrispondenza delle rime era molto più alta durante il primo cinese medio, siccome la lingua cinese è poi evoluta (lo stesso discorso vale per lo Shijing). In questo periodo, il buddismo Mahayana conobbe una grande diffusione in Cina; il buddismo comunque era già entrato durante il periodo degli Han orientali grazie alla traduzione delle prime opere buddiste dalle lingue indiche (e.g., sanscrito classico) in cinese degli Han orientali. Siccome i cinesi dovevano talvolta traslitterare delle parole in sanscrito classico in primo cinese medio, dovettero usare l'inventario di suoni e sinogrammi disponibili per rendere questi prestiti e creare dunque dei calchi fonetici.
La dinastia Tang terminò nel 907 e, dopo un breve periodo di guerre che coinvolse anche un baluardo della dinastia Tang, ascese al potere la dinastia Song. La caduta della dinastia Tang marca il passaggio dal primo cinese medio al tardo cinese medio. La dinastia Song corrisponde al secondo periodo del rinascimento cinese. Un prodotto culturale importante durante questa dinastia è il corpus delle poesie Song. Durante la dinastia Song, si produssero altri rimari come il Guangyun, un'espansione del Qieyun pubblicata nel 1008 e contenente 9000 caratteri; un altro rimario è il Jiyun. Nei rimari del periodo Song, si notano delle differenze fonetiche per cui il cinese medio si può suddividere in due fasi. Ad esempio, il Qieyun mostra le [[Sillaba|iniziali]] [[Consonante bilabiale|bilabiali]] {{IPA|[p pʰ b m]}} ma non mostra iniziali [[Consonante labiodentale|labiodentali]] come /f/ e /v/, che invece si possono trovare nel Jiyun.
=== Introduzione dei sinogrammi in Vietnam ===
Il processo di ingresso dei prestiti cinesi nella lingua vietnamita (lessico sino-vietnamita, 詞漢越 Từ Hán-Việt) e in un secondo momento degli Hán tự stessi, riciclati poi per formare i caratteri nazionali, è molto lungo e si intreccia con le quattro dominazioni dell'Impero Cinese in Vietnam. Tutte queste quattro invasioni e occupazioni insieme formano un periodo storico che i vietnamiti chiamano Bắc thuộc (北屬, 北属), che letteralmente significa "Appartenenza al Nord", in senso di "Dominazione del Nord". Al tempo non esisteva il Vietnam moderno, ma esisteva il Regno di Nam Việt (南越, cinese "[[Nanyue|Nányuè]]") con capitale Panyu (番禺, oggi [[Canton]] 广州). Comprendeva grossomodo un territorio che corrisponde agli odierni [[Guangdong]] e [[Guangxi]] (广东,广西, inclusa [[Hong Kong]] 香港). La casata di regnanti era la [[dinastia Triệu]] (Nhà Triệu; 家趙). Il fondatore della dinastia era [[Zhao Tuo]] (Triệu Đà 趙佗), un governatore originario dell'[[Hebei]] che aveva lavorato per la [[dinastia Qin]] (秦朝), la dinastia che unificò la Cina sotto il primo impero e pose fine a un lungo periodo di lotte sanguinarie tra feudi, il [[periodo delle Primavere e Autunni]] e degli [[Periodo degli stati combattenti|Stati Combattenti]] (春秋,战国). Zhao Tuo decise di fondare questo regno a Panyu perché al tempo l'Impero Qin era in fase di decadenza, finita nel 221 a.C. con la sua definitiva caduta a opera di [[Liu Bang]] (刘邦), il primo Imperatore della dinastia Han (汉朝).
Il regno fu poi esteso con delle conquiste. La dinastia Triệu durò dal 204 a.C. al 111 a.C., l'anno in cui iniziò la [[Prima dominazione cinese del Vietnam|Prima Appartenenza al Nord]] (Bắc thuộc lần thứ nhất 北屬吝次一), mentre al tempo regnava la dinastia Han. Il regno di Nanyue aveva un rapporto burrascoso con gli Han, a cui talvolta aveva chiesto aiuto per difendersi dal vicino regno di Minyue (闽越), che corrisponde all'attuale [[Fujian]] (福建), abitata al tempo dall'etnia Baiyue (百越, lett. "Yuè settentrionali"). La sua capitale era Yé (冶), dove oggi sorge [[Fuzhou]] (福州). Quando il Primo Ministro di Nanyue, [[Lü Jia]] (呂嘉), notò che il suo Imperatore era troppo remissivo, con un colpo di Stato lo fece uccidere insieme alla moglie e fece ascendere al trono [[Zhao Jiande]] (趙建德), un anti-Han. L'Imperatore [[Han Wudi|Wu degli Han]], raggiunto dalla notizia della rivolta e dell'eccidio, si infuriò e decise di muovere guerra a Nanyue/Nam Việt, appoggiato da Minyue.
Il primo Bắc thuộc risale al 111 a.C., mentre la dinastia Han era impegnata nell'espansione dell'Impero Cinese: il Regno di Nam Việt fu conquistato, annesso e diviso in nove zone. Anche il regno di Minyue venne conquistato, siccome aveva semplicemente finto di appoggiare gli Han ma in realtà faceva doppio-gioco in quanto aveva contatti segreti con Nam Việt. L'ultimo imperatore di Nanyue, Zhao Jiande e Lü Jia vennero catturati e uccisi dopo un tentativo di fuga in barca verso Minyue. Durante il primo Bắc thuộc, i cinesi esportarono il [[Buddismo Chan]], il [[Taoismo]] e il [[Confucianesimo]] in Vietnam.
Nel dicembre 602, i Sui invasero il Regno di Van Xuan, che era governato ancora dalla Dinastia Ly. L'imperatore Lý Phật Tử, colui che aveva detronizzato Trieu poco più di un ventennio prima, decise di arrendersi per evitare le devastazioni e venne decapitato. Nel 618d.C. i Sui vengono rimpiazzati dalla Dinastia Tang, a cui passa il controllo di Van Xuan, che viene ribattezzato "Annam" (安南, "Pacifico Sud") e da cui deriva il nome della lingua vietnamita in francese, letteralmente "annamitico". I Sui furono una dinastia che durò pochi anni perché l'Imperatore Yang (隋炀帝), pur essendo riuscito a conquistare il Vietnam, aveva anche provato a invadere quattro volte la penisola coreana per assoggettare tutta la Corea, senza mai riuscirci, e aveva lasciato l'impero in bancarotta siccome si era lanciato in mega-progetti costosi come la ricostruzione della Grande Muraglia Cinese e del Gran Canale della Cina, oggi patrimonio UNESCO. A causa delle numerose guerre fallimentari, i cinesi pur di non essere arruolati si facevano venire il "piede fortunato", cioè si rompevano apposta gli arti. I cinesi, pur di sbarazzarsi di Yang, dovettero architettare un complotto e strangolarlo intanto che si era riparato dalle rivolte a Jiangdu (江都).
Anche stavolta, il Bắc thuộc finisce per una rivolta capitanata in questo caso da Ngô Quyền (吳權), che nel 938 d.C. respinge i cinesi della Dinastia Song (907) nella battaglia del fiume Bạch Đằng. Per la precisione, sconfisse la flotta cinese nascondendo dei pali di legno sotto l'acqua, che fecero incagliare le navi cinesi e permisero ai vietnamiti di bruciarle. Sale quindi al potere la Dinastia Ngô, che rinomina l'Annam "Đại Việt" (大越). Quanto alle sorti della Dinastia Ngo
I primi missionari cattolici entrati in Vietnam nel XVI secolo provenivano dalla Spagna, Portogallo e Italia. Molti di essi erano della Compagnia di Gesù, fondata da Ignazio di Loyola nel 1534. Le zone in cui essi affluivano maggiormente per fare proselitismo erano la regione di Đông Kinh (Tonchino; si scrive 東京 e deriva dal vecchio nome di Hanoi, la capitale del tempo. Oggi si chiama Bắc Bộ 北部), che era molto fertile e ospita il delta del Fiume Rosso (Hồng Hà 紅河), e la regione del Nam Kỳ (Cocincina; si scrive 南圻 e corrisponde al Vietnam meridionale, in cui si trova il delta del Fiume Mekong 湄公. Oggi si chiama Nam Bộ 南部). In sintesi, approdarono nel Tonchino e nella Cocincina (quest’ultimo nome fu coniato dai francesi a partire da una città popolosa nello stato del Kerala, nell’India meridionale, chiamata “Cochin”. Non è da confondere con il nome dell’intera penisola in cui si trova il Vietnam, detta “Indocina”. La parte di Vietnam compresa tra il Tonchino e la Cocincina veniva chiamata dai francesi “Annam”). Ai missionari, si aggiunsero poi i mercanti europei.
Per la precisione, nel 1615 i preti Francesco Buzomi e Diogo Carvalho stabilirono la prima comunità cristiana in Vietnam a Hội An (會安), il cui centro storico oggi è Patrimonio UNESCO. Altri missionari celebri furono Francisco de Pina, Gaspar do Amaral, Antonio Barbosa, Antonio de Fontes, Pedro Marques e Girolamo Maiorca. In questo periodo, i missionari furono tollerati dalla Dinastia Le, quella che aveva posto fine al quarto Bac Thuoc. In questo contesto storico si inseriscono i due più famosi missionari, Alexander de Rhodes (1591 o 1593-1660) e Francisco de Pina. De Pina ha inventato l’alfabeto latino per trascrivere I suoni vietnamiti. Su questa scelta, oltre alla necessità di rendere il vietnamita comprensibile e utilizzabile per diffondere il messaggio cristiano in una popolazione non europea, deriva pure dal fatto che, tra il 1611 e il 1617, durante i suoi studi a Macau, aveva conosciuto l’“Arte da Lingoa de Iapam” di João Rodrigues, la prima grammatica di giapponese scritta da un europeo, in tre volumi e pubblicata tra il 1604 e il 1608. Nel 1617, de Pina arrivò a Dang Trong e imparò per primo a parlare fluentemente il Vietnamita Medio (o “Vietnamita Seicentesco” e, più avanti, “Vietnamita Settecentesco”). De Pina aiutò poi un altro missionario, Alexander de Rhodes, a parlare il vietnamita, che imparò anche aiutandosi con un bambino. Lo stesso de Rhodes racconta che, dopo che sbarcò a Dang Trong nel 1627, sentì i vietnamiti parlare e gli sembrarono degli uccelli che cinguettavano. Dopo un iniziale sconforto, spiegò che iniziò a studiare il vietnamita (già iniziato a studiare con de Pina) con lo stesso zelo con cui studiò teologia a Roma. Dopo soli 6 mesi, sapeva pregare in vietnamita. De Pina morì annegato mentre tentava di salvare delle persone da una barca che stava naufragando nel dicembre 1625.
De Rhodes raccolse l’eredità di de Pina e usò l’alfabeto latino per confezionare il primo dizionario di vietnamita pubblicato. Per la precisione, de Rhodes si basò su due dizionari manoscritti oggi perduti, un dizionario di portoghese-vietnamita di Barbosa (Diccionário português-anamita) e un dizionario di lingua vietnamita di Amaral (Diccionario da Lingua Annamitica). A queste due fonti, aggiunse il latino classico. Il dizionario venne pubblicato a Roma, previo permesso dei superiori, nel 1651. Il nome è “Dictionarivm annamiticvm, lvsitanvm, et latinvm” e il nome completo, reperibile dalla copertina (l’opera è sopravvissuta) è ”Dictionarivm annamiticvm, lvsitanvm, et latinvm ope sacrae congregationis de propaganda fide in lvcem editvm ab Alexandro de Rhodes E societate IESV, eiusdemque Sacra Congregationis Missionario Apostolico. ROMAE, typis, et sumptibus eiusdem Sacr. Congreg. 1651. SVPERIORVM PERMISSO”. Il lavoro, dopo due introduzioni dell’autore, si chiude con un breve excursus di grammatical e fonetica. Da quest’ultimo, insieme agli excursus negli altri dizionari (che distinguono pure tra varietà del nord e del sud), ai relitti grafici nell’alfabeto di ispirazione portoghese (e.g. il suono odierno /f/ scritto come “PH”) e alle lingue sino-xeniche, si possono ricavare informazioni molto preziose per ricostruire la pronuncia del Vietnamita Medio.
=== Introduzione dei sinogrammi in Corea ===
Il Regno di Gojoseon, realmente esistito, aveva rapporti con i vari staterelli cinesi e desiderava invadere lo stato di Yan (燕), che corrisponde grossomodo all'attuale Pechino. Verso la fine del IV secolo a.C., Yan invase Gojoseon e vinse la guerra, strappando a Gojoseon la Penisola del Liaodong (辽东半岛). Contemporaneamente, nella penisola coreana si formò un secondo regno, lo Stato di Jin (진국, 辰國). Gojoseon crollò durante l'ultimo periodo inaugurato da Wi Man, un generale cinese dello stato vassallo di Yan che perse in una ribellione contro la Dinastia Han e si rifugiò in Corea. Lì nel 194 a.C. si ribellò contro il Re Jun dopo un periodo in cui lavorò per lui. Wi Man lo detronizzò, lo fece scappare a Jin e prese il potere dello stato. Dopodiché, il suo successore impedì la comunicazione tra lo Stato di Jin e i vari emissari delle popolazioni in Corea con la Dinastia Han in Cina. L'Imperatore Wu degli Han, visto il boicottaggio, allora dichiarò guerra a Gojoseon, vinse nel 108 a.C. e divise il territorio in quattro aree dette "comanderie degli Han" (한사군, 漢四郡), ognuna con un suo corso: Lelang (樂浪郡, 락랑군, 108a.C.-313 d.C.), Lintun (臨屯郡, 임둔군, 107 a.C.-82 a.C.), Xuantu (玄菟郡, 현도군, 107 a.C.-302 d.C.) e Zhenfan (眞番郡, 진번군, 107a.C.-82 a.C.). Da Lelang, in un momento si separò Daifang (帶方郡, 대방군, 204 a.C.-313 d.C.) A sud, era ancora presente lo Stato di Jin. Nel mentre, l'ultimo re di Gojoseon, Ugeo, morì assassinato. La Dinastia Han nello stesso periodo aveva conquistato i Regni di Nanyue e Minyue e aveva instaurato il primo Bac thuoc (cioè "Occupazione del Nord") nella storia del Vietnam. A partire da questa occupazione degli Han in Vietnam e in Corea, i sinogrammi vennero introdotti nei rispettivi territori in quanto erano il mezzo di scrittura cinese e uno strumento per la gestione dell'amministrazione e burocrazia ordinaria. Tuttavia, in Vietnam il lessico sino-vietnamita e la presa a prestito in massa iniziò più tardi, durante la Dinastia Tang, insediatasi nel 618 d.C. Finito il terzo Bac thuoc con l'avvento della Dinastia Ngo (939 d.C.), si continuò poi a utilizzare il cinese classico e i sinogrammi come mezzo di scrittura, per poi aggiungere i caratteri nazionali intorno al periodo in cui in Cina c'era il khanato mongolo. In Corea, già dal Proto-Periodo dei Tre Regni e dal periodo successivo divennero un importante strumento burocratico usato dagli stessi coreani.
Gli hanja, che sono questi caratteri cinesi presi in prestito per scrivere, venivano usati nella Corea antica per scrivere documenti ufficiali composti con la grammatica cinese classica (detta wenyan 文言), molto snella, e un vocabolario formato da parole monosillabiche, o venivano usati nel vano tentativo di rendere i suoni delle parole native coreane con un accomodamento simile a quello che tentarono di fare i giapponesi (da questo accomodamento, chiamato "''[[man'yoogana]]''" 万葉仮名, nascono i due sillabari giapponesi, ''[[katakana]]'' e ''[[hiragana]]''). Questo sistema coreano di usare i caratteri come fantocci fonetici per indicare la sola fonetica delle parole coreane (e non il senso), sillaba per sillaba, si chiama ''[[hyangchal]]'' (향찰, 鄕札) ed è considerato un sottogruppo della scrittura Idu (이두, 吏讀). Un sistema simile, in cui i sinogrammi erano usati come fantocci per indicare la pronuncia della morfologia coreana accanto a sinogrammi indicanti invece un vocabolo cinese si chiama ''gugyeol'' (구결, 口訣). A questo, si aggiunge che la grammatica cinese e quella coreana sono radicalmente diverse, siccome il cinese a partire dal Primo Cinese Medio (中古汉语) in poi ha perso la morfologia, mentre il coreano possiede la morfologia (e.g. coniugazione del verbo per indicare il perfettivo/azione finita, a prescindere dal tempo in cui è collocata, e l'imperfettivo/azione non finita, in corso o rivolta al futuro).
Il periodo successivo, il Periodo dei Proto-Tre Regni (원삼국시대, 原三國時代), va dal 108 a.C. (e quindi dalla caduta di Gojoseon) al 57 a.C. e vede al nord le quattro (poi cinque) comanderie degli Han e al sud la divisione dello Stato di Jin in tre regni, i Samhan, 삼한 三韓: Byeonhan, Jinhan e Mahan. Contemporaneamente, al nord nascono 4 nuovi stati Buyeo, Goguryeo, Okjeo e Dongye. Infine, dai Samhan si svilupparono 3 nuovi stati: Baekje (conquistò Mahan), Silla (fu fondato dentro Jihan) e la Confederazione di Gaya, che assorbì Byeonhan (questa confederazione fu poi conquistata da Silla). In totale, sommando le cinque comanderie Han, i 4 stati coreani del nord e i 2 stati rimanenti nel sud, si contano 11 stati nella penisola coreana. Durante questo periodo, tutte le comanderie Han, che si resero autonome dopo la caduta degli Han e costituivano un pericolo per i 4 regni del nord, vengono conquistate proprio dai 4 regni del nord e da Goguryeo, mentre a sud, come già accennato, restano solo due stati.
Forse gli abitanti di Silla discendevano dagli Xiongnu, cioè gli Unni. Nel 562 annesse la Confederazione di Gaya (가야, 加倻), uno dei più longevi rimasugli del periodo precedente. Nonostante fosse il regno più piccolo e debole, con le sue scaltre alleanze riuscì a sopravvivere più a lungo di tutti gli altri. In particolare, con l'aiuto della Dinastia Tang, conquistò dapprima Baekje nel 660 e infine Goguryeo nel 668, ponendo fine al Periodo dei Tre Regni. Il periodo successivo si chiama Silla Unificato (통일신라, 統一新羅), in riferimento al fatto che Silla fu il regno a prevalere su tutti gli altri. In alternativa, si chiama "Periodo Silla Posteriore" (후신라, 後新羅). La capitale era a Seorabeol (서라벌, 徐羅伐), oggi nota come Gyeongju (경주, 慶州). Al tempo, si parlava l'Old Korean/Coreano Antico (古代朝鮮語, 고대 조선어 oppure 古代韓國語, 고대 한국어). All'inizio di questo periodo decise di allontanare i Tang dagli ex-territori di Baekje e Goguryeo muovendogli guerra dal 672 al 676 e riuscendo a scacciarli.
Il quarto re della dinastia è re Sejong il Grande (세종대왕 世宗大王, r. 1418-1450) che, tra il 1443 e il 1446, creò di nascosto l'hangeul insieme ad un gruppo di fidi studiosi, la Sala dei Meritevoli oppure Accademia dei Degni (집현전, 集賢殿), il cui intellettuale più di spicco era Jeong In-ji (鄭麟趾, 정인지). Il periodo appena successivo vede parecchie pubblicazioni di commenti e traslitterazioni di sutra buddisti.
''Hunminjeongeum'' (訓民正音) "Il modo corretto di istruire le persone (훈〮민져ᇰ〮ᅙᅳᆷ > 훈민정음) di re Sejong il Grande 世宗大王, 세종대왕, Jeong In-ji 鄭麟趾, 정인지 e la Sala dei Meritevoli (detta anche "Accademia dei Degni") 집현전, 集賢殿. L'opera, iniziata nel 1443, è un piccolo trattato in cui viene presentato per la prima volta ai letterati e al mondo l'hangeul. Dopo un periodo di rodaggio di 3 anni, venne promulgato il 9 ottobre 1446. L'opera ha una prefazione del re in hanja e cinese classico, dopodiché descrive la fonetica di ogni suono. Lo ''Hunminjeongeum'' è affiancato allo ''Hunminjeongeum haerye'' (訓民正音解例, 훈민정음해례) "Spiegazione illustrata del ''Hunminjeongeum''". Questo mini-trattato spiega come si formano e scrivono le sillabe in antico hangeul.
Un'altra fonte appena immediata è il 龍飛御天歌, 용비어천가, "Il canto dei dragoni che volano nel cielo". L'opera fu scritta per ordine di re Sejong il Grande e contiene 6 poesie, dedicate ognuna a 6 grandi imperatori coreani. L'opera fu scritta nel 1445, contiene l'hangeul e venne pubblicata nel 1447; nel corso dei secoli successivi, venne editata e ristampata più volte. L'opera è stata scritta da un gruppo di 6 poeti, Seong Sanmun 성삼문, 成三問; Bak Paengnyeon 박팽년, 朴彭年; I Gae 이개, 李塏; Gweon Je 권제, 權踶; Jeong In-ji 정인지, 鄭麟趾; Choe Hang 최항, 崔恒.
Un'altra fonte sempre immediata è il ''Seokbosangjeol'' (釋譜詳節, 석보상절), "Articoli dettagliati sulle memorie di Sakyamuni". L'opera è una vita di [[Gautama Buddha|Gautama Budda]] con dei sermoni. Buddha è indicato come Śākyamuni (शाक्यमुनि, [[Śākyamuni]], "il saggio della famiglia Śākya") e l'epiteto è reso in coreano come Seokgamoni (석가모니). "Śākya" significa "Potenti". L'opera è stata scritta dal Grande Principe Suyang (수양대군, 首陽大君), poi diventato [[Sejo di Joseon|Re Sejo]] (세조, 世祖). Sejo era figlio di [[Sejong il Grande]] ma non suo successore immediato. L'opera fu scritta in ricordo della regina una volta che re Sejong il Grande rimase vedovo.
Un'altra fonte sempre immediata è il 月印千江之曲, 월인천강지곡, "Canti delle tracce della luna sui Mille Fiumi", scritta direttamente da re Sejong il Grande 世宗大王, 세종대왕. L'opera venne pubblicata nel 1447.
=== Introduzione dei sinogrammi in Giappone ===
In Giappone invece si parlava l'Old Japanese (giapponese arcaico, Joudai Nihon-go 上代日本語), finito con la fine del Periodo Nara (794d.C.; la dinastia Sui regna a partire dal 581d.C.) e l'inizio del [[periodo Heian]] (平安, dal nome della capitale del tempo, Heian, oggi [[Kyoto]] 京都): il giapponese, a partire dal Primo Giapponese Medio (Early Middle Japanese, 中古日本語 Chūko nihongo) si è arricchito di vocaboli cinesi con la pronuncia in Primo Cinese Medio, nata circa 200 anni prima e di cui esistono svariate ricostruzioni, per esempio Baxter 2011. Ha subito trasformazioni sia esogene che endogene, come la nascita della tensificazione e l'aggiunta di -n a fine sillaba, prima inesistente, per l'influsso delle sillabe cinesi. La *-m del Primo Cinese Medio (conservata in parte anche durante il Primo Mandarino, durante il khanato mongolo) venne accomodata dai giapponesi con la sillaba "mu", poi fatta convergere nell'attuale -n (entrambe le pronunce sono evolute nel tempo).
I giapponesi, che non avevano nessun alfabeto, presero i sinogrammi (che chiamarono "kanji" 漢字) per scrivere, anche se erano parzialmente inadatti per la lingua giapponese (il giapponese ha la morfologia, siccome per esempio il verbo si coniuga, mentre il cinese è una lingua isolante, siccome ogni parola non subisce mai nessuna variazione di nessun tipo). Pertanto, i giapponesi usarono alcuni kanji come dei fantocci grafici messi in fila per indicare la pronuncia di una frase in giapponese. Questo utilizzo, tale per cui non si tiene in considerazione il significato dei kanji ma solo la loro pronuncia, si chiama "man'yoogana" 万葉仮名, risale al Periodo Nara e prende il nome da una raccolta di poesie del Periodo Nara, detta Man'yooshuu 万葉集. Dalla semplificazione di questi kanji, ridotti a uno schizzo calligrafico sinuoso o spigoloso per opera dei monaci buddisti, sono nati i due kana: hiragana 平仮名 e katakana 片仮名, importanti per trascrivere i prestiti e indicare la morfologia della lingua giapponese. Un terzo kana composto da variazioni dell'hiragana, detto hentaigana 変体仮名, è stato abbandonato a inizio '900 con l'ufficializzazione dell'hiragana. Senza un simile mezzo, i giapponesi sarebbero stati costretti a scrivere usando la grammatica del cinese classico, detta wenyan 文言, perfettamente adatta ai sinogrammi e dall'aspetto molto snello e minimalista (l'apporto grammaticale è ridotto al minimo e quasi tutte le parole usate sono monosillabiche).
I kanji furono poi utilizzati per trascrivere i prestiti cinesi ("lessico sino-giapponese"), riadattati come fonologia alla lingua giapponese, e disambiguare le omofonie. Ai kanji furono affiancate due tipologie basilari di pronunce: quella cinese e quella nativa giapponese. Quando un kanji si usa in isolamento, indica un concetto che tuttavia si legge con la pronuncia giapponese, detta "kun'yomi" 訓読み (e.g. 心 indica il "cuore" o la "mente", è il pittogramma di un cuore con delle arterie e si pronuncia "kokoro").
Quando un kanji si usa in combinazione con altri e indica un prestito cinese, si legge con la pronuncia cinese, detta "on'yomi" 音読み, a sua volta suddivisa in più tipologie in base al periodo storico (quella più arcaica è la go-on 呉音, parlata nello stato di Wu, dove oggi si trova Shanghai; essa è poi seguita dalla kan-on 漢音, derivante dalla parlata della capitale Chang'an durante la dinastia Tang, e infine è seguita dalla tousou-on 唐宋音, risalente alla Dinastia Song e Ming, e da una pronuncia entrata nell'uso comune anche se derivante da una confusione di pronunce, detta kan-yoo'on 慣用音. In una quarta categoria a sé, ci sono le letture totalmente irregolari dei caratteri, usata in parole giapponesi, dette jukujikun 熟字訓 e usate per esempio nel vocabolo "Yamato" 大和 o 倭, un'antica etnia giapponese che dà il nome a una prefettura omonima e che è anche un arcaismo per indicare il Giappone, che oggi invece si chiama "Nippon" o "Nihon" 日本. La quinta categoria è pure una pronuncia irregolare usata perlopiù in nomi propri e si chiama nanori 名乗り).
Quanto alle caratteristiche fonetiche del Primo Cinese Medio, inesistenti nell'Old Japanese (come già accennato, quest'ultimo non aveva nessuna coda nasale a fine sillaba e non aveva gli stop consonantici senza rilascio udibile di suono *-p, *-t, *-k, a cui si aggiungono le tre code nasali in Primo Cinese Medio *-ng, *-n. *-m), esse sono state accomodate alla lingua giapponese: per esempio, lo stop *-k è diventato "ku" oppure "ki" (per esempio, la sillaba che indica il concetto di "studio, studiare" si pronunciava *haewk e, in giapponese, è stata accomodata come "gaku").
Siccome i kanji di per sé indicano poche informazioni sulla pronuncia, in alcune opere glossate (al tempo, si scriveva in verticale e da sinistra a destra) e nei dizionari si affiancavano i kanji all'hiragana o katakana in piccolo per indicare la pronuncia. Quest'uso dei kana viene detto "furigana" 振り仮名, mentre la grafia tradizionale verticale, molto adatta alla scrittura su listelli di bambù e per glossare un testo, si chiama tategaki (縦書き); la grafia occidentale viene invece detta yokogaki (横書き). Quindi i kana hanno assunto questo terzo utilizzo, cioè di indicatore della pronuncia. Siccome i kanji sono inadatti alla morfologia giapponese, nella scrittura tipicamente si affiancano hiragana, katakana (usato anche per trascrivere i prestiti dalle altre lingue nel mondo, detti gairaigo 外来語) e kanji.
In questo periodo è collocato la prima varietà di vera e propria lingua giapponese, il Giapponese Antico (Old Japanese), 上代日本語. Sono poi scritte le prime opere giapponesi di storia del Giappone, come il Kojiki e il Nihon Shoki. Sono poi state scritte le waka, cioè le poesie giapponesi del periodo Nara, 和歌 o 倭歌. Molte di queste sono state scritte con i kanji solo e unicamente per rendere i suoni delle sillabe (utilizzo man'yogana) e la più grande antologia di waka del periodo è proprio il Man'yoshu.
Il 794-1185 è detto Periodo Heian 平安時代 dal nome della capitale designata, oggi detta Kyōto (京都). In questo periodo si parlava il Primo Giapponese Medio (Early Middle Japanese) o "Giapponese Tardo-antico" , 中古日本語. In questo periodo si colloca l'invenzione del kana 仮名 attribuita a Kūkai 空海 (774-835), un monaco buddista che fondò la setta esoterica Shingon (真言宗, Shingon-shū).
I dialetti Wu mostrano delle grandi somiglianze con il sistema del Qieyun e dunque del primo cinese medio, per cui già l'antico Jiangdong aveva un sistema fonetico molto simile a quello del primo cinese medio (420-907); una prima differenza presente era la nasalizzazione di alcune vocali.
La pronuncia del tempo nella corte di Jiankang (ovvero [[Nanchino]]) formò la pronuncia Go-on giapponese (呉音): come dice il nome, la pronuncia è quella dello Stato di Wu.
La pronuncia Tō-on (唐音), usata in giapponese durante il [[periodo Kamakura]] (1185–1333), nonostante il nome ingannevole e fuorviante appartiene al tardo periodo Song ed è un'altra parlata Wu proveniente dall'odierno Zhejiang. Il Periodo Kamakura 鎌倉時代 va dal 1185 al 1573. In questo periodo si parla la varietà detta Tardo Giapponese Medio (Late Middle Japanese, 中世日本語) ed è stato instaurato il primo shogunato della storia del Giappone. Lo shogunato è il governo effettivo di un comandante militare, lo shogun. Per usare il vocabolo giapponese, il governo militare è indicato con "bakufu" (幕府). Il primo carattere è un riferimento alla tenda in cui alloggiava il comandante. Lo shogunato è stato instaurato dal capo del clan vincitore, Minamoto no Yoritomo 源 頼朝. Il nome del periodo invece deriva dalla nuova capitale, Kamakura.
=== Relazioni con il Tibet ===
Quanto all'invenzione dell'alfabeto tibetano, l'inventore secondo la tradizione e le fonti storiche che ne parlano è Thonmi Sambhota. Quest'ultimo era un giovane mandato nel 632 in India (forse nel Kashmir) a studiare l'alfabeto indiano (varietà Kashmir o Khotan) per inventare una scrittura per il tibetano direttamente da Songtsen Gampo. Songtsen Gampo non era un nobile qualunque, ma il 33° sovrano del Tibet, l'unificatore di molti territori tibetani prima divisi e il fondatore dell'Impero Tibetano. La sua consorte era la principessa Bhrikuti del clan Licchavi, nepalese e figlia del re dell'omonimo regno nepalese (il nepali ha l'alfabeto indiano come scrittura; forse Bhrikuti era anche buddista). Fu anche colui che introdusse il buddismo in Tibet, promosse la costruzione di templi buddisti e fece tradurre le scritture buddiste dal sanscrito al tibetano, che si era appena dotato di un alfabeto. Quest'ultimo fu confezionato da Thonmi Sambhota al suo ritorno in Tibet: si stabilì probabilmente nell'eremo di Panboka, a pochi chilometri da Lhasa e fondato da Songtsen Gampo, e lì creò l'alfabeto, poi presentato al re e accettato. Lo stesso sovrano imparò in quattro anni la scrittura e la sua applicazione pratica e tradusse più di venti testi. L'alfabeto fu adattato alla fonetica dell'Old Tibetan, siccome conteneva 6 nuove consonanti per 6 suoni tibetani. Songtsen Gampo come seconda moglie sposò nel 641 una cinese, la principessa Wencheng, imparentata con l'Imperatore Taizong della Dinastia Tang, che acconsentì alle nozze (Taizong era il secondo imperatore della dinastia). Da questo matrimonio sarebbe nato un presunto avvicinamento del re alla cultura cinese. Muore nel 649/650, nello stesso periodo in cui muore anche Taizong. Xuanzang è contemporaneo a Taizong e il periodo Tang, in generale, vede una crescita in popolarità del buddismo. Dalla Cina poi approdò in Corea e Giappone insieme ai sinogrammi con la pronuncia in Primo Cinese Medio e ai classici della letteratura cinese.
Il tibetano antico va dall'invenzione dell'alfabeto (ma la data è solo simbolica) e passa attraverso una riforma per la standardizzazione della lingua dell'816 e la frammentazione dell'Impero Tibetano fondato da Songtsen Gampo nell'842 a causa di una guerra civile. Alcune divisioni distinguono l'Early Old Tibetan (EOT), Middle Old Tibetan (MOT) e Late Old Tibetan (LOT) in base a fatti storici (ma non mutazioni linguistiche), come il periodo della riforma ortografica e la caduta dell'Impero Tibetano. Dal Tardo Tibetano Antico (LOT) deriva il Proto-Amdo-Tibetano (AT). In questi contesti si può trovare anche l'espressione "Written Tibetan", il tibetano scritto (WT). Nel 648, secondo gli Old Tibetan Annals, i tibetani fecero una spedizione in Cina per chiedere l'inchiostro e la cessione della tecnologia per la manifattura della carta. In riferimento al tibetano, si può trovare la parola "bodico": deriva da Bod, il nome del Tibet in tibetano: le lingue tibetiche/tibetane si possono chiamare "bodiche".
Il Tibet ha subito un periodo di guerre tra signori locali e sarà riunito solo nel 1253, quando la Dinastia Yuan (khanato mongolo in Cina) con delle guerre riunisce dei territori, affidati poi a Drogön Chögyal Phagpa, uno dei leader della scuola Sakya del buddismo tibetano, primo precettore imperiale e inventore dell'alfabeto 'Phagspa (1269), usato nei dizionari per rendere la pronuncia dei sinogrammi in Primo Mandarino. Lavorò per Kublai Khan, successore del fratello Möngke, nipote di Gengis Khan e colui che ricevette Marco Polo e tentò di invadere il Giappone, venendo respinto da due tifoni, il "vento divino" (kami-kaze).
=== Influsso sui dialetti cinesi ===
Nel 420 inizia l'epoca del primo cinese medio (420-907); il pMin potrebbe essersi già separato in dialetti intorno a questo periodo, ma secondo Baxter e Sagart, il pMin durante il periodo del primo cinese medio poteva ancora essere una lingua unitaria e parlata.
== Fonti per la ricostruzione ==
=== I rimari ===
Le prime fonti per ricostruire il cinese medio sono i rimari, detti anche libri di rima o dizionari di rima, prodotti almeno fin dalla dinastia Sui. I rimari erano dizionari di sinogrammi ordinati per consonante iniziale e nucleo di sillaba (vocale +eventuale coda di sillaba); al loro interno, la pronuncia dei caratteri era indicata secondo un sistema detto fanqie, già usato nello Shuowen Jiezi di Xu Shen, per cui la pronuncia di un carattere era scomposta in consonante iniziale +nucleo di sillaba. Questi due membri venivano indicati a loro volta da due sinogrammi diffusi affiancati e seguiti dal carattere "qiè" (), che letteralmente significa "tagliare" (Xu Shen invece usava il carattere "fan3").
I primissimi rimari, scritti prima dell'avvento della dinastia Sui, sono tutti andati perduti. Il primo rimario sopravvissuto è il [[Qieyun]] {{lang|zh|切韵}}, compilato da Lu Fayan (fl. 581-601) e da un gruppo di studiosi nell'arco di vent'anni e pubblicato nel 601 d.C. Il Qieyun è stato scritto a seguito di una discussione tra letterati sulla corretta declamazione delle poesie cinesi classiche, sicuramente antecedenti alla dinastia Sui: siccome Lu Fayan notò delle discordanze sulla pronuncia dei suoni, decise di istituire uno standard di pronuncia delle sillabe in ambito letterario per declamare in modo standard e corretto i sinogrammi nelle poesie. Pertanto, il Qieyun mostra una varietà di pronuncia di cinese letteraria e artificiale, frutto di un compromesso tra le varietà del nord e del sud. Lu Fayan spiegò questo fatto nella prefazione del Qieyun, in cui cita anche la lingua Wu. Nonostante ciò il linguista e sinologo svedese Bernhard Karlgren aveva ipotizzato che il Qieyun indicasse la varietà prestigiosa di Chang'an. Il Qieyun attesta i sinogrammi coniati nel cinese letterario fino al 601. Siccome è un rimario, non ordina i caratteri in base a un sistema di radicali, come il [[radicali Shuowen]] o i [[radicali Kangxi]] (inventati solo nel 1615). Nel lavoro di compilazione, Lu Fayan fece uso di rimari precedenti al 581 che però non sono sopravvissuti. Il Qieyun dopo la pubblicazione ebbe un enorme successo. La prima grande revisione del Qieyun è stata effettuata e pubblicata nel 706, dunque nel periodo Tang, da Wang Renxu ({{lang|zh|王仁煦}}, fl. 706) e si chiama ''Kanmiu Buque Qieyun'' ({{lang|zh|刊謬補缺切韻}}). Della riedizione, sono note tre versioni, chiamate Wang Yi, Wang Er e Wang San ().
Il Qieyun, fino agli Anni '80, è stato usato come grande punto di riferimento nella ricostruzione delle proto-lingue sinitiche da cui derivano i dialetti moderni (e.g., nella tesi di dottorato di Tsuji Nobuhisa focalizzata sulla ricostruzione del proto-Yue). Tuttavia, il Qieyun non andrebbe preso come un punto cardine nella ricostruzione siccome non rispecchia una varietà di cinese usata dal popolo cinese, dunque vernacolare e naturale: piuttosto, può permettere gli ampliare gli orizzonti nella ricostruzione, ma il suo ruolo non va oltre siccome tali ricostruzioni devono basarsi sulle letture vernacolari/non letterarie dei sinogrammi nei dialetti e sulle attestazioni più antiche dei dialetti.
Il Qieyun è pervenuto in un primo momento in forma frammentaria o attraverso esemplari incompleti, per cui non forniva la base per la ricostruzione del primo cinese medio; inoltre, la prima edizione pubblicata durante la dinastia Sui non è pervenuta. Tuttavia, una spedizione di Aurel Stein nelle grotte di Mogao a [[Dunhuang]] ({{lang|zh|敦煌}}) nel 1906-1908 portò alla scoperta del primo esemplare quasi integrale del Qieyun secondo l'edizione di Wang Renxu, la Wang Yi. Una seconda grande spedizione nel 1910 portò alla scoperta di molti testi sacri buddisti e una grande scoperta archeologica che eguaglia queste due spedizioni è il corpus di ritrovamenti nelle grotte di Guodian dell'ottobre 1993, in cui vennero trovati dei testi risalenti al periodo del cinese antico che hanno permesso di raffinare la ricostruzione di tale lingua.
Un'altra copia quasi completa è stata poi scoperta da due studiosi nel mercato dell'antico distretto di Liulichang {{lang|zh|琉璃厂}} (Pechino) nel 1947. La copia faceva parte della Biblioteca Imperiale e, dopo la fine dello stato fantoccio di Manciukuò e la cattura di Puyi, era stata venduta. Di quest'ultima copia sono stati pubblicati pochi anni dopo due studi di Dong Tonghe {{lang|zh|董同龢}} (1948, 1952) e uno studio di Li Rong {{lang|zh|李荣}} (1956).
Una copia completa del Qieyun nell'edizione Wang San (periodo Tang) è stata scovata nel Museo del Palazzo Imperiale a Pechino nel 1947, per cui è anche detta ''Gùgōngběn'' 故宫本. È stata dunque ristampata da Long Yuchun {{lang|zh|龍宇純}} (1968) e Zhou Zumou {{lang|zh|周祖謨}} (1983). Quest'ultima edizione include il facsimile dell'opera, che appare rovinato. L'edizione Wang San è detta anche ''Quánwáng'' {{lang|zh|全王}} perché è completa. L'opera ha una postfazione di Sòng Lián {{lang|zh|宋濂}}, per cui è anche detta ''Sòngbáběn'' 宋跋本.
In generale, la seconda versione ({{lang|zh|王二}}) si chiama anche ''Xiàngbáběn'' {{lang|zh|项跋本}}, perché comprende una postfazione di Xiàng Yuánbiàn {{lang|zh|项元汴}}, oppure viene anche chiamata ''Péiwùqí Zhèngzìběn'' {{lang|zh|裴务齐正字本}}.
La seconda revisione del Qieyun, il ''Tangyun'', fu effettuata da Sun Mian ({{lang|zh|孫愐}}, fl. 751) e pubblicata nel 751. Era composta da 5 libri detti "rotoli" (卷 juan3). L'opera è andata perduta.
Il secondo rimario noto risalente al primo cinese medio è lo Yunhai Jingyuan {{lang|zh|韻海鏡源}} di Yan Zhenqing {{lang|zh|颜真卿}} (709–785), composto da 360 volumi e dalle dimensioni enormi. Questo rimario, pubblicato nel 780, è andato perduto.
Nel 1008, durante il tardo cinese medio, è stato pubblicato il Guangyun, una revisione e espansione del Qieyun che viene considerata un rimario a sé (il terzo rimario noto) siccome riflette una diversa varietà di cinese. I due principali redattori sono Chen Pengnian ({{lang|zh|陳彭年}}, 961–1017) e Qiu Yong ({{lang|zh|邱雍}}, fl. 1007-1008), mentre il patrocinatore è stato l'Imperatore Zhenzong della Dinastia Song (r. 997-1022); l'opera è stata redatta tra il 1007 e il 1008. In totale è composto da 5 libri ({{lang|zh|卷}} juan3) e la pronuncia dei caratteri è indicata in fanqie. Siccome il libro rispecchia le antiche abitudini tipografiche cinesi, è scritto in verticale e si legge da destra a sinistra (e dunque al contrario, come se fosse arabo o ebraico).
Il quarto rimario noto è il Jiyun del 1037.
Molte altre riedizioni del Qieyun, sia famose che meno note, sono andate perdute insieme ad altri eventuali rimari.
=== Fonti che non sono rimari ===
POESIE TANG E SONG e raccolte
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Gli altri dialetti, anche se talvolta mostrano segnali di pronuncia arcaica, sono settentrionali e meno conservativi (e.g. dialetto Jin, dialetto Gan, dialetto Xiang).
== Ricostruzioni ==
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