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=== Substrato in tibetano ===
Il tibetano, una lingua derivata dalla frammentazione del proto-tibeto-birmano (PTB), è imparentato con il cinese siccome il proto-tibeto-birmano e il proto-cinese derivano da una scissione del proto-sino-tibetano. Tuttavia, a seguito della nascita e dello sviluppo indipendente del proto-tibetico, la lingua tibetana ha ricevuto un substrato lessicale dal primo cinese medio.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Michel Ferlus|anno=2003|titolo=On borrowing from Middle Chinese into Proto Tibetan: a new look at the problem of the relationship between Chinese and Tibetan|rivista=Language variation: papers on variation and change in the Sinosphere and in the Indosphere in honour of James A. Matisof|editore=Pacific Linguistics|città=Canberra|lingua=en|url=https://openresearch-repository.anu.edu.au/server/api/core/bitstreams/20715560-a1b6-40a6-8092-53017f21d89b/content}}</ref>
 
Il proto-tibetico viene fatto finire simbolicamente con l'invenzione dell'alfabeto tibetano. Secondo la tradizione e le fonti storiche, l'invenzione dell'alfabeto tibetano è Thonmi Sambhota, un giovane alle dipendenze del fondatore dell'Impero del Tibet, Songtsen Gampo; il Tibet in tibetano si chiama "Bod", per cui le lingue tibetiche sono anche dette "bodiche". L'imperatore Songtsen Gampo mandò Thonmi Sambhota nel 632 in India (forse nel Kashmir) a studiare l'alfabeto indiano (varietà Kashmir o Khotan) per riadattarlo alla lingua tibetana. Quando tornò in Tibet, si stabilì probabilmente nell'eremo di Panboka, a pochi chilometri da Lhasa e fondato da Songtsen Gampo, e lì creò l'alfabeto tibetano. Il nuovo alfabeto venne poi presentato al re e accettato. Lo stesso sovrano imparò in quattro anni la scrittura e la sua applicazione pratica e tradusse più di venti testi. L'alfabeto tibetano è dunque antico quasi quanto i kana giapponesi ma è molto più antico dell'hangeul (1446) e dell'alfabeto vietnamita (1651 circa). L'invenzione dell'alfabeto tibetano inaugurò simbolicamente l'inizio del tibetano antico (Old Tibetan), parlato dunque parallelamente al primo cinese medio.
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=== Fonti che non sono rimari ===
La prima fonte che non consiste in rimari ma che di fatto contiene molte informazioni proprio sulle rime è tutto il corpus delle poesie Tang e Song. Già nell'antichità cinese vennero prodotte delle vaste antologie che raccoglievano le poesie più famose degli autori più celebri, come il Sanbai Tangshi.
POESIE TANG E SONG e raccolte
 
Dopodiché, un'altra fonte è tutto l'insieme di informazioni che sono recuperabili dai dialetti cinesi conservativi. I più conservativi sono quelli del sud e sono i dialetti Min, Yue, Hakka e Wu. Tre esempi specifici di dialetti sono rispettivamente l'Hokkien (dialetto Min), il cantonese (dialetto Yue) e lo shanghainese (dialetto Wu); riguardo al cantonese, la varietà più prestigiosa è quella di Hong Kong, ma anche quella di Taishan è conservativa nel preservare la coda di sillaba *-m. Ognuno di questi 4 gruppi di dialetti deriva da una proto-lingua che si è sviluppata precedentemente al primo cinese medio, ovvero il proto-Min, il proto-Yue, il proto-Hakka e il proto-Wu, ma le ricostruzioni tendono a isolare i substrati di pronuncia letteraria in quanto rispecchiano un sistema fonetico non originale, non vernacolare e successivo, cioè quello del cinese medio, del primo mandarino e dei dialetti mandarini limitrofi (e.g., i dialetti Gan confinano geograficamente con i dialetti Hakka).
PRESTITI SINO-XENICI: GIAPPONESE, COREANO, VIETNAMITA E SUBSTRATO DI CINESE ANTICO e dove reperirli
 
Dopodiché, un'altra fonte è tutto l'insieme di prestiti di cinese medio presenti nelle lingue che hanno accolto questi prestiti, perlopiù lingue limitrofe rispetto all'impero cinese. Queste lingue vengono dette "lingue sino-xeniche" per rimarcare come un substrato cinese sia entrato massicciamente in alcune lingue straniere. Le lingue in questione sono il vietnamita, il coreano, il giapponese e il tibetano in particolare. Le attestazioni più antiche della pronuncia permettono di ricollegarsi a una fase più antica e dunque ancora più conservativa della lingua, per cui le opere più antiche con glosse in furigana o hangeul o scritte in alfabeto tibetano o risalenti al vietnamita seicentesco sono delle fonti autorevoli.
 
La pronuncia di [[Carattere cinese|caratteri cinesi]] preservata in vocaboli cinesi prestati, che sopravvive in lingue non cinesi come il [[Lingua giapponese|giapponese]], il [[Lingua coreana|coreano]] ed il [[Lingua vietnamita|vietnamita]], le "lingue sino-xeniche". I caratteri cinesi in queste lingue sono detti "[[kanji]], [[hanja]] e [[Chữ Nôm|han tu']]". La pronuncia è riadattata.