Diomede: differenze tra le versioni

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== Mito ==
=== Origini ===
[[File:Diomedes Louvre Ma890 n5.jpg|thumb|La statua è in marmo bianco purissimo e rappresenta Diomede. Diomede è presentato qui con poca barba sulle sole guance, appena percettibile al tatto. Ha capelli ricci, corti. Il suo sguardo guarda lontano, nell'infinito forse. Quest'espressione enigmatica, ma allo stesso tempo pensosa riflette le sue imprese. In quest'opera sta rubando il [[Palladio (mitologia)|Palladio]], che però non si è conservato con l'opera.<br >Sul suo busto si può scorgere anche una veste tipica dei Greci, ma anche dei senatori romani. Infatti l'opera è una copia romana del [[II secolo|II]] o [[III secolo]] dopo Cristo ed è stata copiata dall'originale greco, che era naturalmente in bronzo, del [[V secolo a.C.|V secolo]] prima di Cristo.<br >Il busto è collocato all'interno della collezione del [[cardinale Richelieu]], esposta al [[Museo del Louvre]] dal [[1801]]; attualmente si trova nel Dipartimento di antichità greca, etrusca e romana, al piano terra, stanza 10.]]
I suoi sei cugini, figli dello zio Agrio, Celeutore, Licopeo, Melanippo, Onchesto, Protoo e Tersite, decisero di deporre il nonno [[Oineo (figlio di Portaone)|Oineo]] dal trono di [[Calidone]], su cui regnava, e che, essendo molto anziano, era incapace di difendersi, e insediarono così il loro padre. Oineo venne tenuto sì in vita ma incatenato tra le torture dei nipoti. Allora Diomede, nato in esilio, ad [[Argo (città antica)|Argo]], detta l'Inclita, dopo essere arrivato a Calidone in gran segreto con l'aiuto di [[Alcmeone]], uccise uno dopo l'altro i figli di Agrio, usurpatori del trono, rimettendo il nonno al capo del regno. E dal momento che questi era ormai molto avanti negli anni, Diomede affidò il regno ad Andremone, marito di [[Gorga (figlia di Oineo)|Gorga]], e perciò genero di Oineo. Dei figli di Agrio, solo [[Tersite]] e [[Onchesto (figlio di Agrio)|Onchesto]] sfuggirono alla strage e si rifugiarono nel [[Peloponneso]], mentre Agrio, espulso dal regno, si tolse la vita. L'eroe portò Oineo con sé ad Argo.