Giovanni Brusca: differenze tra le versioni
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Capo del [[Famiglia di San Giuseppe Jato|mandamento di San Giuseppe Jato]] ed esponente di spicco dei [[Clan dei Corleonesi|Corleonesi]], è stato condannato per oltre un centinaio di omicidi, tra cui quello tristemente celebre di [[Omicidio di Giuseppe Di Matteo|Giuseppe Di Matteo]] (figlio del pentito [[Santino Di Matteo]]), strangolato e sciolto nell'acido quando aveva 15 anni, e per la [[strage di Capaci]], in cui morirono il giudice [[Giovanni Falcone]], la moglie [[Francesca Morvillo]] e i tre agenti di scorta, [[Antonio Montinaro]], [[Rocco Dicillo]] e [[Vito Schifani]], nella quale Brusca ricoprì un ruolo fondamentale, in quanto fu l'uomo che materialmente spinse il tasto del radiocomando a distanza che fece esplodere il [[Trinitrotoluene|tritolo]] piazzato in un canale di scolo sotto l'autostrada<ref name=":1">{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/03/29/ora-brusca-dice-esitai-uccidere-falcone.html|titolo=ORA BRUSCA DICE: ESITAI A UCCIDERE FALCONE - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=29 marzo 1997|lingua=it|accesso=23 maggio 2021}}</ref>.
Arrestato il 20 maggio [[1996]], nel [[2000]] gli viene riconosciuto lo status di [[Collaboratore di giustizia (Italia)|collaboratore di giustizia]]. Il 31 maggio [[2021]] Brusca, dopo aver trascorso 25 anni in carcere, è stato liberato per aver scontato la sua pena, rimanendo sottoposto alla [[libertà vigilata]] per ulteriori 4 anni, secondo quanto stabilito dalla [[Corte d'appello di Milano]]<ref>{{Cita news|autore=[[Lirio Abbate]]|url=https://espresso.repubblica.it/attualita/2021/05/31/news/torna_libero_l_ex_boss_giovanni_brusca-303661635/?ref=RHTP-BH-I0-P1-S1-T1|titolo=Torna libero l’ex boss Giovanni Brusca|pubblicazione=[[L'Espresso]]|data=31 maggio 2021|lingua=it|accesso=1º giugno 2021|urlarchivio=https://archive.
Dal luglio del [[2022]] è sorvegliato speciale in quanto ritenuto socialmente pericoloso, quindi deve sottoporsi a obbligo di firma e non può uscire la sera o incontrare pregiudicati.<ref name="ilfattoquotidiano.it">{{Cita web|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/07/27/giovanni-brusca-socialmente-pericoloso-la-misura-del-tribunale-di-palermo-per-il-boss-libero-da-oltre-un-anno/6744792/|titolo=Giovanni Brusca "socialmente pericoloso", la misura del Tribunale di Palermo per il boss libero da oltre un anno - Il Fatto Quotidiano|autore=di F. Q.|data=27 luglio 2022|lingua=it|accesso=28 luglio 2022}}</ref>
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=== La collaborazione con la giustizia ===
Brusca decise di collaborare e l’intenzione di voltare le spalle a Cosa Nostra arrivò il 23 maggio, nel giorno del quarto anniversario della strage di Capaci, quando il PM [[Alfonso Sabella]] ricevette una telefonata in codice da un dirigente del Gruppo Operativo Mobile<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=Le chiavi delle manette| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | p=111| ISBN=9788822720573 }}</ref>. A giugno, a circa un mese dall'arresto, Brusca iniziò a rendere dichiarazioni ai magistrati delle Procure di [[Palermo]], [[Caltanissetta]] e [[Firenze]]; a raccogliere le sue prime dichiarazioni furono Savina e Sanfilippo i quali per non dare nell'occhio entrarono nel carcere dell'Ucciardone dentro al bagagliaio di una macchina mentre il suo primo interrogatorio con i magistrati (il PM [[Alfonso Sabella]], il procuratore [[Giancarlo Caselli]], l’aggiunto [[Guido Lo Forte]], il questore [[Arnaldo La Barbera]]) e i due poliziotti venne allestito in un ufficio delle Poste. Brusca raccontò episodi dettagliati relativi a gente come [[Pietro Aglieri]], [[Nino Giuffrè]], [[Carlo Greco]] e [[Salvatore Di Gangi]], tutti uomini legati a [[Bernardo Provenzano]], mentre sui fedelissimi di [[Totò Riina]], del quale è stato uno dei più devoti seguaci, non disse nulla. Grazie alle sue indicazioni Greco verrà arrestato mentre Di Gangi riuscirà a scappare poco prima del blitz<ref>{{cita libro| autore-capitolo-nome=Bruno | autore-capitolo-cognome=De Stefano | capitolo=Il doppio gioco| titolo=I boss che hanno cambiato la storia della malavita| curatore= | anno=2018 | editore=[[Newton & Compton]] | città=Roma | ed=1 | p=111-112| ISBN=9788822720573 }}</ref>. La notizia trapelò sui giornali soltanto in agosto, causando violentissime reazioni e polemiche<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/08/29/il-picciotto-aveva-annunciato-il-pericolo.html|titolo=E IL PICCIOTTO AVEVA ANNUNCIATO IL PERICOLO - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2021-05-24}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/08/29/dalla-strategia-dei-veleni-al-giorno-della.html|titolo=DALLA STRATEGIA DEI VELENI AL GIORNO DELLA VERITA' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2021-05-24}}</ref>: provocò clamore l'intervista concessa dal suo difensore di fiducia, l'avvocato Vito Ganci<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/08/25/il-super-difensore-degli-uomini-di.html|titolo=IL SUPER - DIFENSORE DEGLI UOMINI DI MAFIA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2021-05-31}}</ref>, nella quale affermava che il "pentimento" del suo assistito era pilotato dall'allora Presidente della Commissione Antimafia [[Luciano Violante]] (che avrebbe incontrato Brusca su un volo aereo nel [[1991]]) al fine di accusare [[Giulio Andreotti]], all'epoca sotto processo per [[concorso esterno in associazione mafiosa]]<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/08/28/sotto-torchio-avvocato-dei-complotti.html|titolo=SOTTO TORCHIO L' ' AVVOCATO DEI COMPLOTTI' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2021-05-31}}</ref>. Tali affermazioni vennero smentite da Brusca (che cambiò difensore) ma in ottobre venne iscritto nel [[registro degli indagati]] per [[calunnia]] poiché le sue prime dichiarazioni miravano ad accusare il suo acerrimo nemico [[Baldassare Di Maggio]] ed escludere le responsabilità di mafiosi a lui vicini (soprattutto [[Giovanni Riina]], figlio di Totò, e [[Vito Vitale]], boss di [[Partinico]])<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/02/16/un-mafioso-prima-condanna-per-giovanni.html|titolo='E' UN MAFIOSO' PRIMA CONDANNA PER GIOVANNI RIINA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2021-05-31}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/10/20/scoperto-il-gioco-di-brusca.html|titolo=SCOPERTO IL GIOCO DI BRUSCA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2021-06-01}}</ref>: la manovra venne scoperta anche grazie alle dichiarazioni del fratello di Brusca, [[Enzo Salvatore Brusca|Enzo Salvatore]], che da qualche mese collaborava pure con gli inquirenti in accordo segreto con Giovanni<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/10/21/brusca-indagato-per-calunnia.html|titolo=BRUSCA INDAGATO PER CALUNNIA - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2021-05-31}}</ref><ref name=":6">{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/online/cronaca/brusca/pentito/pentito.html|titolo=la Repubblica/cronaca: Brusca è attendibile 'patente' da pentito|accesso=2021-05-31|dataarchivio=3 ottobre 2002|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20021003182707/http://www.repubblica.it/online/cronaca/brusca/pentito/pentito.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>[https://archive.
Nel [[2000]] Brusca (fino ad allora considerato dalla giustizia solo un "dichiarante") riuscì ad ottenere lo ''status'' di "[[Collaboratore di giustizia (Italia)|collaboratore di giustizia]]", che gli consentì di lasciare il regime carcerario duro previsto dall'[[articolo 41-bis]] e di godere dei benefici previsti dalla legge, compreso un sussidio di {{formatnum:500000}} [[Lira italiana|lire]] al mese per sé e per i componenti della sua famiglia<ref name=":6" />.
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