Giuseppe d'Arimatea: differenze tra le versioni

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|FineIncipit = è un personaggio del [[Nuovo Testamento]] e degli [[apocrifi del Nuovo Testamento]], coinvolto in modo particolare nella [[crocefissione]] e [[deposizione di Gesù]]. Durante il [[Medioevo]] sorsero alcune leggende che lo collegano alla [[Britannia]] e al mito del [[Santo Graal]].<ref name=graal>{{cita web|url=https://www.adoratricimonza.it/splendore-della-verit%C3%A0/la-ricerca-del-sacro-graal/|titolo=La ricerca del sacro Graal}}</ref> È venerato come santo dalla [[Chiesa cattolica]], dalla [[Chiesa luterana]], dalla [[Chiesa ortodossa]] e da alcune [[comunione anglicana|Chiese anglicane]]; in Occidente la sua ricorrenza è il [[31 agosto]], mentre gli ortodossi lo commemorano la domenica dei "portatori di mirra" (la seconda domenica dopo [[Pasqua]]) e il [[31 luglio]]
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Durante il [[Medioevo]] sorsero alcune leggende che lo collegano alla [[Britannia]] e al mito del [[Santo Graal]].<ref name=graal>{{cita web|url=https://www.adoratricimonza.it/splendore-della-verit%C3%A0/la-ricerca-del-sacro-graal/|titolo=La ricerca del sacro Graal}}</ref>
L'origine etimologica di "Arimatea" è dibattuta. Molti studiosi ritengono che si riferisca a una località a tutt'oggi sconosciuta: la maggioranza degli storici la identifica con הָרָמָתַיִם (Samuele 1,1 e 1 Cronache 27,27); alcuni la identificano con l'antica ''Armathajim'', nome ebraico dell'attuale [[Rantis]]. Altri studiosi lo traducono come un titolo onorifico: "Ha-rama-theo", ossia, "Altezza divina", affine a "Sua Altezza Reale". Altri ancora, traducendo "di" come "figlio di", in aramaico "bar", ipotizzano un'assonanza con il nome aramaico di [[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]]: "Johsef bar Matityahu", tenendo conto che "Matityahu" (nome ebraico di capostipite della dinastia dei Maccabei - soprannome che significa "martello") è tradotto comunemente con il nome "[[Mattia]] / [[Matteo]]" e che i suoni vocalici in ebraico non vengono trascritti (d'altronde anche Barabba sembrerebbe essere un nome simbolico che sta per "Figlio del Padre"); l'ipotesi ha come base un parallelismo tra i Vangeli e i testi di Giuseppe Flavio, il quale narra di quella volta in cui tre dei suoi parenti furono crocifissi e per sua intercessione presso Ponzio Pilato ottenne che almeno uno dei tre fosse seppellito normalmente<ref>{{Cita libro|autore=Joseph Atwill|titolo=Caesar's Messiah|anno=2005|url=https://archive.org/details/CaesarsMessiahTheRomanConspiracyToInventJesus_201812}}</ref>.
 
È venerato come santo dalla [[Chiesa cattolica]], dalla [[Chiesa luterana]], dalla [[Chiesa ortodossa]] e da alcune [[comunione anglicana|Chiese anglicane]]; in Occidente la sua ricorrenza è il [[31 agosto]], mentre gli ortodossi lo commemorano la domenica dei "portatori di mirra" (la seconda domenica dopo [[Pasqua]]) e il [[31 luglio]].
 
== Nuovo Testamento, apocrifi e letteratura paleocristiana ==
Giuseppe compare in tutti e quattro i Vangeli canonici, cosa alquanto infrequente nel [[Nuovo Testamento]].<ref>Moody, Dwight Lyman. 1997. ''Moody's Bible Characters Come Alive''. Grand Rapids, MI: Baker Books. p. 115 ISBN 0-520-04392-8.</ref> A partire dal II secolo, inoltre, nacque attorno alla sua figura tutta una serie di dettagli, probabilmente leggendari, che andarono a confluire nel corpo degli ''[[Atti di Pilato]]'', anche noti come ''[[Vangelo di Nicodemo]]'' o ''Narrazione di Giuseppe''. Altri episodi e particolari furono aggiunti dagli scrittori delle [[origini del Cristianesimo]].
 
L'origine etimologica didel nome "Arimatea" è dibattuta. Molti studiosi ritengono che si riferisca a una località a tutt'oggi sconosciuta: la maggioranza degli storici la identifica con הָרָמָתַיִם (''Samuele'' 1,1 e 1 ''Cronache'' 27,27); alcuni la identificano con l'antica ''Armathajim'', nome ebraico dell'attuale [[Rantis]]. Altri studiosi lo traducono come un titolo onorifico: "Ha-rama-theo", ossia, "Altezza divina", affine a "Sua Altezza Reale". Altri ancora, traducendo "di" come "figlio di", in aramaico "bar", ipotizzano un'assonanza con il nome aramaico di [[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]]: "Johsef bar Matityahu", tenendo conto che "Matityahu" (nome ebraico di capostipite della dinastia dei Maccabei - soprannome che significa "martello") è tradotto comunemente con il nome "[[Mattia]] / [[Matteo]]" e che i suoni vocalici in ebraico non vengono trascritti (d'altronde anche Barabba sembrerebbe essere un nome simbolico che sta per "Figlio del Padre"); l'ipotesi ha come base un parallelismo tra i Vangeli e i testi di Giuseppe Flavio, il quale narra di quella volta in cui tre dei suoi parenti furono crocifissi e per sua intercessione presso Ponzio Pilato ottenne che almeno uno dei tre fosse seppellito normalmente<ref>{{Cita libro|autore=Joseph Atwill|titolo=Caesar's Messiah|anno=2005|url=https://archive.org/details/CaesarsMessiahTheRomanConspiracyToInventJesus_201812}}</ref>.
 
=== Vangeli canonici ===
[[File:Brooklyn Museum - Joseph of Arimathaea Seeks Pilate to Beg Permission to Remove the Body of Jesus - James Tissot.jpg|thumb|Giuseppe d'Arimatea va a trovare Pilato per persuaderlo a concedergli il corpo di Cristo, acquerello di [[James Tissot]]]]
Giuseppe svolge un ruolo di rilievo nei racconti della [[passione di Gesù]] contenuti nei vangeli canonici, in quanto uomo benestante che simpatizzava per la causa del Nazareno e padrone di un facoltoso mausoleo di famiglia a Gerusalemme che aveva fatto scavare in una cava rocciosa, predisposto probabilmente alla sua stessa sepoltura. Egli stesso organizza le operazioni di recupero e sepoltura del corpo di Cristo, finanziando l'acquisto del lenzuolo di lino in cui avvolgerà le membra martoriate e della mistura di unguenti profumati con cui ne profumerà il corpo, malgrado la sua riluttanza a manifestare la sua simpatia nei confronti del condannato per via della sua posizione. Il sacerdote sfrutta la sua stessa carica per sollecitare personalmente Pilato ad autorizzare la rimozione e le esequie del Cristo. Nei vangeli sinottici l'episodio si ripete secondo uno schema ben determinato: presentazione di Giuseppe, richiesta del corpo di Gesù a [[Ponzio Pilato]] da parte di Giuseppe, che poi lo depone dalla croce, lo avvolge in un sudario e lo mette nella tomba, che viene chiusa. Le differenze tra i racconti sono:
 
Giuseppe svolge un ruolo di rilievo nei racconti della [[passione di Gesù]] contenuti nei vangeli canonici.
* nel ''[[Vangelo secondo Marco]]'' Giuseppe è presentato come membro autorevole del [[sinedrio]], «che aspettava anche lui il regno di Dio»; ricevuta la richiesta di Giuseppe, Pilato, sorpreso che Gesù fosse già morto, chiede conferma del decesso a un centurione, e solo dopo concede il corpo a Giuseppe; la tomba era un sepolcro scavato nella roccia, chiuso facendovi rotolare davanti una pietra;<ref>''[[Vangelo secondo Marco]]'', {{Cita passo biblico|Mc|15,42-46}}.</ref>
 
* nel ''[[Vangelo secondo Matteo]]'' Giuseppe è un ricco uomo di Arimatea diventato discepolo di Gesù; solo in questo vangelo il [[Santo Sepolcro (biblico)|sepolcro]] è detto essere la sua tomba, e si aggiunge che era nuovo;<ref>''[[Vangelo secondo Matteo]]'', {{Cita passo biblico|Mt|27,57-60}}.</ref>
Nel ''[[Vangelo secondo Marco]]'' ({{Cita passo biblico|Mc|15,42-46}}), Giuseppe di Arimatea è membro del Consiglio ed è detto aspettare anch'egli il [[Regno di Dio]]. La sera della [[Crocifissione di Gesù|crocifissione]], essendo ''Parascève'', ovvero il giorno della preparazione alla festività del sabato, si reca da [[Ponzio Pilato]] e chiede il corpo di Gesù: Pilato è sorpreso che Gesù sia già morto, e dopo aver chiesto e ricevuto conferma della sua morte da un centurione, autorizza Giuseppe. Giuseppe allora compra un lenzuolo, [[Deposizione di Gesù|depone Gesù dalla croce]], lo avvolge nel lenzuolo e lo depone in una [[Santo Sepolcro|tomba scavata nella roccia]], chiudendola poi con una pietra rotolata davanti all'ingresso.
* il ''[[Vangelo secondo Luca]]'' dedica ben due versetti alla presentazione di Giuseppe; oltre a definirlo un membro del sinedrio che attendeva il regno di Dio, nota come fosse una «persona buona e giusta» e che non avesse condiviso la decisione degli altri membri del sinedrio riguardo alla condanna di Gesù; della tomba dice che non era mai stata usata;<ref>''[[Vangelo secondo Luca]]'', {{Cita passo biblico|Lc|23,50-53}}.</ref>
 
* nel ''[[Vangelo secondo Giovanni]]'' si racconta che Giuseppe era discepolo di Gesù, ma che mascherava questa sua adesione alle prediche del Nazareno per non fare ricadere su di sé i sospetti dei Giudei. Giuseppe e [[Nicodemo (discepolo di Gesù)|Nicodemo]] chiesero il corpo di Gesù a Pilato, che glielo concesse. Giuseppe si recò al patibolo con Nicodemo, che recava mirra e aloe; i due deposero il corpo dalla croce e lo avvolsero in bende e oli aromatici. Nel luogo dell'esecuzione c'era un giardino con all'interno una tomba mai usata; lì deposero Gesù, in quanto era ''Parascève'' e la tomba era vicina e utilizzabile prima dell'inizio del sabato.<ref>''[[Vangelo secondo Giovanni]]'', {{Cita passo biblico|Gv|19,38-42}}.</ref> In Giovanni, infatti, a differenza dei sinottici, [[Maria Maddalena]] non si reca al sepolcro la domenica mattina per trattare il corpo di Gesù, avendovi provveduto Giuseppe e Nicodemo subito dopo la morte: la preparazione completa per la sepoltura da essi effettuata faceva parte, come precisa lo stesso vangelo, dell'usanza con cui si seppelliscono i Giudei.<ref>''[[Vangelo secondo Giovanni]]'', {{Cita passo biblico|Gv|19,40}}.</ref><ref name="Bart Ehrman 2017, pp. 132-143">Bart Ehrman, ''E Gesù diventò Di''o, Nessun Dogma Editore, 2017, pp. 132-143, 148, ISBN 978-88-98602-36-0.</ref><ref name="Destro e Mauro Pesce 2014, pp. 138-159">Adriana Destro e Mauro Pesce, ''La morte di Gesù'', Rizzoli, 2014, pp. 138-159, 293, 294, 296, ISBN 978-88-17-07429-2.</ref><ref name="Bart Ehrman 2017, p. 136">Bart Ehrman, ''Prima dei vangeli'', Carocci Editore, 2017, p. 136, ISBN 978-88-430-8869-0.</ref>
Nel ''[[Vangelo secondo Matteo]]'' ({{Cita passo biblico|Mt|27,57-60}}), Giuseppe è definito un uomo ricco di [[Arimatea]], che era diventato discepolo di Gesù, che si presenta da Pilato a chiedere il corpo di Gesù: Pilato ordina che gli sia dato il corpo, e Giuseppe lo avvolge in un lenzuolo pulito e lo depone nella propria tomba nuova, che aveva fatto scavare nella roccia, fa rotolare una grande pietra a chiudere l'ingresso e se ne va.
 
Nel ''[[Vangelo secondo Luca]]'' ({{Cita passo biblico|Lc|23,50-53}}) ben due versetti sono dedicati alla presentazione di Giuseppe: sarebbe stato un membro del Consiglio, una «persona buona e giusta» che non aveva condiviso la decisione degli altri membri del Sinedrio riguardo alla condanna di Gesù: anche questo vangelo lo vuole originario di Arimatea in [[Giudea]] e spiega come aspettasse il Regno di Dio. Giuseppe va da Pilato a chiedere il corpo di Gesù, lo depone dalla croce e lo avvolge in un lenzuolo, deponendolo in una tomba scavata nella roccia in cui non era stato deposto nessun altro in precedenza.
 
* nelNel ''[[Vangelo secondo Giovanni]]'' ({{Cita passo biblico|Gv|19,38-42}}) si racconta che Giuseppe era discepolo di Gesù, ma che mascherava questa sua adesione alleper predichetimore deldei NazarenoGiudei, pere nonche farechiese ricaderea suPilato di poter iprendere sospettiil deicorpo Giudeidi Gesù, ottenendone l'autorizzazione. Giuseppe eandò allora a prendere il corpo di Gesù, accompagnato da [[Nicodemo (discepolo di Gesù)|Nicodemo]], chieseroche ilportava corpocon di Gesùcento alibbre<ref>Una Pilato[[Libbra|libbra romana]] equivale 327,168 cheg, glielodunque concesse.cento Giuseppelibbre sisono recòquasi al33 patibolokg.</ref> condi Nicodemo,una chemistura recavadi [[mirra]] e [[aloe;]]: i due deposeroavvolsero allora il corpo dalladi croce e lo avvolseroGesù in bendefasce econ oligli aromaticiaromi. NelPoiché luogoera dell'esecuzionela c'era'Parascève'', uni giardinodue condepongono all'internoil corpo in una tomba maiche usata;si trovavadeposero Gesùvicino, in quantoun erasepolcro ''Parascève''nuovo eposto lain tombaun eragiardino vicinanelle evicinanze utilizzabiledella primacrocifissione, dell'iniziodove delnessuno sabato.<ref>''[[Vangeloera secondostato Giovanni]]'',sepolto. {{CitaA passodifferenza biblico|Gv|19,38-42}}.</ref>dei In Giovannisinottici, infatti,nel a''Vangelo differenzasecondo dei sinottici,Giovanni'' [[Maria Maddalena]] non si reca al sepolcro la domenica mattina per trattare il corpo di Gesù, avendovi provveduto Giuseppe e Nicodemo subito dopo la morte: la preparazione completa per la sepoltura da essi effettuata faceva parte, come precisa lo stesso vangelo, dell'usanza con cui si seppelliscono i Giudei.<ref>''[[Vangelo secondo Giovanni]]'', {{Cita passo biblico|Gv|19,40}}.</ref><ref name="Bart Ehrman 2017, pp. 132-143">Bart Ehrman, ''E Gesù diventò DiDio''o, Nessun Dogma Editore, 2017, pp. 132-143, 148, ISBN 978-88-98602-36-0.</ref><ref name="Destro e Mauro Pesce 2014, pp. 138-159">Adriana Destro e Mauro Pesce, ''La morte di Gesù'', Rizzoli, 2014, pp. 138-159, 293, 294, 296, ISBN 978-88-17-07429-2.</ref><ref name="Bart Ehrman 2017, p. 136">Bart Ehrman, ''Prima dei vangeli'', Carocci Editore, 2017, p. 136, ISBN 978-88-430-8869-0.</ref>
 
=== Vangelo di Nicodemo ===