All'apertura della [[XXVI legislatura del Regno d'Italia|XXVI legislatura]] Mussolini però votò la sfiducia al [[Governo Giolitti V|governo Giolitti]], che a causa dell'esigua maggioranza rassegnò le dimissioni, mentre rivolse al PSI una proposta di pacificazione.<ref name=":02">{{Cita|Gentile|p. 143}}.</ref> A luglio re [[Vittorio Emanuele III di Savoia|Vittorio Emanuele III]] affidò l'incarico di governo a [[Ivanoe Bonomi]], ministro del tesoro nel [[Governo Giolitti V|governo uscente]], che si adoperò per la buona riuscita del "[[patto di pacificazione]]".<ref name=":02" /> In seguito all'intervento delle forze dell'ordine nei [[fatti di Sarzana]] e all'efferatezza della violenza squadrista nella [[strage di Roccastrada]], nonostante la contrarietà di moltomolti fascisti, Mussolini proseguì per l'approvazione del patto di pacificazione, che fu firmato tra i fasci, il PSI e la CGdL il 3 agosto 1921.<ref>{{Cita|Gentile|pp. 145-147}}.</ref> Le forti resistenze interne alla pacificazione, furono risolte a novembre al [[III Congresso dei Fasci italiani di combattimento]] in cui Mussolini si impegnò ad abbondonare la strada della pacificazione, a patto di trasformare il movimento in partito, Il [[Partito Nazionale Fascista]] (PNF).<ref>{{Cita|Gentile|p. 169}}.</ref> Alla sua formazione il partito contava già {{formatnum:312000}} iscritti,<ref>[http://www.gdf.it/repository/ContentManagement/information/P1331093562/Marina_di_Massa.pdf?download=1 ''Guardia di Finanza''<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111230085538/http://www.gdf.it/repository/ContentManagement/information/P1331093562/Marina_di_Massa.pdf?download=1 |date=30 dicembre 2011 }}.</ref> e la denominazione originale rimase a indicare le strutture territoriali locali del nuovo partito, tra cui la Federazione dei Fasci di Combattimento a livello provinciale.