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== Premesse ==
=== Chiesa cattolica tra medioevo ed età moderna ===
{{Vedi anche|Storia del cristianesimo in età medievale|Storia del cristianesimo in età moderna|Umanesimo cristiano}}
{{Vedi anche|Storia del cristianesimo in età medievale|Storia del cristianesimo in età moderna}}All'alba del [[XV secolo]], la [[Chiesa cattolica|Chiesa Cattolica]] si trovava invischiata nel [[Scisma d'Occidente|Grande scisma d'Occidente]], nato nel 1378 per la volontà di alcuni cardinali di rimanere nella sede di [[Avignone]] e non in quella di Roma. Lo scisma si protrasse fino al 1417 quando, con il [[Concilio di Costanza]], fu eletto il romano Oddone Colonna, che prese il nome di [[Papa Martino V|Martino V]] (1417-1431). La fine del Grande scisma segnò l'inizio di una tendenza, quella del [[conciliarismo]], che sosteneva che il papa, pur rimanendo il capo della Chiesa Cattolica, dovesse convocare ogni cinque anni un concilio generale perché questi osservasse se il pontefice avesse promesso di mantenere quanto deciso a Costanza. Se Martino V riuscì in un modo o nell'altro a eludere la convocazione dell'assise, ciò non riuscì al suo successore [[Papa Eugenio IV|Eugenio IV]] (1431-1447) sotto il cui pontificato alcuni prelati [[Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze|riunitisi a Basilea]], nonostante il richiamo del pontefice e la sua sconfessione dell'assise conciliare, si ribellarono all'autorità pontificia eleggendo l'ex [[Duchi di Savoia|duca di Savoia]] [[Amedeo VIII di Savoia|Amedeo VIII]], che prese il nome di Felice V. Da questa lotta ne uscì rafforzata la carica pontificia che, sotto i pontificati di [[Papa Niccolò V|Niccolò V]] (1447-1455) e [[Papa Pio II|Pio II]] (1458-1461), fautori della diffusione del nascente [[umanesimo]], assurse ad un ruolo di dominatore indiscusso nella vita della Chiesa Cattolica, minacciando di scomunica chiunque avesse convocato un concilio senza l'autorizzazione del papa. Instauratasi quindi una monarchia papale assoluta e delineatosi il moderno [[Stato Pontificio|Stato della Chiesa]] nei confini che rimarranno invariati fino al 1860, la Chiesa di Roma poté avviarsi da un lato verso la stupenda [[Rinascimento romano|fase rinascimentale]] che avrebbe fatto della Città Eterna uno dei centri propulsori dell'arte e della filosofia; dall'altra parte la mancanza di riforme morali e disciplinari invocate a Costanza prima e a Basilea poi gettarono discredito sulla vita licenziosa e immorale che si respirava sia tra i [[chierici regolari]] che quelli [[Sacerdote (cattolicesimo)|diocesani]], tra i [[Religioso (cristianesimo)|religiosi]], [[Vescovo|vescovi]] e [[Cardinale|cardinali]]. L'esempio di papi profondamente immorali quali [[Papa Innocenzo VIII|Innocenzo VIII]] (1484-1492) e, in particolar modo, il lussurioso [[Papa Alessandro VI|Alessandro VI]] (1492-1503) e il bellicoso [[Papa Giulio II|Giulio II]] (1503-1513), suscitarono l'indignazione di numerosi intellettuali e religiosi sinceramente animati dallo spirito cristiano delle origini, quali il predicatore [[Ordine dei frati predicatori|domenicano]] [[Girolamo Savonarola]] e l'umanista olandese [[Erasmo da Rotterdam]]. Costoro chiedevano infatti una moralizzazione dei costumi, una vita dedita alla preghiera e alla presa di coscienza dell'essere cristiani non solo in apparenza ma anche interiormente, lo studio delle [[Bibbia|Sacre Scritture]], l'educazione del popolo di Dio e la fine della tendenza da parte dei pontefici di concentrarsi più sul [[potere temporale]] che su su quello spirituale. Nonostante i tentativi di riforma "dal basso", la situazione non migliorò neanche con il fiorentino [[Papa Leone X|Leone X]] (1513-1521) il quale, più interessato alla [[poesia]], ai banchetti e alla vita gaudente che al suo ruolo di guida della Cristianità, fu la causa che spinse il monaco [[Ordine di Sant'Agostino|agostiniano]] Martin Lutero a dare inizio alla Riforma protestante (1517).
[[File:Holbein-erasmus.jpg|miniatura|Ritratto di Erasmo da Rotterdam ad opera di [[Hans Holbein il Giovane]].]]
{{Vedi anche|Storia del cristianesimo in età medievale|Storia del cristianesimo in età moderna}}All'alba del [[XV secolo]], la [[Chiesa cattolica|Chiesa Cattolica]] si trovava invischiata nel [[Scisma d'Occidente|Grande scisma d'Occidente]], nato nel 1378 per la volontà di alcuni cardinali di rimanere nella sede di [[Avignone]] e non in quella di Roma. Lo scisma si protrasse fino al 1417 quando, con il [[Concilio di Costanza]], fu eletto il romano Oddone Colonna, che prese il nome di [[Papa Martino V|Martino V]] (1417-1431). La fine del Grande scisma segnò l'inizio di una tendenza, quella del [[conciliarismo]], che sosteneva che il papa, pur rimanendo il capo della Chiesa Cattolica, dovesse convocare ogni cinque anni un concilio generale perché questi osservasse se il pontefice avesse promesso di mantenere quanto deciso a Costanza. Se Martino V riuscì in un modo o nell'altro a eludere la convocazione dell'assise, ciò non riuscì al suo successore [[Papa Eugenio IV|Eugenio IV]] (1431-1447) sotto il cui pontificato alcuni prelati [[Concilio di Basilea, Ferrara e Firenze|riunitisi a Basilea]], nonostante il richiamo del pontefice e la sua sconfessione dell'assise conciliare, si ribellarono all'autorità pontificia eleggendo l'ex [[Duchi di Savoia|duca di Savoia]] [[Amedeo VIII di Savoia|Amedeo VIII]], che prese il nome di Felice V. Da questa lotta ne uscì rafforzata la carica pontificia che, sotto i pontificati di [[Papa Niccolò V|Niccolò V]] (1447-1455) e [[Papa Pio II|Pio II]] (1458-1461), fautori della diffusione del nascente [[umanesimo]], assurse ad un ruolo di dominatore indiscusso nella vita della Chiesa Cattolica, minacciando di scomunica chiunque avesse convocato un concilio senza l'autorizzazione del papa. Instauratasi quindi una monarchia papale assoluta e delineatosi il moderno [[Stato Pontificio|Stato della Chiesa]] nei confini che rimarranno invariati fino al 1860, la Chiesa di Roma poté avviarsi da un lato verso la stupenda [[Rinascimento romano|fase rinascimentale]] che avrebbe fatto della Città Eterna uno dei centri propulsori dell'arte e della filosofia; dall'altra parte la mancanza di riforme morali e disciplinari invocate a Costanza prima e a Basilea poi gettarono discredito sulla vita licenziosa e immorale che si respirava sia tra i [[chierici regolari]] che quelli [[Sacerdote (cattolicesimo)|diocesani]], tra i [[Religioso (cristianesimo)|religiosi]], [[Vescovo|vescovi]] e [[Cardinale|cardinali]]. L'esempio di papi profondamente immorali quali [[Papa Innocenzo VIII|Innocenzo VIII]] (1484-1492) e, in particolar modo, il lussurioso [[Papa Alessandro VI|Alessandro VI]] (1492-1503) e il bellicoso [[Papa Giulio II|Giulio II]] (1503-1513), suscitarono l'indignazione di numerosi intellettuali e religiosi sinceramente animati dallo spirito cristiano delle origini, quali il predicatore [[Ordine dei frati predicatori|domenicano]] [[Girolamo Savonarola]] e l'umanista olandese [[Erasmo da Rotterdam]]. Costoro chiedevano infatti una moralizzazione dei costumi, una vita dedita alla preghiera e alla presa di coscienza dell'essere cristiani non solo in apparenza ma anche interiormente, lo studio delle [[Bibbia|Sacre Scritture]], l'educazione del popolo di Dio e la fine della tendenza da parte dei pontefici di concentrarsi più sul [[potere temporale]] che su su quello spirituale. Nonostante i tentativi di riforma "dal basso", la situazione non migliorò neanche con il fiorentino [[Papa Leone X|Leone X]] (1513-1521) il quale, più interessato alla [[poesia]], ai banchetti e alla vita gaudente che al suo ruolo di guida della Cristianità, fu la causa che spinse il monaco [[Ordine di Sant'Agostino|agostiniano]] Martin Lutero a dare inizio alla Riforma protestante (1517).
 
=== Riforma protestante ===
{{Vedi anche|Martin Lutero|Giovanni Calvino|Scisma anglicano|Riforma protestante}}
[[File:Lucas Cranach d.Ä. - Martin Luther, 1528 (Veste Coburg).jpg|miniatura|Ritratto di Martin Lutero ad opera di [[Lucas Cranach il Vecchio]].]]
{{...|Storia|Religione}}
L'abuso di potere operato da papa Leone X con la vendita delle indulgenze in cambio di denaro per la realizzazione della [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica di San Pietro]] suscitò un ampio risentimento in [[Germania]], sentimento che fu interpretato dal monaco Martin Lutero (1483-1546) che, il 31 ottobre del 1517, affisse sulle porte della Cattedrale di [[Wittenberg]], in [[Principato Elettorale di Sassonia|Sassonia]], [[95 tesi di Lutero|95 tesi]] in cui si contestavano le linee politiche e pastorali adottate dal pontefice e dal predicatore domenicano [[Johann Tetzel]]. Chiamato a rispondere del suo operato, Lutero si rifiutò, venendo poi [[Scomunica|scomunicato]] dallo stesso Leone X nel 1520 con la bolla ''[[Exsurge Domine]]''. Nonostante la scomunica, Lutero fu protetto dal principe elettore di Sassonia, [[Federico il Saggio]], il quale a sua volta chiese l'arbitrato del nuovo [[Imperatore del Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] per dirimere la contesa che stava infiammando la Germania. [[Dieta di Worms (1521)|Riunitesi quindi le massime autorità politiche ed ecclesiastiche tedesche a Worms]] nel 1521 Lutero, nonostante le forti pressioni dell'imperatore e degli esponenti fedeli alla Chiesa di Roma, decise di non ritrarre in alcun modo le proprie affermazioni, venendo perciò dichiarato nemico pubblico. L'ex monaco però fu fatto catturare dai messi dell'elettore di Sassonia e trasferito al sicuro nel [[Wartburg|castello di Wartburg]] ove, col beneplacito del suo protettore, si accinse a tradurre la [[Bibbia di Lutero|Bibbia in tedesco]] e ad elaborare i punti chiave della sua teologia che si può riassumere nel quinomio [[Cinque sola|''sola fide, sola gratia,'' ''sola scriptura, solus Christus, soli Deo gloria'']]. La diffusione del luteranesimo fu capillare nell'Europa centro-settentrionale, dove in molti casi furono gli stessi sovrani ad adottare la teologia luterana per fini meramente politici, allo scopo di sottrarsi all'influenza di Roma e secolarizzare i suoi beni.
[[File:Portrait john calvin reverse.jpg|sinistra|miniatura|Ritratto di Giovanni Calvino ad opera di un anonimo]]
Oltre a Lutero, l'altro principale esponente del movimento riformatore fu il francese [[Giovanni Calvino]] (1509-1564) il quale, rifugiatosi a [[Ginevra]] in [[Svizzera]] per sottrarsi alle prime persecuzioni contro gli eretici ad opera di [[Francesco I di Francia|Francesco I]], estremizzò la teologia luterana per quanto riguarda la [[predestinazione]], l'organizzazione ecclesiastica, l'aspetto morale e l'assolutizzazione del principio della sovranità di Dio. Sul piano della predestinazione e della [[Grazia (teologia)|Grazia]], Calvino affermava che gli uomini non si salvano per le loro opere e neanche per la loro fede, ma perché sono stati predestinati al [[Paradiso]] da [[Dio]] al momento della creazione della loro anima: i fedeli potevano intravedere il favore divino grazie, per esempio, al loro successo nella vita privata e pubblica. Calvino, dal punto di vista organizzativo, trasformò Ginevra in un laboratorio ove mettere in pratica la sua concezione della Chiesa e della stessa società, organizzata in gruppi di [[Pastore (religione)|pastori]] e di [[Anziano (religione)|anziani]] con il compito di vigilare sulla moralità dei fedeli, insistendo su di una vita austera e morigerata senza cadere in alcuna vanità. Il calvinismo - che trovò un suo pieno delineamento dottrinale nel [[Sinodo di Dordrecht]] (1618-1619) - si diffuse principalmente in Svizzera, nei [[Paesi Bassi]], in [[Scozia]] e, grazie all'emigrazione dei [[Puritani|puritani inglesi]], nel [[America del Nord|Nord America]].
 
Infine bisogna ricordare lo scisma anglicano ad opera di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]] (1509-1547). A differenza delle esperienze luterane e calviniste, il sovrano inglese - proclamato [[Defensor Fidei|difensore della fede]] da Leone X per aver attaccato in un libello (''Difesa dei sette sacramenti'') le posizioni di Lutero - si autoproclamò capo della Chiesa inglese in seguito al rifiuto da parte di [[papa Clemente VII]] (1523-1534) di sciogliere il suo matrimonio con [[Caterina d'Aragona]] (zia di Carlo V) perché potesse poi sposare la sua [[Concubinato|concubina]] [[Anna Bolena]] con la prospettiva che quest'ultima potesse dare al regnante il sospirato erede maschio. Bisogna ricordare che Enrico VIII, edotto di [[teologia]], non si discostò dottrinalmente dalla Chiesa Cattolica durante il suo regno: la conversione ai principi protestanti avvenne sotto il regno del figlio [[Edoardo VI d'Inghilterra|Edoardo VI]] (1547-1553) e, dopo il breve regno della cattolica [[Maria I d'Inghilterra|Maria I]] (1553-1558), definitivamente sotto il lungo regno di [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elisabetta I]] (1558-1603).
 
=== Il Concilio di Trento ===