Cagliostro: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: elenco puntato, come da manuale
Nessun oggetto della modifica
Riga 51:
Giuseppe e Lorenza emigrano nuovamente: imbarcati il 15 settembre 1772 per la [[Francia]], durante il viaggio conoscono l'avvocato francese Duplessis, amministratore dei beni della marchesa de Prie: una volta giunti a [[Parigi]] e alloggiati nel palazzo de Prie Lorenza diviene l'amante di Duplessis. Tuttavia questa volta il sentimento fra i due è sincero. Lorenza lascia Giuseppe e va ad abitare in un appartamento pagato dall'amante. In più denuncia Giuseppe per incitamento e sfruttamento della prostituzione, vendicandosi così di anni di maltrattamenti.
 
Giuseppe, in risposta, la denuncia per adulterio e abbandono del tetto coniugale e la legge lo supporta: Lorenza viene arrestata, rinchiusa a Sainte-Pelagie e, dopo quattro mesi, accetta di ritirare la denuncia e tornare dal marito in cambio del suoproprio rilascio.
 
La coppia continua a spostarsi in [[Belgio]], [[Sacro Romano Impero|Germania]], [[Italia (regione geografica)|Italia]], [[stato monastico dei Cavalieri di Malta|Malta]], [[spagna Borbonica|Spagna]]. Infine, nel luglio 1776, i due tornano nuovamente a [[Londra]].
Riga 63:
A [[San Pietroburgo]] fu diffidato dall'ambasciatore di Spagna a spacciarsi per spagnolo e un suo documento, con il quale voleva attestarsi come un [[Rosacroce]], fu riconosciuto falso. Si presentava anche come [[Taumaturgia|taumaturgo]] e aveva l'accortezza di non farsi pagare dai poveri - solo dai ricchi - e se non otteneva nessuna guarigione, così da guadagnare in popolarità, fino all'ennesima denuncia. Nel maggio 1780 Cagliostro e Serafina giunsero a [[Varsavia]], ospiti del principe Adam Pininsky, massone e appassionato di [[alchimia]], convinto che Cagliostro fosse in grado di trasformare il [[piombo]] in oro: a questo scopo gli affiancò il confratello massone August Moszynsky negli esperimenti di laboratorio. Questi pubblicherà nel 1786 un libretto sulle esperienze alchemiche condivise, riferendo come Cagliostro ottenesse l'oro dal piombo semplicemente sostituendo il recipiente contenente il piombo con un altro eguale contenente l'oro.
 
Questo, e una nuova denuncia per molestie nel corso di una [[seduta spiritica]] portòlo costrinsero, il 26 giugno 1780, a una frettolosa partenza per la Francia. A [[Strasburgo]], Cagliostro si finse medico: le ricette delle sue truffaldine [[Tisana|tisane]] sono arrivate fino a oggi. Riuscì comunque a costruirsi una fama esaltando le sue millantate doti di guaritore e pubblicizzandosi come in grado di guarire qualsiasi malattia e risolvere qualunque problema.
 
=== Rito Egizio ===
Riga 88:
[[File:Marie Antoinette Adult9.jpg|thumb|upright|Maria Antonietta nel 1786]]
 
È in questo periodo che venne coinvolto nella vicenda nota come lo [[scandalo della collana]]: nel 1774 il gioielliere di corte Boehmer aveva realizzato una elaboratissima collana di diamanti, del valore di 1.600.000 ''[[livre]]'' - pari a circa 500  kg d'[[oro]] - e la offrì alla regina [[Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena|Maria Antonietta]], che rifiutò l'acquisto. Due avventurieri, i millantatori conte e [[Jeanne de Saint-Rémy de Valois|contessa De la Motte]], organizzarono allora una truffa ai danni del cardinale de Rohan, facendogli credere che in realtà Maria Antonietta desiderasse acquistare la collana. Il cardinale era avversato dalla regina a causa della gaffe da lui commessa nei confronti di Maria Teresa d'Austria, sua madre, e si convinse che tramite la collana avrebbe potuto riconquistare l'amicizia di Maria Antonietta. La coppia convinse il cardinale a farsi garante presso il gioielliere per conto della regina.
 
La collana, consegnata dall'inconsapevole cardinale a un complice dei due, finì nelle mani del conte De la Motte, che cercò di venderla, smembrata, in Inghilterra, ma la truffa fu scoperta e i colpevoli arrestati: la contessa De la Motte, per attenuare le sue responsabilità, accusò Cagliostro di essere l'ideatore del raggiro. Cagliostro, arrestato con la moglie il 22 agosto 1785, fu incarcerato nella [[Bastiglia]].
Riga 112:
 
=== Ritorno in Italia ===
Il 5 aprile 1787, senza la moglie, raggiunse [[Bienne]], in [[Svizzera]]. Mentre era ospite del banchiere Sarasin, Lorenza, rimasta a Londra per liquidare i beni lì posseduti, venne avvicinata dal giornalista del ''Courier de l'Europe'', al quale raccontò i maltrattamenti subiti dal marito e della sua proibizione di farle professare la fede cattolica. Una volta raggiunto Cagliostro in Svizzera, Lorenza ritrattò tutto pubblicamente, ma lo riconfermò in una lettera spedita ai genitori, a Roma, lettera che verrà mostrata come prova a carico di Cagliostro durante il processo.
 
In [[Svizzera]] Balsamo litigò con uno degli ultimi amici rimastigli, il pittore Loutherbourg, che lo accusò di insidiargli la moglie. Continuò la sua attività di guaritore, ma senza più successo. Il 23 luglio 1788 parte con Lorenza per [[Aix-les-Bains]]: di qui andarono a [[Torino]], ma ne vennero immediatamente espulsi. Si recarono quindi a [[Genova]] passando, in settembre, per [[Venezia]], poi per [[Verona]] e di qui nei territori imperiali, soggiornando un mese a [[Rovereto]] per poi raggiungere la città di [[Trento]] il 21 novembre.
Riga 126:
In settembre, Lorenza denunciò Cagliostro al parroco di Santa Caterina della Rota, e la denuncia venne trasmessa il 5 dicembre all'[[Inquisizione]]: all'ultimo momento, Lorenza si era rifiutata di firmarla, ma venne ugualmente acquisita e si aggiunse a quelle del 27 novembre a nome del padre di Lorenza, Giuseppe Feliciani, e della spia Carlo Antonini. Il 27 dicembre 1789, a seguito di una riunione cardinalizia cui presenziarono il [[papa Pio VI]] e il Segretario di Stato, Cagliostro, la moglie e fra' Giuseppe furono arrestati. Cagliostro venne rinchiuso in [[Castel Sant'Angelo]], Lorenza nel convento di Sant'Apollonia a [[Trastevere]] e il cappuccino nel convento dell'Ara Coeli.
 
Contro Cagliostro furono mosse accuse gravissime: esercizio dell'attività di massone, [[magia]], bestemmie contro Dio, Cristo, la Madonna, i santi e la religione cattolica, di [[Sfruttamento della prostituzione|lenocinio]], falso, truffa, calunnia e pubblicazione di scritti sediziosi:; erano fondate in gran parte sulle dichiarazioni della moglie e su scritti e dichiarazioni rilasciate nel corso degli anni da Cagliostro ed erano punite con la morte.
 
La linea difensiva dell'avvocato di Balsamo, Carlo Costantini, consistette nel far passare il suo assistito per un semplice ciarlatano, in modo da togliere ogni credibilità a quanto Cagliostro avesse mai scritto e sostenuto, relativamente almeno alle sue posizioni ideologiche, considerate di maggiore gravità, perché facevano di lui un [[eresiarca]]. Per il resto, l'avvocato cercò di far passare Lorenza come una prostituta, una donna immorale e pertanto inattendibile: lei, «moglie, complice impunita e prostituta non può sicuramente somministrare non già una prova, ma nemmeno un indizio per aprire l'inquisizione», dal momento che, secondo la difesa di Balsamo, se Lorenza diceva il vero era colpevole quanto il marito.