La procedura per codificare in percentuale dati binari è stata spesso estesa, talvolta in modo inappropriato o senza essere completamente specificata, per applicarsiessere aiapplicata a dati basati su caratteri. Negli anni formativiiniziali del [[World Wide Web]], quando sivenivano trattava ditrattati caratteri dati neldel repertorio ASCII e si utilizzavano i loro byte corrispondenti come base per determinare le sequenze percent-encodedper la codifica in percentuale, questa pratica era relativamente innocua;: si assumeva semplicemente che i caratteri e i byte si mappassero uno a uno e fossero intercambiabili. Tuttavia, la necessità di rappresentare caratteri al di fuori dell'intervallo ASCII crebbe rapidamente, e gli schemi e i protocolli URI spesso non fornivano regole standard per preparare i dati carattere per l'inclusione in un URI. Di conseguenza, le applicazioni web iniziarono a utilizzare diverse codifiche multi-byte, [[state (informatica)|stateful]], e altre codifiche non compatibili con ASCII come base per illa percent-encodingcodifica percentuale, portando aad ambiguità e difficoltà nell'interpretazione affidabile degli URI.
Ad esempio, molti schemi e protocolli URI basati sugli RFC 1738 e RFC 2396 presumono che i caratteri dati verranno convertiti in byte secondo una [[codifica dei caratteri]] non specificata prima di essere rappresentati in un URI tramite caratteri non riservati o byte percent-encodedcodificati in percentuale. Se lo schema non consente all'URI di fornire un'indicazione su quale codifica sia stata utilizzata, o se la codifica confliggedovesse andare in conflitto con l'uso di ASCII per percent-encodedcodifica in percentuale di caratteri riservati e non riservati, allora l'URI non può essere interpretato in modo affidabile. Alcuni schemi non considerano affatto la codifica e suggeriscono invece che i caratteri dati si mappino direttamente sui caratteri URI, lasciando così alle implementazioni decidere se e come percent-encodedcodificare iin percentuale caratteri dati che non rientrano né negli insiemi riservati né in quelli non riservati.