Gaio Svetonio Tranquillo: differenze tra le versioni

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|PostNazionalità = dell'[[età imperiale]]
|Immagine = Suetonius etching (cropped).jpg
|Didascalia = [[Incisione]] ottocentesca di Svetonio.
}}
 
== Biografia ==
Svetonio nacque attorno al [[70]] d.C. in un luogo imprecisato del ''Latium vetus'', forse a [[Ostia (città antica)|Ostia]], dove ebbe la carica religiosa locale di pontefice di [[Vulcano (divinità)|Vulcano]] (solitamente conferita a vita). Altre ipotesi fissano il suo luogo di nascita a Roma oppure a [[Ippona]] in Africa (dove è menzionato in un'iscrizione), o ancora a [[Pesaro]] nelle attuali Marche (tesi di Syme).
 
Non si conosce, tuttavia, con precisione l'anno di nascita: alcuni, facendo riferimento ada una lettera inviata da [[Gaio Plinio Cecilio Secondo|Plinio il Giovane]] a Svetonio nel [[101]],<ref>X 95.</ref> anno in cui avrebbe potuto ricevere un tribunato militare se avesse intrapreso la carriera militare, collocano la data al [[77]]. Altri anticipano la data al [[69]], altri ancora, esaminando altre lettere indirizzate all'autore del ''[[De vita Caesarum libri VIII|De vita Caesarum]]'', la collocano al [[71]] o al [[75]].
 
Ugualmente incerta è l'origine sociale di Svetonio: non si può stabilire con precisione se la sua famiglia appartenesse al ceto equestre o fosse plebea, anche se l'autore stesso riferisce che il padre, Svetonio Leto, era tribuno angusticlavio della XIII legione, che servì [[Otone]] nella [[prima battaglia di Bedriaco]] contro [[Vitellio]].<ref>''De Vita Caesarum'', VII, 10.</ref>
 
Nonostante le origini non patrizie, Svetonio studiò non solo [[grammatica]] e [[letteratura]], ma anche [[retorica]] e [[giurisprudenza]], divenendo [[avvocato]] e corrispondente di Plinio il Giovane, che lo considerava un suo protetto e che diede un impulso alla carriera di Svetonio. Prima di morire, nel [[113|113 d.C.]], infatti, lo affidò alla protezione di [[Setticio Claro]], che, divenuto prefetto del pretorio dell'imperatore [[Adriano]], ottenne per lui la carica di segretario dell'imperatore (''procurator a studiis'' e ''ab epistulis'', ovvero sovrintendente degli archivi e curatore della corrispondenza imperiale), ede in tale qualità aveva accesso ai documenti più importanti degli archivi imperiali.
 
Svetonio ricoprì, dunque, cariche importanti sotto l'imperatore [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] e forse già sotto [[Traiano]], entrando a far parte del personale a più stretto contatto con l'imperatore: tuttavia, il suo allontanamento da parte dell'imperatore Adriano nel [[122]] (assieme al prefetto del pretorio Setticio Claro, con la motivazione ufficiale di aver trattato con eccessiva vicinanza l'imperatrice Sabina),<ref>[[Elio Sparziano]], ''Adriano'', 11, 3.</ref> per motivi non chiari (nel contesto di una epurazione dei quadri dirigenti voluta forse dall'imperatrice stessa per conferire gli incarichi ai suoi protetti) segnò la fine della sua carriera.
 
Anche la data di morte non è del tutto sicura, ed è posta da alcuni attorno al [[126]], da altri una quindicina di anni dopo, intorno al [[140]] o addirittura al [[161]], anno della morte dell'imperatore [[Antonino Pio]].
 
== Opere ==
[[File:Nuremberg chronicles f 111r 1.png|thumb|[[Miniatura]] che raffigura Svetonio intento nella lettura, tratta dal ''[[Cronache di Norimberga|Liber Chronicarum]]'' (''[[Wikisource:de:Die Schedelsche Weltchronik (deutsch):111|foglio CXI]]''), trattato di [[Hartmann Schedel]] ([[1493]]).]]
=== ''De viris illustribus'' ===
{{Vedi anche|De viris illustribus (Svetonio)}}
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A parte una [[genealogia]] introduttiva e un breve riassunto della vita e della morte del personaggio, queste biografie non seguono un modello cronologico, bensì uno schema non rigido, modificabile a seconda delle esigenze dell'autore. Questo schema era composto da moduli biografici di tipo alessandrino: si partiva dalla nascita e dalle origini familiari, per poi passare all'educazione, alla giovinezza, alla carriera politica prima dell'assunzione al potere; qui iniziava la seconda parte (organizzata ''per species'', ovvero per categorie) della narrazione: i principali atti di governo, un ritratto fisico e morale, la descrizione della morte e del funerale, infine il testamento. Tutto ciò a discapito dell'organicità del racconto, con un interesse spesso dispersivo verso il particolare o l'aneddoto.<ref name="Perelli324"/>
 
La differenza con il contemporaneo [[Plutarco]] è che, mentre quest'ultimo partecipava più emotivamente al racconto, Svetonio dimostra una un'attenzione più documentaria che appassionata. Svetonio appare più distaccato, astenendosi da un giudizio personale.<ref name="Perelli325">Luciano Perelli, ''Storia della letteratura latina'', cit., p. 325.</ref> Emerge anche una caratterizzazione negativa degli imperatori del [[I secolo]], forse incoraggiato dallo stesso [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]], al fine di contrapporre il suo buon governo a quello dei suoi predecessori, caratterizzato spesso da eccessi (vedi su tutti [[Caligola]], [[Nerone]] e [[Domiziano]]).<ref name="Perelli325"/> Svetonio sembra concentrarsi soprattutto attorno alla figura del ''princeps'', quasi incurante del mondo imperiale che lo circonda.
 
La forma, che appare in alcuni casi sciatta, risulta semplice, lineare, con una struttura schematica, anche frammentaria, che non fornisce un discorso articolato da un punto di vista stilistico.<ref name="Perelli325"/> In alcuni casi, Svetonio riesce invece ada "''ottenere notevoli effetti drammatici ed a mostrare una caratterizzazione psicologica coerente''".<ref name="Perelli325"/>
 
Come membro della corte imperiale (del ''[[consilium principis]]'') e ''procurator a studiis'' e ''a bibliothecis'' (sovrintendete degli [[archivio|archivi]] e delle [[biblioteca|biblioteche]] imperiali), Svetonio aveva a disposizione documenti di prima mano (decreti, ''[[Senatoconsulto|senatus consulta]]'', verbali del [[Senato romano|Senato]]), tutti utili fonti per il suo lavoro, e materiale utile agli storici moderni per la ricostruzione del periodo. Tuttavia egli si servì anche di fonti non ufficiali, quali scritti propagandistici e diffamatori e anche testimonianze orali, al fine di alimentare quel gusto per l'aneddoto e il curioso cui egli dedica ampio spazio e che alcuni gli ascrivono come difetto ede altri come pregio.
 
=== Opere minori ===
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Di altre opere ci informano in parte il lessico ''Suda'' e grammatici latini tardi:<ref>{{cita libro|traduttore=Graves Robert|titolo=Suetonius: The Twelve Caesars|url=https://archive.org/details/twelvecaesarspen00suet|annooriginale=1957|anno=2007|editore=Penguin Books|città=Hamondsworth|edizione=1|lingua=en|capitolo=Foreword|isbn=978-0140455168}}</ref> si va, così, dalle ''Vite dei sovrani'' alle più piccanti ''Vite di famose cortigiane'', per continuare con opere che erano, forse, sezioni di un trattato spesso citato come ''Roma'' e che doveva comprendere, in una sorta di miscellanea, vari aspetti della vita romana. Lo attesterebbero titoli come ''Su usi e costumi dei Romani'', ''Sull'anno romano'', ''Sulle feste romane'', ''Sui vestiti'', ''Sul De re publica di Cicerone'', ''Sulle magistrature''.
 
Di carattere ancor più vario e meno compatto doveva essere il ''Pratum'', che forse comprendeva titoli come ''Sui metodi di misurazione del tempo'', ''Problemi grammaticali'', ''Sui difetti fisici'', ''Sulla Natura'', ''Sui segni diacritici usati nei libri''. L'insieme dei frammenti, in parte latini e in parte greci, è tuttavia troppo esiguo per consentire un'analisi di tali opere e verificarne la paternità.
L'insieme dei frammenti, in parte latini e in parte greci, è tuttavia troppo esiguo per consentire un'analisi di tali opere e verificarne la paternità.
 
== Una valutazione di Svetonio ==
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* A. Macé, ''Essai sur Suétone'', [[Parigi]] 1900.
* W. Steidle, ''Sueton und die antike Biographie'', Monaco 1951.
* F. Della Corte, ''Svetonio eques Romanus'', Firenze 1967².
* E. Cizek, ''Structures et idéologie dans Les vies des douze Césars de Suétone'', [[Bucarest]]-Parigi 1977.
* B. Baldwin, ''Suetonius'', [[Amsterdam]] 1983.