Anni di piombo: differenze tra le versioni
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Probabilmente secondo per risonanza internazionale solo al [[sequestro Moro]] fu il sequestro del generale [[Stati Uniti d'America|statunitense]] [[James Lee Dozier]] ad opera delle [[Brigate Rosse]], che coincise nel tempo con il periodo considerato comunemente come conclusivo di un ciclo degli anni di piombo. Il sequestro Dozier destò scalpore per la capacità delle Brigate Rosse di colpire un obiettivo militare tanto significativo: il generale era infatti all'epoca vice comandante della [[NATO]] nel [[Europa meridionale|Sud Europa]] e venne sequestrato a [[Verona]] il 17 dicembre [[1981]]. Fu poi liberato a [[Padova]] il 28 gennaio [[1982]] da un'azione dei [[Nucleo operativo centrale di sicurezza|NOCS]].
[[File:Strage di Bologna buco.jpg|miniatura|La lapide che ricorda le vittime della [[strage di Bologna]]]]
Lentamente verso il finire del decennio gli episodi di violenza scemarono. In particolare crollò il sostegno alle Brigate Rosse dopo l'assassinio dell'operaio [[Guido Rossa]] nel [[1979]]. Rossa aveva denunciato un suo collega sorpreso a distribuire materiale di propaganda terroristica delle BR. Gli anni di piombo stavano terminando, l'opinione che la lotta armata potesse portare al cambiamento dell'assetto costituzionale dello Stato stava cessando. Lo scrittore [[Franco Berardi|Bifo Berardi]], già esponente della sinistra extraparlamentare, ha affermato: «Alla fine del decennio [[Anni 1970|settanta]] ogni comportamento antilavorista venne colpevolizzato, criminalizzato e rimosso, [...] il realismo del capitale riprendeva il posto di comando, con il trionfo delle politiche neoliberiste. Iniziava la controffensiva capitalistica, la vita sociale veniva nuovamente sottomessa alla produttività, la competizione economica veniva santificata come unico criterio di progresso.»<ref>{{Cita libro|autore=Franco «Bifo» Berardi|titolo=Il sapiente, il mercante, il guerriero|città=Roma|editore=Derive Approdi|anno=2004}}</ref>.
All'inizio degli [[Anni 1990|anni novanta]] il [[giudice per le indagini preliminari]] di [[Savona]] Fiorenza Giorgi, nel decreto di archiviazione relativo ad un'indagine su [[Bombe di Savona|alcune bombe esplose in città]] tra il [[1974]] e il [[1975]], compie un'analisi degli attentati avvenuti nella prima fase della strategia della tensione, in cui, tra le altre cose, cita le coperture garantite dai servizi italiani ad alcune azioni terroristiche e all'operato di personaggi come [[Junio Valerio Borghese]]. Secondo quanto riportato dal giudice:
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