Augusto Del Noce: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Salnitrum (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Riga 86:
Riguardo al [[marxismo]] e alla sua interpretazione Del Noce scrisse due opere, ovvero ''Il cattolico comunista'' e ''Il suicidio della rivoluzione'', che costituiscono la continuazione de ''Il problema dell'ateismo'' in quanto in esse il filosofo analizza più dettagliatamente solo una delle linee filosofiche originate da Cartesio, quella razionalistica, cioè quella che nella storia moderna fu vincente nella sua estensione politica, nel tentativo di trovare e di dimostrare la continuità necessaria fra razionalismo, materialismo, marxismo e infine nichilismo, quest'ultimo inteso come cifra ''problematica'' della civiltà [[postmodernismo|postmoderna]].
 
La giustificazione epistemologica di questa analisi è data dal fatto incontestabile che la storia del Novecento inizia da un fatto filosofico, ovvero dal passaggio della filosofia marxiana in azione politica, ovvero dalla coerentizzazionecoerentizzazionepopo di quella che Del Noce definisce la «non-filosofia di Marx»: da ciò appare non solo giustificato ma anche necessario portarsi sul piano storico della filosofia per comprenderne il suo portato teoretico, e così disinnescarne il suo sostrato ideologico. Del Noce si affianca a diversi studiosi stranieri, quali ad esempio Voegelin, per rintracciare l'inizio della cosiddetta [[secolarizzazione]], il cui compimento sarebbe stato appunto il marxismo e poi il nichilismo, nel sequestro della nozione di «progresso» da parte di filosofie laiche dalla teologia di [[Gioacchino da Fiore]], o meglio dall'interpretazione di tale teologia: ben nota è infatti la distinzione gioachimita nelle tre età della storia, l'Età di Dio-Padre ([[Ebraismo]]), l'Età di Dio-Figlio ([[Cristianesimo]]) e infine l'Età di Dio-Spirito che avrebbe dovuto superare i «limiti» del Cristianesimo ed estendere l'elezione e la salvezza in modo universale.
 
Di tale teologia mistica e profetica si appropriò lo [[gnosticismo]] sviluppatosi in seno al Cristianesimo stesso ed estesosi pian piano oltre i confini delle filosofie razionalistiche del Settecento e soprattutto dell'[[XIX secolo|Ottocento]]. Del Noce nota infatti una sorta di dialettica nata all'interno dell'illuminismo settecentesco non tanto fra atei e [[deismo|deisti]] bensì fra rivoluzionari e conservatori, ovvero fra il puro [[giacobinismo]] ghigliottinatore dell'«''[[ancien Régime]]''» e il progressismo che caratterizzò invece la fase dell'illuminismo dopo la degenerazione della [[rivoluzione francese]] in Terrore, ovvero la fase dei cosiddetti ''ideologues'', fra i quali [[Pierre Cabanis|Cabanis]] e Condorcet. Il punto attorno a cui si sviluppava tale dialettica fu appunto la differente [[filosofia della storia]] che aveva caratterizzato l'illuminismo pre-rivoluzionario e l'illuminismo post-rivoluzionario, in quanto il primo aveva escluso una qualsiasi evoluzione storica e necessaria dell'umanità e aveva anzi condannato il Medioevo con la [[storiografia]] della leggenda nera, mentre il secondo aveva invece rivalutato l'intera storia pre-illuministica (sia pagana che cristiana) considerandola come momento dialettico necessario pur se negativo della storia universale.