Povertà: differenze tra le versioni

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==== Povertà e ribellione ====
[[File:Joachim of Flora.jpg|upright=0.7|thumb|Gioacchino da Fiore]]
Nel [[Medioevo]] quindi i poveri sono riconosciuti come tali e sono integrati nella società medioevale che dibatte sull'elemosina e sull'assistenza dei poveri, sul valore morale e religioso della povertà che troverà il suo massimo rappresentante in [[San Francesco d'Assisi]], ([[1181]]/[[1182]] - 3 ottobre [[1226]]), ''pauper cum Petro'', ''il poverello'' di Dio, fondatore dell'[[Ordini mendicanti|Ordine mendicante]]. La concezione della povertà diventa con lui non solo imitazione della vita di Cristo ma viene interpretata, specialmente dopo la sua morte, anche come denuncia della condotta morale della Chiesa e del suo [[potere temporale]]. Solo quattro anni dopo la sua morte infatti il [[papa Gregorio IX]], con la [[Bolla pontificia|bolla]] ''[[Quo elongati]]'', si preoccupava di rendere noto che il [[Testamento (San Francesco)|''Testamento'' del santo d'Assisi]] non avesse un valore vincolante per i suoi successori. La divisione in [[Francescani spirituali|Spirituali]], che seguono il precetto dell'assoluta povertà, e dei [[Conventuali]] più vicini al carattere temporale della Chiesa, è un segno di una crisi sociale dove le differenze tra ricchi e poveri si sono accentuate e ormai la ricchezza ha perso quasi del tutto il carattere [[provvidenza|provvidenziale]] di aiuto e sostegno della povertà com'era al tempo di Sant'Ambrogio.
 
L'unica via per la perfezione morale ora è diventata quella indicata dal [[Gioacchino da Fiore|gioachimismo]] contro la ''ecclesia carnalis'' ''meretrix magna'' (chiesa carnale, grande prostituta). La disputa teologica sulla povertà diviene motivo di scontro politico tra le pretese [[teocrazia|teocratiche]] dei papi, sostenuti dalle nuove aspirazioni all'autonomia dei nascenti [[stato assoluto|stati nazionali]] e l'aspirazione all'impero universale, alla ''res publica cristiana'' (stato cristiano) degli imperatori medievali miranti a un potere unificato temporale e spirituale. Per i [[Gioacchino da Fiore|gioachimiti]] e i [[Fra' Dolcino|dolciniani]] l'ideale della perfetta povertà diventa invece messaggio di ribellione [[anarchia|anarchica]] contro ogni forma di potere dei ricchi, siano essi nella Chiesa o presso l'imperatore, in nome di una trasformazione radicale di una società afflitta dalla miseria materiale e spirituale. Come ribelli essi saranno duramente colpiti sia dal potere spirituale sia da quello temporale che divengono alleati quando si sentono minacciati.
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== Bibliografia ==
=== Bibliografia sulla povertà ===
* A. Brandolini, C. Saraceno, A. Schizzerotto (a cura di), 2009, Dimensioni della disuguaglianza in Italia: povertà, salute, abitazione, [[Il Mulino]], Bologna.
* Baldini, Massimo e Toso, Stefano, 2009, Diseguaglianza, povertà e politiche pubbliche in Collana "Itinerari", Il Mulino, Bologna (Edizione 2009)
* ''"Famiglie in salita" Rapporto 2009 su povertà ed esclusione sociale'', Caritas Italiana - Fondazione «E. Zancan», Il Mulino, Bologna.
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* B.Geremek, ''Mendicanti e miserabili nell'Europa moderna'', Bari 1989;
* B.Geremek, ''La storia dei poveri. Pauperismo ed assistenza nell'età moderna'', a cura di A. Monticone, Roma 1985.
* Camporesi Piero (a cura di), ''Il libro dei vagabondi'', Saggi, Prefazione di [[Franco Cardini]]. ISBN 88-11-59719-6
* M. Foucault, Sorvegliare e punire, 1976 (franc. 1975)
* Ch. Paultre, ''De la répression de la mendicité et du vagabondage en France sous l'Ancien régime'', Paris 1906.