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Nel suo ''[[De Bello Gallico]]'', [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] (e lo storiografo [[Aulo Irzio]]) raccontano l'assedio dell'[[oppidum]] di [[Uxellodunum]], piazzaforte dei Cadurci, la cui presa segnò la fine della [[conquista della Gallia]] nel [[52 a.C.]], ma sulla cui esatta posizione non vi è accordo. (Le ulteime ricerche la collocherebbero al [[Puy d'Issolud]], nel [[Lot (dipartimento francese)|dipartimento del Lot]]. Altri luoghi del Lot sono sono stati considerati: [[Luzech]], Murcens, [[Capdenac]]...)
La tribù dei Cadurci era molto vicina agli [[Arverni]]; il loro capo era [[Lucterio]] (Lucterius) che si rivelerà un fedele alleato di [[Vercingetorige]] nella sua lotta contro Cesare. Un anno dopo la resa di Vercingetroige nell'[[Battaglia di Alesia|assedio di Alesia]], Lucterius e [[Drappès]] il [[Senoni|senone]] (di [[Sens (Yonne)|Sens]]) si rifugiarono invano nell'[[oppidum]] di [[Uxellodunum]] per proseguirvi la lotta. Sconfitto, Lucterius cerca rifugio presso il capo degli Arverni [[Epasnactos]], ma questi, favorevole ai Romani, lo consegnò a Cesare.
La sua figura di capo ostinato - l'ultimo ad opporre resistenza all'invasore romano - ispirerà nel [[XX secolo]], l'epopea di [[Asterix il gallico|Asterix]] e [[Abraracourcix]], celebri personaggi dell'opera di [[René Goscinny|Goscinny]] e [[Albert Uderzo|Uderzo]].
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