Valdo Fusi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
Riga 45:
Nell'immediato dopoguerra, oltre a pubblicare articoli per il quotidiano della DC ''[[Il Popolo]]'', Fusi contribuì con una ricerca di documenti ed informazioni alla difesa del colonnello Felice Biglio, uno dei giudici suoi accusatori nel processo di Torino<ref>{{cita web|titolo=Resistenza unita|data=febbraio-marzo 1972|p=6|accesso=7 settembre 2022|url=https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;4359138;1#}}</ref> ma contrario alla pena di morte<ref>{{cita web|url=http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/risorse/patrimonio-artistico-culturale-storico/dwd/fondi-archivistici/FUSI_DEFINITIVO_rid.pdf|accesso=7 settembre 2022|titolo=Archivio Valdo ed Edoarda Fusi}}</ref>. Durante il processo, svoltosi a Roma, che si concluse con l'assoluzione del Biglio, conobbe la figlia di questi Edoarda, che sposò nel 1948. Candidato ma non eletto nell'[[Assemblea Costituente (Italia)|Assemblea Costituente]], divenne consigliere comunale di Torino nel novembre 1946 e fu eletto alla Camera nella prima legislatura del 1948; nel 1951 fu eletto consigliere provinciale.
 
La sua carriera politica, spesso controcorrente anche rispetto al suo partito<ref>{{cita web|autore=Pier Franco Quaglieni|titolo=Valdo Fusi: “Fiori rossi” per un cattolico coerente e tollerante|rivista=il Torinese|data=4 aprile 2020|accesso=7 settembre 2022|url=https://iltorinese.it/2020/04/04/valdo-fusi-fiori-rossi-per-un-cattolico-coerente-e-tollerante/}}</ref> terminòculminò con la sua partecipazionel'attività comedi dirigente nell'ufficio centrale DC per gli studi, la propaganda e la stampa (SPES), tra il 1951 e il 1952: non venne rieletto alla Camera nel 1953 né venne elettodivenne senatore nel 1958. Continuò invece la carriera forense e fu molto attivo nella vita torinese: tra il 1955 e il 1965 fu presidente dell'Ente provinciale per il turismo di Torino, creando nel 1960 l'Ente manifestazioni torinesi; tra il 1965 e il 1970 divenne poi presidente dell'[[Ordine Mauriziano]]. Morì improvvisamente nella sua casa di Isola d'Asti.
 
La sua biblioteca ed il suo importante archivio sono stati donati dalla vedova alla [[Biblioteca di storia e cultura del Piemonte "Giuseppe Grosso"]] di Torino.