Il disagio della civiltà: differenze tra le versioni
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{{Citazione|La libertà non è un beneficio della cultura: era più grande prima di qualsiasi cultura, e ha subito restrizioni con l'evolversi della civiltà.|Sigmund Freud}}
In questo saggio sociopolitico, Sigmund Freud propone il suo punto di vista mettendo in luce la tensione fondamentale tra la civiltà e l'individuo. L'attrito principale, afferma, nasce dalla ricerca, da parte dell'individuo, della [[libertà]] istintiva mentre la [[civiltà]] tende a richiedere l'esatto contrario ovvero una limitazione della libertà istintuale degli individui che la compongono. Molti [[istinto|istinti]] primitivi e per nulla sopiti degli esseri umani quali l'aggressività, il desiderio di appagamento sessuale ecc. possono diventare pesantemente dannosi per gli equilibri di una comunità umana. Perciò la società crea [[Legge|leggi]] che mettono severamente sotto controllo l'[[Omicidio|uccisione]], lo [[Violenza sessuale|stupro]] e l'[[adulterio]], e prevede punizioni anche molto severe per chi viola tali norme. Questo processo, sostiene Freud, è una caratteristica intrinseca e necessaria della civiltà che inevitabilmente però genera sentimenti di insoddisfazione perpetua nei suoi cittadini.
La teoria esposta da Freud nell'opera si basa dunque sull'affermazione secondo cui gli esseri umani sono spinti ad agire da certi istinti caratteristici che sono innati ma che devono essere messi sotto controllo. La repressione di tali istinti permette una vita sociale equilibrata ma genera frustrazione nei singoli individui poiché essi tendono a seguire il [[principio di piacere]], e tale principio, di natura esclusivamente egoistica, è soddisfatto dagli istinti.
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