Attila: differenze tra le versioni

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=== Divisione del regno ===
==== Invio dei mercenari a sostegno dell'Impero d'Occidente ====
[[File:Huns empire.png|thumb|left|Massima espansione dell'impero unno, 451 circa]]
 
Poco tempo dopo la sua ascesa al trono, in condivisione con il fratello Bleda, gli Unni ricevettero, intorno al 435, un'ambasceria da [[Flavio Ezio]], generalissimo dell'Impero romano d'Occidente: i Romani d'Occidente chiedevano agli Unni sostegno militare contro le minacce nella Gallia, ovvero [[Burgundi]], [[Bagaudi]] (ribelli separatisti) e [[Visigoti]]; in cambio dell'invio di truppe mercenarie in sostegno dell'Impero, gli Unni avrebbero ottenuto dall'Impero le province di Pannonia e Valeria<ref>{{Cita|Kelly|pp. 92-93}}.</ref>. Gli Unni, trovando conveniente l'accordo, accettarono e nel 436/437 contribuirono alla distruzione del regno dei [[Burgundi]], che ispirò la saga dei [[Nibelunghi]]<ref name="VocabolarioTreccani">{{Treccani|nibelungo|Nibelungo|v = sì|accesso = 24 settembre 2015}}</ref>; sempre nel 437 truppe unne arruolate nell'esercito di [[Litorio]], sottufficiale di Ezio, contribuirono alla repressione dei [[Bagaudi]] in [[Armorica]] e alla sconfitta dei Visigoti alle porte di [[Narbona]], che costrinse i Goti a levare l'assedio: si narra che i vittoriosi Unni facenti parte dell'esercito di Litorio portarono ciascuno alla popolazione affamata un sacco di grano<ref>{{Cita|Kelly|pp. 94-95}}.</ref>.
 
L'impiego degli Unni come mercenari di Roma non mancò di provocare polemiche tra gli scrittori cristiani del tempo, in particolare [[Prospero Tirone]] e [[Salviano di Marsiglia|Salviano]], vescovo di [[Marsiglia]]: tali scritti erano scandalizzati dal fatto che Litorio permettesse agli Unni di fare sacrifici alle loro divinità pagane e per il fatto che alcune bande di Unni saccheggiassero alcune regioni dell'Impero senza alcun controllo, sostenendo che se i Romani avessero perseverato a utilizzare un popolo pagano (gli Unni) contro un popolo cristiano seppur ariano (i Visigoti), avrebbero perso presto il sostegno di Dio<ref>{{Cita|Kelly|pp. 94-96}}.</ref>. Nel 439 Litorio, dopo alcune vittorie, era arrivato con i suoi Unni alle porte di [[Tolosa]], intenzionato a conquistarla e a sottomettere definitivamente i Visigoti: nella battaglia che ne risultò, però, le sue truppe mercenarie unne subirono una grave sconfitta e fuggirono in disordine, mentre lo stesso Litorio fu catturato e giustiziato pochi giorni dopo. Secondo l'interpretazione religiosa di Salviano, la sconfitta degli arroganti Romani, adoratori degli Unni, contro i pazienti Goti, timorati di Dio, confermava il passo del [[Nuovo Testamento]], secondo cui «chiunque si esalta sarà umiliato, e chiunque si umilia sarà esaltato». La sconfitta di Litorio spinse Ezio a firmare una pace con i Visigoti riconfermante il trattato del 418, dopodiché tornò in Italia<ref>Sidonio Apollinare, ''Carmina'' VII 297-309; Prospero Tirone, ''s.a.'' 439; Idazio, 117 (''s.a.'' 439); ''Cronaca gallica dell'anno 452'' 123 (''s.a.'' 439).</ref>, per l'emergenza dei Vandali, che proprio in quell'anno avevano conquistato [[Cartagine]]. grog gog
 
==== Accordi di Margus e campagne del 441-442 ====
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Soddisfatte per un po' le loro pretese, gli Unni fecero ritorno nel loro impero. Secondo [[Giordane]] (che riporta quanto riferito da [[Prisco di Panion]]), qualche tempo dopo, nel periodo di pace che seguì alla ritirata da [[Bisanzio]], forse intorno al [[445]], Bleda morì ed Attila divenne l'unico re.{{#Tag:ref|Secondo Cassiodoro, Bleda venne ucciso dal fratello, tuttavia non tutti gli storici moderni concordano su questa affermazione.<ref>Cassiodoro, ''Storia dei Goti'', libro XXXV, citato da {{cita|Luttwak|p. 51}}.</ref>|group="N"}} Ad ogni modo, Attila con la morte del fratello divenne il capo indiscusso degli Unni e rivolse di nuovo le sue attenzioni verso l'Impero d'Oriente.
 
 
=== Monarca assoluto ===