Radio libere: differenze tra le versioni
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Gli apparecchi che gli italiani avevano in casa erano in grado di ricevere sia la [[modulazione di ampiezza]] (AM) che la [[modulazione di frequenza]] (FM). Però gli italiani erano abituati ad ascoltare la sola AM. Le radio private sfruttarono le potenzialità dell'FM. L'FM presentava pregi e difetti. Un limite era l'ampiezza geografica: difficilmente un'emittente poteva coprire un'intera provincia. Le radio libere trasformarono questo limite in punto di forza: nacquero programmi indirizzati a pubblici (''target'') facilmente individuabili. I punti di forza delle radio libere, rispetto al gestore pubblico, erano invece la possibilità di utilizzare tecnologie nuove come la [[stereofonia]] (in questo precedettero la stessa Rai) e l'interattività con gli ascoltatori (sebbene questa fosse già stata avviata dalla RAI con la trasmissione "Chiamate Roma 3131" dalla fine degli anni '60) che vennero coinvolti direttamente dando loro la possibilità di telefonare nel corso dei programmi fornendo opinioni e commenti, oppure dando loro la possibilità di scegliere brani musicali di loro gradimento; molte radio cominciarono così a impostare [[palinsesto|palinsesti]] dedicati a fasce di utenza ben precise centrando la programmazione su tematiche musicali (Rock, musica italiana, folklore locale etc.) o sociali (politica ''in primis'').
La Rai trasmetteva in FM dagli 87,50 ai 100,00 MHz<ref>{{cita web|url=https://www.flickr.com/photos/79918201@N07/28292411974/|titolo=''La Rai al contrattacco'' (4 marzo 1976)|accesso=11 agosto 2016}}</ref>. Tutte le radio private occuparono inizialmente le frequenze superiori ai 100 MHz (fino a 108,00), per poi successivamente utilizzare anche quelle inferiori a causa dell'affollamento incontrollato. La prima radio pirata in Italia è [[Radio Valle Camonica]] nata ufficialmente il 6 novembre 1974 alle ore 15:30 con la “messa in onda” di tre brani musicali da un'idea di Mauro Fiora.
Nel [[1976]] arrivò una seconda, decisiva, sentenza della Corte Costituzionale (n. 202 del 28 luglio 1976<ref>{{Cita web|url=http://www.giurcost.org/decisioni/1976/0202s-76.html|titolo=Consulta OnLine - Sentenza n. 202 del 1976|accesso=2018-03-21}}</ref>): venne liberalizzata la trasmissione via etere in ambito locale. Le radio libere ebbero così copertura legale; da allora poterono moltiplicarsi su tutto il territorio nazionale.
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