Pensiero di Hegel: differenze tra le versioni

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Con l'affermazione suddetta della complementarietà fra reale e razionale, Hegel non vuole comunque sostenere che tutto ciò che accade è da considerarsi razionale (e quindi ne­cessario e giusto) nei minimi particolari. È vero che il reale è razionale, cioè perfettamente necessario, ma non è vero che tutto ciò che esiste in un determinato momento è da considerarsi reale. Hegel, infatti, distingue fra ''reale'' ed ''[[esistenza|esistente]]''. Solo gli aspetti più profondi e universali dell'esistenza sono reali e quin­di razionali. Invece, le manifestazioni particolari dell'esistenza (ciò che è contingente e inessenziale) non sono veramente reali. Ad esempio, sul piano [[politica|politico]], veramente reali non sono i [[sentimento|sentimenti]] e le [[passione|passioni]] degli [[individuo|individui]], ma sono reali e razionali le [[istituzione|i­stituzioni]] e soprattutto lo [[Stato]]. Analogamente, sul piano naturale, veramente reale non è il singolo fenomeno, come, per esempio, l'iridescenza dell'[[arcobaleno]], ma lo sono ben più le [[fisica|leggi fisiche]] che lo determinano.
 
Reale non è, dunque, per Hegel, il partico­lare, l'[[individuo]], ma l'universale.
 
==== Funzione giustificatrice della filosofia ====