Leone Fortis: differenze tra le versioni
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Nel novembre 1856 nacque a Venezia un settimanale dal nome curioso: "Quel che si vede e quel che non si vede"; Fortis ne fu collaboratore e poi direttore. Foglio elegante, ironico, ricco di disegni bozzettistici originali, nella [[Testata giornalistica|testata]] aveva il diavolo zoppo che minacciava con la sua stampella. Vi pubblicarono poesie [[Arnaldo Fusinato]] e [[Ippolito Nievo]]. Ma in mezzo ai versi e alla cronaca letteraria, c'era qualche soffio inneggiante alla libertà e, il 4 gennaio 1857, il foglio fu chiuso, tanto più che si aspettava a Venezia la visita dell'imperatore [[Francesco Giuseppe]] e dell'imperatrice Sissi.
===A Milano e a Trieste===
Due mesi più tardi a Milano usciva "[[Il Pungolo]]", [[settimanale]] che arrivò al 4 aprile 1858, sostituito dal gemello "Il Panorama". Nella testata Leone Fortis, ideatore e direttore del foglio, si rappresentava sotto forma del diavolo zoppo "Asmodeo" - uno dei suoi [[pseudonimo|pseudonimi]] - che punzecchiava col forcone un gruppo di malcapitati. Il settimanale si impose per i toni ironici e anticonformisti e per il profilo dei collaboratori: il critico musicale [[Filippo Filippi]],
Non puntuale e non generoso nei pagamenti, Leone Fortis aveva fama di spendaccione. Scriveva Nievo ad Arnaldo Fusinato, dopo aver appreso che qualche collaboratore era stato pagato: «A lungo andare ci stanchiamo d'essere creduti minchioni e io per me rinunzio al Papato di collaboratore del "Pungolo", ma non voglio più fare il grullo».<ref>Ippolito Nievo, ''Epistolario'', a cura di Marcella Gorra, 1980, p. 458.</ref> Era un continuo prendersi in giro con il settimanale concorrente, "[[L'Uomo di Pietra]]", di [[Antonio Ghislanzoni]], su cui scrivevano, ma cambiando pseudonimo, gli stessi collaboratori. Alla fine del 1858, espulso da Milano e con noie con la [[censura]], Leone Fortis, tornato a Trieste, assunse la direzione del settimanale "[[La Ciarla]]" che, trasformato in rivista illustrata umoristico-letteraria, visse stentatamente per sette numeri. Invano la madre si recava a [[Vienna]], a supplicare l'imperatrice Sissi di aver clemenza per quel figlio un po' discolo. A fine aprile 1859 Leone Fortis fuggì a Torino, travestito da pescatore, e tornò a Milano dopo l'annessione al [[Regno di Sardegna]], per lanciare un nuovo quotidiano.
=== ''Il Pungolo'' (quotidiano) ===
Il giornale "Il Pungolo" divenne per eccellenza il giornale dei milanesi: costo contenuto,
A [[Ingresso di Garibaldi a Napoli|Napoli
=== Altre testate ===
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[[Categoria:Patrioti italiani del XIX secolo]]
[[Categoria:Direttori di periodici]]
[[Categoria:Fondatori di quotidiani]]
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