Quattro giornate di Napoli: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullata la modifica di 62.98.114.39 (discussione), riportata alla versione precedente di Retaggio
Etichette: Rollback Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Sintassi
Riga 196:
Il bilancio degli scontri durante le "quattro giornate" non è concorde nelle cifre; secondo alcuni autori, nelle settantasei ore di combattimenti morirono 168 militari e partigiani e 159 cittadini; secondo la Commissione ministeriale per il riconoscimento partigiano le vittime furono 155 ma dai registri del [[Cimitero di Poggioreale]] risulterebbero 562 morti.
 
È da notare che la gran parte dei combattimenti si ebberoebbe esclusivamente tra italiani e tedeschi. A differenza di altri episodi della [[Resistenza italiana|Resistenza]], furono infatti relativamente rari gli scontri con fascisti italiani, che probabilmente non avevano avuto il tempo di riorganizzarsi efficacemente dopo l'8 settembre (la [[Repubblica Sociale Italiana]] era stata proclamata il giorno 23, ovvero solo quattro giorni prima dello scoppio della rivolta).
 
Oltre l'importantissimo risultato morale e politico dell'insurrezione, le quattro giornate di Napoli ebbero senz'altro il merito di impedire che i tedeschi potessero organizzare una resistenza in città o che, come [[Adolf Hitler]] aveva chiesto, Napoli fosse ridotta «in cenere e fango» prima della ritirata.<ref>[http://www.anpibrindisi.it/archivio-storico/linsurrezione-di-napoli-e-la-resistenza del mezzogiorno L'insurrezione di Napoli e la resistenza del Mezzogiorno]</ref> Parimenti fu evitato che il piano di deportazione di massa organizzato dal colonnello Scholl avesse successo. Nel breve periodo di occupazione tedesca, ci furono circa 4&nbsp;000 deportati. A ciò si giunse non soltanto grazie ai 1&nbsp;589 combattenti ufficialmente riconosciuti, ma anche per la resistenza civile e non violenta di tanti napoletani, in primis le donne, operai, «femminielli», preti, «scugnizzi» (10% circa degli insorti), studenti, professori, medici e vigili del fuoco.