Labrys: differenze tra le versioni

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Il simbolismo della labrys si riscontra fin dalla media [[età del bronzo]] nell'[[arte]] e nella [[mitologia]] [[Creta (Grecia)|cretese]], [[tracia]], [[Mitologia nuragica|nuragica]], [[Antica Grecia|greca]] e [[Impero bizantino|bizantina]]. La labrys compare anche nel simbolismo religioso e mitologico [[africa]]no.
 
Al contrario di quello che si possa credere, le raffigurazioni nella moderna arte "vichinga" di ascescure bipenni sono puramente frutto di fantasia, i [[Vichinghi|guerrieri norreni]] e gli abitanti della [[Scandinavia]] non usarono mai tali armi.
 
Visto il suo significato religioso si è teso a considerare le labrys trovate in contesti archeologici dell'età del bronzo (soprattutto nell'Egeo) come armi sacrificali o cerimoniali. Va però rimarcato come fossero affilatissime, tra le armi meglio affilate dell'età del bronzo, e molto pesanti, adatte al combattimento contro uomini dotati di armatura, quindi è oggi ipotizzabile siano state effettivamente impiegate in combattimento e non solo in cerimonie e parate, anche se l'estrema affilatura ed il peso sono compatibili con l'uso sacrificale ed in particolar modo con la necessità di decapitare sacrifici di grosse dimensioni (tori, equini) con un unico colpo.