Andrea Pozzo: differenze tra le versioni

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Ho definito l'attività di Pozzo e dei suoi allievi presso Atri dell'affresco del soffitto della chiesa di San Giovanni Battista
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Certamente il lavoro che più lo impegnò - e lo ha consegnato ai posteri come elemento rappresentativo del [[Barocco]] romano - fu la realizzazione degli [[Affresco|affreschi]] nel soffitto della navata della [[chiesa di Sant'Ignazio di Loyola in Campo Marzio]], culmine della sua incessante ricerca prospettica e figurativa, espressione dell'ormai raggiunta maturità artistica: sul soffitto piatto della chiesa realizzò in pittura prospettica delle architetture illusorie che, dilatando il campo visivo, incorniciano l'icona più espressiva dello spirito missionario di due secoli di storia della famiglia Gesuita: La ''[[Apoteosi di Sant'Ignazio di Loyola|Gloria di Sant'Ignazio di Loyola]]''. Per la stessa chiesa progettò l'altare dedicato a san [[Luigi Gonzaga]],<ref>{{Cita web|url=https://santignazio.gesuiti.it/opere-arte-chiesa/|titolo=Opere d’arte - Chiesa di sant’Ignazio a Roma|sito=Chiesa di Sant'Ignazio|lingua=en|accesso=2022-09-01}}</ref> mentre per la [[chiesa del Gesù]] realizzò l'[[altare]] maggiore e quello dedicato al santo fondatore. I suoi capolavori romani hanno influenzato a lungo lo stile della decorazione interna delle chiese del tardo barocco nell'Europa cattolica.
Appena prima dei lavori in Sant'Ignazio realizzò gli affreschi nella chiesa del Gesù a [[Frascati]], adoperando la tecnica, già sperimentata, della finzione pittorica, con la realizzazione di una finta cupola e di finti altari e finte pale sugli stessi. Nel [[1694]] gli venne affidato il compito di affrescare il refettorio del convento del S. Cuore alla [[Trinità dei Monti]]: il soggetto centrale sarà la Gloria della Trinità con i Ss. Francesco, Paolo e Francesco di Sales.
 
Nel periodo romano ebbe forti contatti con la famiglia Acquaviva d'Aragona, duchi d'Atri, i quali sia per la vicinanza all'ordine Gesuita, sia per volontà del cardinale Francesco gli assegnarono il compito di affrescare il soffitto della chiesa di San Giovanni Battista di Atri. L'affresco, tutt'ora visibile, sembrerebbe un originale dipinto del Maestro Pozzo, il quale avrebbe lavorato alla realizzazione dell'affresco con alcuni allievi tra il 1692 ed il 1702.
 
Gli anni romani lo vedono impegnato anche a raccogliere il frutto dei suoi lunghi ed elaborati studi prospettici, che lo annoverano anche tra i migliori architetti del suo tempo. Famoso è il suo trattato ''Perspectiva pictorum et architectorum'', scritto tra il [[1693]] e il [[1698]] e pubblicato in due volumi. Una versione italiana, ''Prospettiva de' pittori a architetti'' (Roma 1693, [[1700]]) fu tradotta e pubblicata a [[Londra]] ([[1707]]) ed [[Augusta (Germania)|Augusta]] ([[1708]], [[1711]]). In questo trattato ha presentato le istruzioni per dipingere prospettive architettoniche e insiemi di regola. Nello stesso trattato, dedicato a [[Leopoldo I d'Asburgo|Leopoldo I]] d'Austria e corredato da 220 tavole incise dal [[Marcantonio Franceschini|Franceschini]], si trovano anche due progetti per la facciata della [[basilica di San Giovanni in Laterano]]. Il lavoro fu uno dei primi manuali sulla prospettiva per artisti e architetti e uscì in molte edizioni, anche nel XIX secolo; è stato tradotto dagli originali latino e dall'italiano in numerose lingue, quali francese, tedesco, inglese e, grazie ai Gesuiti, cinese.