Giuseppe Piermarini: differenze tra le versioni

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La villa Reale di Monza conobbe infatti un brillante successo, e i contemporanei di Piermarini confrontandola con gli esempi seicenteschi vi riconobbero una notevole modernità. Piermarini, non a caso, eseguì numerose altre ville: speciale menzione meritano la villa Cusani a Desio (oggi [[villa Tittoni]]), la [[Villa d'Adda-Borromeo|villa D'Adda a Cassano d'Adda]], la villa Prinetti ora Amman, e, a Cremnago, la villa Perego (1782).<ref name=tr/>
 
==== [[Palazzo Litta|Palazzo]] Belgioioso ====
In virtù del prestigio acquisito con la direzione della fabbrica monzese Piermarini progettò una cospicua mole di palazzi, specialmente a Milano: oltre al Palazzo Reale (del quale abbiamo già parlato) e senza ricordare quelli poi demoliti, suoi sono il [[palazzo Greppi]] (1778), i palazzi Casnedi, Mellerio, [[Palazzo Moriggia|Moriggia]]; la fronte verso il giardino del [[Palazzo Cusani (Milano)|palazzo Cusani]]; la facciata verso il giardino del palazzo Litta; il portale del palazzo di Brera (1780); il palazzo del Monte di Pietà (1782-1783). Particolarmente famoso è il [[Palazzo Belgioioso (Milano)|palazzo Belgioioso]] (1777), dove Piermarini trasfuse nell'eleganza e nel rigore della facciata la fantasia maturata a Caserta al fianco del Vanvitelli. Fu assai attivo anche in ambito urbanistico, progettando per iniziativa dell'arciduca Ferdinando i [[Giardini pubblici Indro Montanelli|giardini pubblici di Porta Venezia]] e la piazza dell'Arcivescovado, e aprendo via Santa Radegonda, asse di collegamento col Teatro alla Scala.<ref name=tr/>