Eritrea: differenze tra le versioni
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L'aspettativa di vita della popolazione eritrea è pari a 66 anni (68 per le femmine e 64 per i maschi)<ref>{{cita web|url=http://www.who.int/gho/countries/eri.pdf|titolo=World Health Organization: ''Country Health Profile - Eritrea''|lingua=en|accesso=25 febbraio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131025032925/http://www.who.int/gho/countries/eri.pdf|urlmorto=no}}</ref>.
L'Eritrea ha raggiunto significativi progressi nell'assistenza sanitaria ed è uno dei pochi paesi ad aver centrato alcuni obiettivi del programma mondiale "[[Obiettivi di sviluppo del Millennio]]", specialmente riguardo alla salute infantile.<ref name="ODI1">Romina Rodríguez Pose and Fiona Samuels 2010. {{cita testo|titolo=Progress in health in Eritrea: Cost-effective inter-sectoral interventions and a long-term perspective|url=http://www.odi.org.uk/resources/details.asp?id=5179&title=progress-health-eritrea-cost-effective-inter-sectoral-interventions-long-term-
A causa del relativo isolamento dell'Eritrea, l'informazione e le risorse sono molto scarse e secondo l'[[Organizzazione mondiale della sanità|OMS]] l'aspettativa di vita media nel 2008 era di quasi 63 anni. L'[[Sistema immunitario|immunizzazione]] e la nutrizione infantile sono state affrontate grazie ad un lavoro congiunto con le scuole in un approccio multi-settoriale; il numero di bambini vaccinati contro il [[morbillo]] è raddoppiato in sette anni, passando dal 40,7% al 78,5% e la [[Prevalenza (medicina)|prevalenza]] della [[denutrizione]] tra i bambini diminuì del 12% nel periodo 1995–2002 (la percentuale di grave denutrizione infantile diminuì del 28%).<ref name=ODI1/>
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La bilancia commerciale è passiva. L'Eritrea esporta modesti quantitativi di prodotti locali, mentre deve importare combustibili, macchinari, manufatti, alimenti. L'Italia è in questo senso il secondo partner commerciale dopo l'[[Arabia Saudita]]. Porti principali sono [[Massaua]] e [[Assab]].
La situazione economica del paese è in lenta ripresa, soprattutto a causa delle distruzioni patite durante il conflitto con l'[[Etiopia]], e della occupazione che perdura da parte dell'Etiopia
L'agricoltura, negli altopiani, e la pastorizia lungo la costa e nelle pianure del paese, restano per la maggioranza della popolazione del paese le
Importanti giacimenti di potassio, oro, ferro e petrolio e altri minerali sono in corso di sfruttamento intensivo da parte di compagnie estere specializzate.
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Degli 11.760 milioni di ettari di superficie territoriale, la quasi totalità ricade nel [[Sahel]]. Del totale, 690.000 ettari sono coltivabili e 417.000 sono coltivati<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Bereke OgbaMichael|titolo= Agronomy in Spate Irrigated Areas of Eritrea, Ministry of Agriculture of Eritrea| p= 5|url= http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140503151636/http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf}}</ref>, i [[pascoli]] occupano 6,9 milioni di ettari e le foreste coprono il 13 per cento del territorio<ref>{{Cita pubblicazione|editore=FAOSTAT (FAO) |titolo=Data base della FAO–Ressources |url=http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140626153237/http://faostat.fao.org/site/377/default.aspx#ancor}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Detalmo Pirzio Biroli|titolo= Il Sahel|editore= Sansoni Editore|città= Firenze|anno= 1988| p= 23}}</ref>.
Il settore agricolo contribuisce per il 14,5% alla formazione del [[Prodotto interno lordo]] (PIL). Inoltre, esso fornisce occupazione al 72,6% della popolazione attiva del paese. L'agricoltura è di sussistenza, dominata da aziende contadine. Il grosso della produzione si ottiene sugli altopiani, che beneficiano di migliori condizioni agro-climatiche. Qui, la grande maggioranza delle famiglie coltivatrici coltiva un ettaro o meno, facendo spesso ricorso al traino animale (che riguarda oltre il 20 per cento del bestiame bovino). Sono attive anche aziende meccanizzate di grandi dimensioni dedite alla coltivazione di sorgo e sesamo in seccagno. Nel complesso, i cereali asciutti ([[sorgo]], [[Panicum miliaceum|miglio]], [[grano]] e [[mais]]) rappresentano i due terzi circa della produzione, le colture commerciali principali, anch'esse coltivate in seccagno, sono le oleifere ([[Arachide (seme)|arachide]], [[sesamo]] e [[Linum usitatissimum|lino]]) e le [[leguminose da granella]]. L'irrigazione si pratica su 21.000 ettari circa con acqua di falda o per inondazione. L'irrigazione per inondazione (''spate irrigation'') si pratica nei bassopiani orientali, lungo la costa, principalmente per la produzione di sorgo e mais<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Bereke OgbaMichael|titolo= Agronomy in Spate Irrigated Areas of Eritrea, Ministry of Agriculture of Eritrea|url= http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140503151636/http://www.eritrean-embassy.se/wp-content/uploads/AgronomyinSpateIrrigatedAreasofEritrea.pdf}}</ref>. Esistono anche piantagioni di [[banane]], di [[agrumi]] e di [[ortaggi]] ([[patate]], [[pomodori]], [[peperoni]] e [[cipolle]]) irrigate con acqua di
Fortemente integrato nella produzione agricola, l'allevamento ha un ruolo significativo nell'economia eritrea ed è essenziale per la sicurezza alimentare della popolazione rurale, che costituisce i quattro quinti della popolazione. Circa la metà del bestiame del paese si trova nei bassopiani occidentali, nelle province di Gash Setit e Bark, che sono le più importanti aree di allevamento<ref name="fao.org"/>. L'allevamento, praticato secondo sistemi pastorali e agropastorali a seconda delle zone agro-ecologiche, riguarda principalmente i piccoli ruminanti (4,1 milioni di capi nel 2012), i [[bovini]] (2,1 milioni), i [[cammelli]] (360.000 capi) e il pollame (1,4 milioni di capi)<ref>{{Cita pubblicazione|editore=FAOSTAT|titolo= Data Base della FAO |url=http://faostat.fao.org/DesktopDefault.aspx?PageID=567&lang=fr#ancor |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110117133354/http://faostat.fao.org/DesktopDefault.aspx?PageID=567&lang=fr#ancor}}</ref>.
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