Ya'qub ibn al-Layth al-Saffar: differenze tra le versioni

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|data di nascita = 25 ottobre [[840]]
|luogo di nascita = Karnin, nei pressi di [[Zaranj]]
|data di morte = 5{{Calcola giugno [[età3|879]]|6|5|840|10|25}}
|luogo di morte = [[Jundishapur]]
|luogo di sepoltura = tombaTomba di Ya'qub ibn al-Layth al-Saffar a [[Jundishapur]]
|dinastia = [[Saffaridi]]
|padre = Laith
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|PreData = {{arabo|يعقوب بن ﺍﻟﻠيث ﺍﻟﺼﻔﺎر}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = AfghanistanKarnin
|LuogoNascitaLink = Zaranj
|GiornoMeseNascita = 25 ottobre
|AnnoNascita = 840
|LuogoMorte = Jundishapur
|GiornoMeseMorte = 95 giugno
|AnnoMorte = 879
|Epoca = 800
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}}
 
D'Di origine modesta, tanto che alla sua professione di calderaio nell'est dell'[[Iran]] sembra riferirsi il suo ''[[laqab]]'' di "Ṣaffār" ({{arabo|صفار}}: "[[rame|ramaio, ottonaio]]").
 
Oscuri anche i suoi primi anni di attività da adulto, tanto che si pensa sia stato uno dei componenti delle bande di [[kharigiti]] che angariavano le popolazioni iraniche del [[Sistan|Sīstān]] (Sīgistān per gli [[Arabi]]), la cui più rilevante rivolta era da loro stata condotta sotto la guida di Ḥamza b. Ādharak (m. 828).
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Nell'871, passando per [[Balkh (città)|Balkh]], raggiunse [[Bamiyan|Bāmiyān]], che saccheggiò, dando fuoco ai templi buddisti e asportandone le statue per umiliare i seguaci di quella religione, ancora abbastanza numerosi nella regione. Marciò poi su [[Kabul]], da dove espulse gli [[Shahi (regno)|Hindu-Shahi]], che controllavano le attuali province afghane di [[Kapissa]], Kabul, [[Laghmān]] e, senza dubbio, di [[Nangarhār]] e dell'antica [[Aracosia]] ([[Kandahar]]).
 
AllaYa'qub suasoffrì mortedi nell'[[879Colica|coliche]], e rifiutò le cure quando gli fu consigliato di farle. Di conseguenza morì nell'879. Yaʿqūb b. al-Layth s'era impadronito del [[Khorasan]], mettendo in tal modo fine alla dinastia regionale dei [[Tahiridi]], conquistando inoltre qualche parte dell'[[India]] settentrionale e dell'ovest iranico, puntando anche verso [[Baghdad]], costringendo l'"uomo forte" [[al-Muwaffaq]] - fratello del [[califfo]] [[abbaside]] [[Al-Mu'tamid (Abbaside di Samarra)|al-Muʿtamid]] - a mobilitare le truppe califfali, distogliendole dal fronte del Sawad [[Iraq|iracheno]], dove era in corso la pericolosa e tutt'altro che effimera rivolta servile dei [[Zanj]].
 
Suo fratello [[Amr I (Saffaridi)|ʿAmr b. al-Layth]] gli succedette ma l'impero saffaride non durò troppo a lungo, visto che alcuni principati riuscirono a recuperare la loro autonomia, prima di essere nuovamente assoggettati al nascente impero dei [[Ghaznavidi]].