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Elemento caratteristico della cultura religiosa post-tridentina fu l'affermazione definitiva dell'assolutismo papale e la morte del conciliarismo. I pontefici della seconda metà del XVI secolo si impegnarono, infatti, a sottolineare il decreto conciliare tridentino che ribadiva il carattere divino della [[diocesi di Roma|sede episcopale romana]], limitando così fortemente eventuali spinte autonomiste delle sedi episcopali cattoliche suffraganee<ref name=":7">{{Cita libro|autore = G. Filoramo - D. Menozzi|titolo = L'Età Moderna|p = 183}}</ref>. Grazie anche alla trattatistica del teologo gesuita (e poi cardinale) [[Roberto Bellarmino]]<ref>R. Bellarmino, ''De Summo Pontifice'', in ''Opera Omnia'', Vol.I, Giuseppe Giuliano Editore, Napoli 1836.</ref>, si giunse ad un'esaltazione personale del Romano Pontefice quale ''Vicarius Dei ''e cuore della Chiesa stessa:
 
{{Citazione|L'esaltazione dei pontefici, della loro azione e delle loro realizzazioni, divenne una costante; i panegirici si modellavano su quelli scritti in onore degli imperatori: ma l'esaltazione della persona in realtà rimandava all'esaltazione della chiesa stessa.|{{cita libro|titolo=Storia del Cristianesimo. L'età moderna|curatore=G.Filoramo – D. Menozzi|volume=3|dataanno=12 aprile 2002|p= 183|editore=Laterza|edizione= 4ª ed.}}}}Il ''clou'' del periodo in cui si consolidò questa dimensione curiale, accentratrice ed assolutista si può tratteggiare dal pontificato di Paolo III (1534-1549) fino a quello di [[papa Gregorio XV|Gregorio XV]] (1621-1623)<ref name=":7" />, durante i quali pontefici autoritari ed assolutisti quali Pio V e Sisto V incarnarono lo spirito di rinnovamento diffusosi nella coscienza cattolica post-tridentina. Dal pontificato di [[papa Urbano VIII|Urbano VIII]] (1623-1644) fino a quello di [[papa Clemente XII|Clemente XII]] (1730-1740), cioè quel ''lungo Seicento delle Chiese cristiane'', si assistette alla fine del sogno di restaurazione cattolica dell'Europa (con la fine della guerra dei trent'anni, 1648) e all'assestamento della mentalità controriformista e delle strutture curiali romane, fino alla comparsa dell'Illuminismo che fu il primo, serio movimento culturale capace di mettere in crisi l'impianto socio-religioso uscito fuori da Trento<ref>{{Cita libro|autore = Potestà-Vian|titolo = Storia del Cristianesimo|anno = |editore = |città = |pp = 346-358}}</ref><ref>[[papa Benedetto XIV|Benedetto XIV]] (1740-1758) fu il primo pontefice, infatti, a confrontarsi con il movimento illuminista. Se in un primo momento fu aperto alle istanze riformiste, nella seconda metà del suo pontificato (1750-1758) si assistette ad un irrigidimento dottrinale che continuerà sotto i suoi successori fino allo scoppio della [[Rivoluzione francese]] (1789).</ref>.
[[File:El Greco 050.jpg|thumb|[[El Greco]], ''Ritratto di Pio V'', olio su tela, data ignota, Collezione privata, Parigi.]]
Pio V fu uno dei più energici ed attivi pontefici dell'immediato periodo post-tridentino, incarnandone appieno lo spirito di riaffermazione del prestigio romano.