Uomo di grande carità, tenne la sua porta sempre aperta, prodigandosi senza tregua per il bene dei cittadini affidati alle sue cure. Ad esempio, Sant'Ambrogio non esitò a spezzare i Vasi Sacri e ad usare il ricavo dalla vendita per il riscatto di prigionieri.<ref>[[Giacomo Biffi]], Relazione al [[Meeting per l'amicizia fra i popoli|Meeting di Rimini]], 29-08-1997</ref><ref>C. Pasini, ''I Padri della Chiesa. Il cristianesimo dalle origini e i primi sviluppi della fede a Milano'', op. cit., pp. 169-170</ref> Di fronte alle critiche mosse dagli [[Arianesimo|ariani]] per il suo gesto, egli rispose che «è molto meglio per il Signore salvare delle anime che dell'oro. Egli infatti mandò gli apostoli senza oro e senza oro fondò le Chiese. [...] I [[Sacramento|sacramenti]] non richiedono oro, né acquisisce valore per via dell'oro ciò che non si compra con l'oro» (''De officiis'', II, 28, 136-138)
La sua sapienza nella predicazione e il suo prestigio furono determinanti per la conversione<ref>{{Cita web|url=https://www.monasteriimperialipavia.it/pavia-e-leuropa/|titolo=Pavia e l'Europa}}</ref> nel 386 al [[cristianesimo]] di [[Agostino d'Ippona|Santsant'Agostino]], di fede [[manicheismo|manichea]], che era venuto a Milano per insegnare retorica.
Secondo la testimonianza della '' Vita di Ambrogio'' di [[Paolino di Milano|Paolino]] e delle ''[[Confessioni (Agostino)|Confessioni]]'' di sant'Agostino, nel gennaio 386 l'imperatrice [[Giustina (imperatrice)|Giustina]], madre di [[Valentiniano II]], fece promulgare una legge che autorizzava il culto [[semiarianesimo|semiariano]] e prevedeva la morte idei suoi oppositori; il 27 marzo di quello stesso anno prese d’assedio la [[Chiesa di San Vittore al Corpo|basilica porzianaportiana]] e poi la [[Basilica maior|basilica nova]]. Ambrogio e i suoi fedeli, dizarmatidisarmati, si opposero ai soldati affollando le chiese contestate e vegliando in preghiera giorno e notte. In quei giorni della [[settimana santa]] dell’anno 386 i fedeli asserragliati in basilica intonarono [[Inno (liturgia)|inni]] e [[salmi]], dai quali furono sostenuti nella lotta non violenta che stavano conducendo, finché il 2 aprile ([[giovedì santo]]) l’autorità imperiale fu costretta a cedere.<ref>{{Cita libro|autore=Agostino d'Ippona|wkautore=Agostino d'Ippona|titolo=Confessioni|url=https://www.augustinus.it/italiano/confessioni/index.htm|posizione=Cap. 9, par. 7. 15|citazione=Non da molto tempo la Chiesa milanese aveva introdotto questa pratica consolante e incoraggiante, di cantare affratellati, all'unisono delle voci e dei cuori, con grande fervore. Era passato un anno esatto, o non molto più, da quando Giustina, madre del giovane imperatore Valentiniano, aveva cominciato a perseguitare il tuo campione Ambrogio, istigata dall'eresia in cui l'avevano sedotta gli ariani. Vigilava la folla dei fedeli ogni notte in chiesa, pronta a morire con il suo vescovo, il tuo servo. Là mia madre, ancella tua, che per il suo zelo era in prima fila nelle veglie, viveva di preghiere. Noi stessi, sebbene freddi ancora del calore del tuo spirito, ci sentivamo tuttavia eccitati dall'ansia attonita della città. Fu allora, che s'incominciò a cantare inni e salmi secondo l'uso delle regioni orientali, per evitare che il popolo deperisse nella noia e nella mestizia, innovazione che fu conservata da allora a tutt'oggi e imitata da molti, anzi ormai da quasi tutti i greggi dei tuoi fedeli nelle altre parti dell'orbe.}}</ref> QuestoFra episodioi segnòfedeli l'iniziopresenti dellaa tradizionesostegno innologicadi occidentale. Fra i presentiAmbrogio vi era anche [[santa Monica]], madre di sant'Agostino.<ref>L’imperatrice Giustina, madre di Valentiniano II, fin dal 378 aveva cercato di sottrarre alla Chiesa di Milano una delle tre basiliche della città per consegnarla agli ariani. Falliti i primi tentativi, passò alle maniere forti: nel 385 tentò di sequestrare una chiesa, ma incontrò subito la resistenza di Ambrogio e dei suoi fedeli.</ref><ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Sabrina Antonella Robbe|url=https://www.laporzione.it/2012/04/22/tdp-70/|titolo=Ammaliati dal canto degli inni|sito=La Porzione|data=2012-04-22|accesso=2025-01-07}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.rivistazetesis.it/Ambrogio.htm|titolo=Ambrogio e la Milano del suo tempo: aspetti archeologici e artistici|sito=www.rivistazetesis.it|accesso=2025-01-07}}</ref> Questo episodio segnò l'inizio della tradizione innologica occidentale. Ambrogio fu autore di diversi inni per la preghiera, compiendo fondamentali riforme nel culto e nel canto sacro, che per primo introdusse nella liturgia cristiana, e ancor oggi a Milano vi è una scuola che tramanda nei millenni questo antico canto.
L’imperatrice Giustina, madre di Valentiniano II, fin dal 378 aveva cercato di sottrarre alla Chiesa di Milano una delle tre basiliche della città per consegnarla agli ariani. Falliti i primi tentativi, passò alle maniere forti: nel 385 tentò di sequestrare una chiesa, ma incontrò subito la resistenza di Ambrogio e dei suoi fedeli. </ref><ref>{{Cita web|lingua=it-IT|autore=Sabrina Antonella Robbe|url=https://www.laporzione.it/2012/04/22/tdp-70/|titolo=Ammaliati dal canto degli inni|sito=La Porzione|data=2012-04-22|accesso=2025-01-07}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.rivistazetesis.it/Ambrogio.htm|titolo=Ambrogio e la Milano del suo tempo: aspetti archeologici e artistici|sito=www.rivistazetesis.it|accesso=2025-01-07}}</ref>
Ambrogio fece costruire varie [[Basiliche paleocristiane di Milano|basiliche]], di cui quattro ai lati della città, quasi a formare un quadrato protettivo, probabilmente pensando alla forma di una croce. Esse corrispondono alle attuali [[Basilica di San Nazaro in Brolo|basilica di San Nazaro]] (sul [[decumano]], presso la Porta Romana, allora era la ''Basilica Apostolorum''), alla [[basilica di San Simpliciano]], detta ''Basilica Virginum'', ossia basilica delle vergini (sulla parte opposta), alla [[basilica di Sant'Ambrogio]] (collocata a sud-ovest, era chiamata originariamente ''Basilica Martyrum'' in quanto ospitava i corpi dei santi martiri [[Gervasio e Protasio]] rinvenuti da Ambrogio stesso; accoglie oggi le spoglie del santo) e alla [[basilica di San Dionigi]] (''Basilica Prophetarum'').
Il ritrovamento dei corpi dei santi martiri [[Gervasio e Protasio]] è narrato dallo stesso Ambrogio, che ne attribuisce il merito ad un presagio, per il quale egli fece scavare la terra davanti ai cancelli della basilica (oggi distrutta) dei santi [[Nabore e Felice]]. Al ritrovamento dei corpi seguì la loro traslazione (secondo un rito importato dalla Chiesa orientale) nella ''Basilica Martyrum''; durante la traslazione, si racconta (è lo stesso Ambrogio a riportarlo) che un cieco di nome Severo riacquistò la vista. Il ritrovamento del corpo dei martiri da parte del vescovo di Milano diede grande contributo alla causa dei cattolici nei confronti degli [[Arianesimo|ariani]], che costituivano a Milano un gruppo nutrito e attivo, e negavano la validità dell'operato di Ambrogio, di fede cattolica.
Ambrogio fu autore di diversi inni per la preghiera, compiendo fondamentali riforme nel culto e nel canto sacro, che per primo introdusse nella liturgia cristiana, e ancor oggi a Milano vi è una scuola che tramanda nei millenni questo antico canto.
==== Politica ecclesiastica ====
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