Bitonto: differenze tra le versioni

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{{Vedi anche|Storia di Bitonto|Monetazione di Butuntum|Battaglia di Bitonto}}
=== Origini ===
Secondo la tradizione, Bitonto sarebbe stata fondata dal re [[illiri]]co Botone, dal quale deriverebbe il nome. Secondo il mito Botone approdò sulle coste pugliesi insieme a suo figlio Biti e ad altri naufraghi illirici e, guidati dalla dea Minerva raggiunsero la scarpata che domina il tiflis dove costruirono un tempio dedicato alla loro dea protettrice e si stabilirono dopo aver ricevuto in dono da Minerva l'ulivo. <ref>{{cita|Moretti, Robles|p. 347|Moretti, Robles, 2003}}.</ref>. La presenza umana nel territorio risale all'epoca [[Neolitico|neolitica]], testimoniata da insediamenti in grotte e da ''[[menhir]]''<ref>{{cita|Touring club italiano|p. 14|Touring club italiano, 1978}}.</ref>. Una necropoli dell'[[età del ferro]] era situata presso un'ansa del torrente Tiflis, nella [[lama (corso d'acqua)|lama]]. Ciò fa presumere che la città fosse sede di una grande comunità che attirava la popolazione sparsa nelle campagne<ref>{{cita|Riccardi, Depalo|p. 45|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>.
[[File:Æ Obol Butuntum 590036.jpg|thumb|Moneta di III secolo a.C. di conio bitontino]]
La città fu un importante centro [[Peucezi|peuceta]]<ref>{{cita|Riccardi, Depalo|p. 21|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>, e dal VI secolo subì l'influenza delle [[magna Grecia|città magnogreche]], in particolar modo di Taranto<ref name=Riccardi>{{cita|Riccardi, Depalo|p. 19|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>. Dal [[III secolo a.C.]], quando la lega peuceta si sciolse, si dotò di una [[Monetazione di Butuntum|propria zecca]]<ref>{{cita|Riccardi, Depalo|p. 25|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>, come dimostrano le stesse monete, rinvenute nel centro storico, che riportano l'immagine di una civetta con un ramo di olivo, altre una [[conchiglia]], altre un [[granchio]], altre ancora la testa di [[Atena]]. Il retro di queste monete riporta la legenda in [[Alfabeto greco|caratteri greci]] "<small>BYTON TINΩN</small>" accompagnata in alcune dall'effigie dell'eroe tarantino [[Falanto]], in altre da una spiga di grano, in altre ancora da un fulmine<ref>{{cita|Riccardi, Depalo|pp. 35-36|Riccardi, Depalo, 2003}}.</ref>. Un'altra necropoli, risalente al [[IV secolo a.C.|IV]]-III secolo a.C., è stata inoltre rinvenuta nell'attuale centro urbano.