Centrale a biomasse: differenze tra le versioni

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[[File:Biomasseheizwerk 300 kW.jpg|thumb|Impianto a [[Pellet (combustibile)|pellet]] da 300 kW in [[Bassa Austria]].]]
 
Da un punto di vista storico, prima dell'uso delle energie fossili in quantità significative, è stata la biomassa, in forma di [[legna da ardere]], che ha fornito all'[[Storia dell'uomo|umanità]] buona parte dell'energia necessaria al proprio sostentamento. Solo quando l'[[Homo sapiens|umanità]] ha scoperto la comodità d'uso del carbone e di altre fonti fossili, queste hanno potuto dare un contributo fondamentale all'evoluzione e allo [[storia dell'uomo|sviluppo umano]], relegando l'energia dada4edr biomasse a un ruolo più marginale. Questa situazione ha fatto sì che, nel primo decennio del [[XXI secolo]], i combustibili fossili hanno il compito di assicurare una quota pari circa l'85% di [[Consumo di energia nel mondo|tutta l'energia utilizzata sul pianeta Terra]].
 
L'interesse per l'energia da biomasse è stato risvegliato dai problemi di [[sostenibilità ambientale]] ed economica legati alla quantità dei giacimenti di [[combustibili fossili]] disponibili (come [[giacimenti di petrolio]], [[giacimenti di idrocarburi|di altri idrocarburi]], [[giacimenti di carbone|di carbone]]) e dai problemi di instabilità [[geopolitica]] derivanti dalla loro disomogenea distribuzione sul pianeta.
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Sono quindi esigenze legate alla [[sostenibilità ambientale]] dei [[Fabbisogno energetico (elettrico)|fabbisogni energetici]] nazionali a far sì che la produzione di [[energia elettrica]] da centrali a biomasse sia in aumento in molte realtà economiche: in Italia (dati disponibili al 2006) ammonta a circa 2500 [[megawatt]]<ref name="A. Bartolazzi, 20"/> (erano 1200 MW di [[energia elettrica]] nel 2002, secondo dati [[Agenzia internazionale dell'energia|AIEA]]<ref name="A. Bartolazzi, 16"/>, mentre una precedente stima dello stesso organismo internazionale, riferita al [[1995]], ne aveva valutato l'apporto energetico in un miliardo di [[tonnellata equivalente di petrolio]]<ref name="Enc. It."/>), prodotti prevalentemente dalla combustione del legno, dei rifiuti e del [[biogas]]<ref name="A. Bartolazzi, 20">Andrea Bartolazzi (a cura di), ''Le energie rinnovabili'', 2006, p. 20</ref>. In altre nazioni, come [[Germania]], [[Austria]], [[Danimarca]], [[Spagna]], lo sfruttamento delle centrali a biomasse è molto più intenso, anche per effetto di legislazioni più favorevoli a questa forma di produzione.
 
Il ritardo dell'[[Italia]] rispetto alla [[Energia rinnovabile nell'Unione europea|situazione di altri paesi europei]] si deve anche al fatto che l'installazione di centrali a biomasse deve fronteggiare un peculiare [[atteggiamento]] dell'[[opinione pubblica]], che, a differenza di quanto avviene in altre regioni d'Europa, manifesta una crescente e diffusa ostilità all'utilizzo di fonti rinnovabili di energia, con il proliferare di comitati civici che si mobilitano in opposizione e a ogni di installazione di centrali eoliche, solari, a biomasse<ref name="M. Reho, pag. 203"/>. Risulta difficile, per le [[amministrazione locale|amministrazioni locali]] cui è affidata la scelta, elaborare una [[Analisi costi-benefici|valutazione in cui i vantaggi-benefici e gli svantaggi-costi]] trascendono la dimensione locale e investono la "comunità nella sua interezza"<ref name="M. Reho, pag. 203">Matelda Reho (a cura di), ''Agroenergia. Attori, strategie e contesti locali'', 2009, p. 203</ref>.
 
Dati pubblicati nel 2005 dall'[[Agenzia internazionale dell'energia]], relativi alla [[Consumo di energia nel mondo|situazione dei consumi mondiali nel 2002]], danno ad esempio una produzione più che tripla, rispetto a quella italiana nello stesso periodo (1200 MW), in paesi come la [[Germania]] (3800 MW), la [[Spagna]] (3900 MW), il [[Regno Unito]] (3900 MW)<ref name="A. Bartolazzi, 16">Andrea Bartolazzi (a cura di), ''Le energie rinnovabili'', 2006, p. 16</ref>. Altissima, sempre secondo i dati del 2002, è poi la produzione della [[Danimarca]]: il suo valore nominale, 1200 MW<ref name="A. Bartolazzi, 16"/>, seppur paragonabile a quello italiano in valore assoluto, deve essere proporzionato sulla base di una popolazione quasi dodici volte inferiore.