Requie a l'anema soja...: differenze tra le versioni
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{{Dramma
|Titoloitaliano = I morti non fanno paura
|Nome = Eduardo
|Cognome = De Filippo
|Dramma = Commedia
|PostDramma = in un atto unico
|Titolooriginale = Requie a l'anema soja...
|Linguaoriginale = [[Lingua napoletana|napoletano]]
|Immagine =
|ImmagineDimensione = (facoltativo, default: 280px)
|Didascalia =
|Genere = [[Teatro napoletano]]
|Scena =
|Epocacomposizione = [[1926]]
|Primarappresentazione = 12 gennaio [[1933]]
|Teatro = [[Teatro Kursaal]], [[Napoli]]
|Primaitaliana =
|Teatroprimaitaliana =
|Versionisuccessive = * [[teleteatro|versione teleteatrale]] trasmessa sulla [[Rai]] il 5 maggio 1956 con la regia di Vieri Bigazzi e lo stesso Eduardo, con interpreti tra gli altri [[Ugo D'Alessio]], [[Dolores Palumbo]], [[Peppino De Martino]] e [[Vittorio Sanipoli]]
|Personaggi = *Enrico, commesso viaggiatore
*Nicola, portiere
*Pietro Tuppo, operaio del gas
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}}
'''''Requie a l'anema soja...''''', è una [[commedia]] in atto unico scritta da [[Eduardo De Filippo]] nel [[1926]], poi ribattezzata '''''I morti non fanno paura''''' nel [[1952]].
Originariamente contenuta nella raccolta ''[[Cantata dei giorni dispari]]'', venne spostata nella ''[[Cantata dei giorni pari]]'' a partire dalla ottava edizione ==Storia==
L'atto unico fu rappresentato per la prima volta al [[Teatro Kursaal]] di [[Napoli]] il 12 gennaio [[1933]] dalla compagnia ''Teatro Umoristico I De Filippo'', per poi essere ripreso il 9 maggio [[1952]] al [[Teatro Eliseo]] di [[Roma]] con il nuovo titolo ''I morti non fanno paura''.
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==Trama==
Enrico, un commesso viaggiatore affittuario in casa di Amalia, rientrato a casa dopo un lungo viaggio di lavoro, nel momento in cui si reca nella sua camera per andare a dormire scopre che la stanza è stata trasformata in una camera ardente per la morte di Gennaro, marito da poco defunto di Amalia. Impressionato, confida a un medico le sue paure. Ma in realtà la vera paura, lo rassicura il dottore, deve essere quella dei vivi piuttosto che quella dei morti; infatti poco dopo Enrico, udite urla provenire dall'esterno causate dall'accoltellamento di due uomini, per la paura si barrica in casa, temendo di essere aggredito. Una volta sprangata la porta di ingresso si dirige verso la sua stanza per coricarsi e, prima di entrarvi, si scusa amichevolmente con il ritratto del defunto.
== Bibliografia ==
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