Lingua francese: differenze tra le versioni

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Sebbene per i [[Valle d'Aosta|valdostani]] non di [[madrelingua]] [[Lingua italiana|italiana]] la lingua madre sia nella maggior parte dei casi il [[dialetto valdostano]] della [[lingua francoprovenzale]], a essere riconosciuto come lingua co-ufficiale è il francese, in virtù dello status ufficiale di questa lingua in Valle d'Aosta a partire (a livello amministrativo) dal 1536, ossia tre anni prima della Francia stessa<ref>Emmanuele Bollati, ''Congregazioni dei tre stati della Valle d'Aosta'', Stamperia reale di G.B. Paravia, Torino, 1884.</ref>.
 
La [[Costituzione italiana]] protegge e sostiene le minoranze linguistiche, siano o meno esse dotate di un riconoscimento a livello ufficiale. La Valle d'Aosta, regione a statuto speciale dal 1948, riconosce il francese come lingua ufficiale a parità di dignità con l'[[Lingua italiana|italiano]]. In virtù di tali disposizioni, l'apparato amministrativo della regione è perfettamente bilingue, così come il sistema scolastico (il monte ore riservato allo studio della lingua francese è identico a quello dedicato all'italiano) e la segnaletica stradale. I toponimi valdostani sono esclusivamente in francese (tranne nei duetre comuni [[walser]]&nbsp;di [[Gressoney-Saint-Jean]] e, di [[Gressoney-La-Trinité]] e [[Issime]]), ad eccezione di [[Aosta]], il cui nome ufficiale è Aosta/Aoste.
 
Tra le peculiarità del [[francese valdostano]], a livello lessicale si segnala l'uso di alcuni termini obsoleti oppure inesistenti nella variante standard, in quanto provenienti dal [[dialetto valdostano]] o dall'italiano. Alcuni esempi sono ''syndic'' (termine in origine francese, ma oggigiorno obsoleto nel francese di Francia) per ''sindaco'' (presente ugualmente nella [[Svizzera romanda]]) e ''maison communale'' (proveniente dal ''[[patois valdostano|patois]]'') per ''municipio''. Sono presenti inoltre delle espressioni idiomatiche tipiche non in uso altrove<ref>Jean-Pierre Martin, ''Description lexicale du français parlé en Vallée d'Aoste'', éd. Musumeci, [[Quart (Italia)|Quart]], 1984.</ref>.