Engelbert Dollfuß: differenze tra le versioni
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Ben presto Dollfuß tornò ancora in Italia, il 19 agosto 1933 arrivò a [[Riccione]] ed ebbe un primo colloquio con il Duce nell'appartamento del [[Grand Hotel Riccione|Grand Hotel]] dove soggiornava. Mussolini diede al cancelliere austriaco precise direttive: introdurre nel governo elementi delle ''Heimwehren'', dare carattere dittatoriale al governo, creare un commissario straordinario per Vienna e fare [[propaganda]] su larga scala: il tutto doveva essere preceduto da un acceso discorso.
Mussolini in effetti entrò così minutamente negli affari austriaci per contrastare il progetto nazista dell{{'}}''Anschluss'', essendo allora ancora molto diffidente nei riguardi del [[movimento (sociologia)|movimento]] tedesco e del suo capo [[Adolf Hitler]]. Il 17 marzo 1934 Dollfuß tornò ancora ufficialmente a Roma ove siglò per conto dell'Austria i cosiddetti "[[Protocolli di Roma (1934)|
Con l'avvento di Hitler al [[potere]] in [[Germania]], tuttavia, la posizione di Dollfuß si era fatta sempre più difficile. Contrario all'''Anschluss'' richiesta dai nazisti tedeschi ed austriaci, non poté opporvi l'appoggio delle [[Classe sociale|classi]] popolari che si era ormai alienato: per questo il ''[[Fronte Patriottico (Austria)|Vaterländische Front]]'', il Fronte Patriottico da lui fondato nel 1933, non poté evitare il ''[[Colpo di Stato|putsch]]'' nazista che il 26 luglio 1934 giunse ad un soffio dalla conquista del potere.
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