Giovanni Gronchi: differenze tra le versioni

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Dal Parlamento la tensione politica si diffuse nelle piazze poche settimane dopo, quando i missini decisero di convocare il sesto congresso del partito a [[Genova]], città da cui era partita l'[[Resistenza italiana|insurrezione del 25 aprile]]. Ciò produsse scontri in diverse città d'Italia, in particolare, nella stessa Genova, a [[Licata]] e a [[Reggio Emilia]], dove la polizia aprì il fuoco sui manifestanti, uccidendo cinque persone<ref>{{Cita|MontanelliCervi 1989|pp. 128-140.|MontanelliCervi}}</ref>. Tambroni fu costretto a rassegnare le dimissioni e l'incarico fu poi affidato ad Amintore Fanfani, che riuscì a comporre un [[Governo Fanfani III|governo monocolore democristiano]] appoggiato dai partiti del centro democratico, con l'astensione non concordata dei socialisti e dei monarchici.
[[File:Governo Fanfani III 1960.jpg | thumb | 220x124px | right | Il Presidente Gronchi insieme al Governo Fanfani III]]
Solo dopo il Congresso nazionale, di [[Napoli]], nel [[1962]], con Fanfani al Governo e con [[Aldo Moro]] alla segreteria, la [[Democrazia Cristiana]] approvò con ampia maggioranza la linea di collaborazione con il [[Partito Socialista Italiano]], in un dibattito al quale Gronchi fu estraneo. Subito dopo, Fanfani poté formare il suo [[Governo Fanfani IV|quarto governo]], questa volta di coalizione (DC-PSDI-PRI e con l'appoggio esterno del [[Partito Socialista Italiano|PSI]]), iniziando così l'esperienza delle maggioranze di [[Centro-sinistra "organico"|centrosinistra]].
 
=== Fine del mandato presidenziale e morte ===