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=== Fonti extra-bibliche ===
Scritti non biblici con riferimento al ruolo di Mosè compaiono per la prima volta nel [[Ellenismo|periodo ellenistico]], dal [[323 a.C.]] al [[146 a.C.]] circa. Oltre agli storici giudeo-romani o giudeo-ellenistici [[Artapano d'Alessandria|Artapano]], [[Eupolemo (storico)|Eupolemo]], [[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] e [[Filone di Alessandria|Filone]], fanno riferimento a lui anche alcuni storici non ebrei tra cui [[Ecateo di Abdera]] (citato da [[Diodoro Siculo]])<ref>Diodoro Siculo, ''Biblioteca Historica''.</ref>, [[Strabone]]<ref>Strabone, ''Geografia''</ref>, [[Alessandro Poliistore]], [[Manetone]], [[Apione]], [[Cheremone di Alessandria]], [[Pompeo Trogo]]<ref>Gneo Pompeo Trogo, ''Historiae Philippicae.''</ref>, [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]<ref name=":5">Tacito, ''[[Historiae (Tacito)|Storie]]'', Libro V, 3-5</ref> e [[Porfirio]]<ref>Porfirio, ''[[Contro i cristiani]]'' </ref>. Non è nota la misura in cui questi resoconti si basino su fonti precedenti.<ref name=":4" />
Nel suo libello [[Contro Apione|''Contro Apione'']] (fine del [[I secolo]] d.C.), lo storico ebraico [[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] cita l'opera sulla [[Storia dell'antico Egitto|storia egiziana]] (''Aegyptiaca'', andata perduta) dell'astrologo e storico [[Manetone]] (vissuto nel [[Egitto tolemaico|periodo tolemaico]], IV o III secolo a.C.) in cui parla di [[Osarseph]], un sacerdote rinnegato del culto del dio [[Osiride]] che si ribattezzò Mosè e, alla testa di un esercito di [[Lebbra|lebbrosi]], prese il potere in Egitto ed instaurò una nuova [[religione]], distruggendo culti e templi locali, fino a quando il faraone Amenophis (identificato in [[Amenofi III]]) lo scacciò insieme ai suoi seguaci verso la [[Palestina]].<ref name=":13">[[Flavio Giuseppe]], ''[[Contro Apione|In difesa degli ebrei : contro Apione]]'', traduzione di Francesca Calabi, Introduzione, Note al testo, Nota bibliografica di Francesca Calabi, testo greco a fronte, Venezia, [[Marsilio Editori|Marsilio]], 1993, {{ISBN|88-317-5687-7}}.</ref> La medesima storia fu poi ripresa con alcune varianti dagli storici ellenistici anti-giudaici [[Lisimaco di Alessandria|Lisimaco]] (vissuto nel I secolo a.C.), [[Apione]] e [[Cheremone di Alessandria|Cheremone]] (entrambi del I secolo d.C.).<ref name=":13" /> Il particolare che distingue la versione di [[Lisimaco di Alessandria|Lisimaco]] è l'ambientazione della vicenda al tempo del faraone [[Boccori]] (VIII sec. a.C.), versione della storia che sarà ripresa anche dallo storico romano [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]].<ref name=":5" />
Mosè appare anche in altri testi religiosi ebraici come la [[Mishnah]] (200 d.C. circa) e il [[Midrash]] (200–1200 d.C.).
==== Mosè nella storiografia ellenistica ====
{{Vedi anche|Contro Apione}}
Nel suo libello ''[[Contro Apione]]'' scritto tra il [[93]] e il [[96]] d.C., lo storico ebraico [[Flavio Giuseppe|Giuseppe Flavio]] controbatte ad alcune tesi [[Antisemitismo|antisemite]] che ritenevano Mosè un [[Sacrilegio|sacrilego]] a capo di un'orda di [[Lebbra|lebbrosi]] scacciati dall'Egitto al tempo dei faraoni e che avrebbero dato origine al [[Ebrei|popolo ebraico]]. Il primo a riportare questa tesi fu l'astrologo e storico egizio [[Manetone]] (vissuto nel [[Egitto tolemaico|periodo tolemaico]], IV o III secolo a.C.) e fu poi ripresa con alcune varianti dagli storici ellenistici anti-giudaici [[Lisimaco di Alessandria|Lisimaco]] (vissuto nel I secolo a.C.), [[Apione]] e [[Cheremone di Alessandria|Cheremone]] (entrambi del I secolo d.C.). In particolare Manetone accomunò la figura di Mosè a quella di [[Osarseph]], figura semi-leggendaria della [[storia dell'antico Egitto]]<ref name=":12">[[Flavio Giuseppe]], ''[[Contro Apione|In difesa degli ebrei : contro Apione]]'', traduzione di Francesca Calabi, Introduzione, Note al testo, Nota bibliografica di Francesca Calabi, testo greco a fronte, Venezia, [[Marsilio Editori|Marsilio]], 1993, {{ISBN|88-317-5687-7}}.</ref>.
Secondo gli ''Aegyptiaka'' (''Storia dell'Egitto'') di Manetone (opera andata perduta e che conosciamo attraverso Giuseppe Flavio), Osarseph fu un alto sacerdote (forse Primo Profeta) del clero di [[Osiride]] della città di [[Eliopoli]] che si sarebbe costruito un potente seguito tra gli intoccabili (nome forse indicante i [[Lebbra|lebbrosi]]) e sarebbe stato esiliato, insieme ai suoi seguaci, nella città di [[Avaris]], nel [[delta del Nilo]], in seguito ad un sogno profetico del faraone Amenophis. Nella terra d'esilio avrebbe poi organizzato, alleandosi con le popolazioni [[hyksos]], una rivolta che lo avrebbe portato a conquistare lo stesso Egitto esiliando a sua volta, in [[Etiopia]], il sovrano Amenophis ed il figlio Rapsaces, di cui viene detto essere chiamato anche Sethos. Osarseph prese il nome di Mosè ed ordinò ai suoi seguaci di distruggere i [[Tempio|templi]] e le immagini delle [[Dio|divinità]] tradizionali. Dopo un regno di tredici anni caratterizzato dall'oppressione religiosa, Amenophis ed il figlio avrebbero scacciato l'usurpatore ripristinando il culto degli antichi dei.<ref name=":12">[[Flavio Giuseppe]], ''[[Contro Apione|In difesa degli ebrei : contro Apione]]'', traduzione di Francesca Calabi, Introduzione, Note al testo, Nota bibliografica di Francesca Calabi, testo greco a fronte, Venezia, [[Marsilio Editori|Marsilio]], 1993, {{ISBN|88-317-5687-7}}.</ref>
È difficoltoso un corretto inquadramento storico in quanto vi furono ben quattro sovrani, tutti appartenenti alla [[XVIII dinastia egizia]], a portare il nome di Amenhotep, forma originale del ''grecizzato'' Amenophis. Dei quattro Amenhotep quello che maggiormente potrebbe essere collegato al sovrano descritto da Manetone è [[Amenhotep III]]<ref group="Nota">Nelle liste reali di Manetone solamente [[Amenhotep I]] ed [[Amenhotep III]] sono identificati con il nome di Amenophis</ref> (1387 a.C. - 1348 a.C.), padre di [[Akhenaton]]. Secondo l'egittologo [[Eduard Meyer]], il personaggio storico che si celerebbe dietro la leggenda di Orsarseph non sarebbe il Mosè biblico ma il faraone Akhenaton e la sua volontà di imporre il [[Atonismo|culto atonista]].<ref>Eduard Meyer, ''Ägyptische Chronologie'', Verlag der Königl. Akademie der Wiss., Berlino [[1904]].</ref>
A differenza di Manetone, [[Lisimaco di Alessandria]] invece ambienta la vicenda di Mosè e dei lebbrosi al tempo del faraone [[Boccori]] (VIII sec. a.C.) e tale versione sarà ripresa dallo storico romano [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]].<ref name=":12" />
== Il Mosè biblico ==
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