Leopoldo I d'Asburgo: differenze tra le versioni
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Lo stesso imperatore definì le linee guida della politica. [[Giovanni Weikhard di Auersperg]] fu rovesciato nel [[1669]] come primo ministro. Fu seguito da [[Wenzel Eusebius von Lobkowicz]]. Entrambi avevano organizzato alcuni collegamenti con la Francia all'insaputa dell'imperatore. Nel [[1674]] anche Lobkowicz perse l'incarico.
Nel governare le proprie terre Leopoldo trovò le sue principali difficoltà in [[Ungheria]], dove i disordini furono causati in parte dal suo desiderio di schiacciare il protestantesimo e in parte dalla cosiddetta cospirazione dei magnati. Una rivolta fu soppressa nel [[1671]] e per alcuni anni l'Ungheria fu trattata con grande severità. Nel [[1681]], dopo un'altra insurrezione, furono rimosse alcune lamentele e fu adottata una politica meno repressiva, ma ciò non scoraggiò gli ungheresi dal ribellarsi nuovamente. Sposando la causa dei ribelli, il sultano inviò un enorme esercito in Austria all'inizio del [[1683]]; questo avanzò quasi incontrollato verso [[Vienna]], che fu assediata da luglio a settembre, mentre Leopoldo si rifugiò a [[Passavia|Passau]]. Rendendosi conto un po' tardi della gravità della situazione, alcuni principi tedeschi, tra cui gli [[Sovrani di Sassonia|elettori di Sassonia]] e [[Elettorato di Baviera|Baviera]], condussero i loro contingenti all'esercito imperiale, che era comandato dal cognato dell'imperatore, [[Carlo V di Lorena|Carlo, duca di Lorena]], ma il più temibile degli alleati di Leopoldo era il re di Polonia, [[Giovanni III Sobieski]], già temuto dai turchi. Le forze austriache occuparono il [[Trebišov|castello di Trebišov]] nel [[1675]]. Nel [[1692]] Leopoldo rinunciò ai suoi diritti sulla proprietà, cedendo i suoi diritti mediante donazione a [[Keglević|Theresia Keglević]]<ref>''Das Königreich Ungarn: Ein topograph.-hist.-statistisches Rundgemälde, d. Ganze dieses Landes in mehr denn 12,400 Artikeln umfassend'', Band 3,
Ha anche espulso le comunità ebraiche dal suo regno, ad esempio la comunità ebraica viennese, che viveva in un'area chiamata "Im Werd" al di là del Canale del [[Danubio]]. Dopo l'espulsione della popolazione ebraica, con il sostegno popolare, l'area fu ribattezzata ''Leopoldstadt'' come ringraziamento. Ma [[Federico Guglielmo I di Brandeburgo|Federico Guglielmo I, elettore di Brandeburgo]], emanò un editto nel [[1677]], in cui annunciava la sua protezione speciale per 50 famiglie di questi ebrei espulsi<ref name="Schumann2012" />.
[[File:Grottger-Jan III Sobieski i Leopold I pod Schwechat.jpg|thumb|upright=1.6|Leopoldo I e Giovanni III di Polonia nella [[Battaglia di Vienna]].]]
=== Successi contro i turchi e in Ungheria ===
Il 12 settembre [[1683]] l'esercito alleato si abbatté sul nemico, che fu completamente sconfitto, e [[Vienna]] fu salva. Le forze imperiali divennero rapidamente vincitrici sul campo (sul quale ebbe il battesimo del fuoco il principe [[Eugenio di Savoia]]), proseguendo di vittoria in vittoria, tra cui quelle di [[battaglia di Mohács (1687)|Mohács]] nel [[1687]], di [[battaglia di Slankamen|Slankamen]] nel [[1691]] e di [[battaglia di Zenta|Zenta]] nel [[1697]]. Nel gennaio del [[1699]] il sultano [[Mustafa II]] firmò la [[pace di Carlowitz|pace di Karlowitz]] con la quale riconobbe la sovranità degli Asburgo sull'Ungheria. Quando le forze asburgiche si ritirarono, ritirarono 37.000 famiglie serbe sotto il patriarca [[Arsenije III Čarnojević]] del Patriarcato serbo di Peć . Nel [[1690]] e nel [[1691]] l'imperatore aveva concepito attraverso una serie di editti (Privilegi) l'autonomia dei Serbi nel suo Impero, che sarebbe durata per più di due secoli fino alla sua abolizione nel [[1912]]. Prima della conclusione della guerra, ad ogni modo, Leopoldo aveva preso misure per rafforzare le proprie armate. Nel [[1687]], il Parlamento ungherese, a [[Bratislava]] (a quel tempo chiamata [[Presburgo]]) cambiò la costituzione, ammettendo il diritto di successione per gli Asburgo ed in particolare per il figlio maggiore dell'Imperatore, l'Arciduca [[Giuseppe I d'Asburgo|Giuseppe]] che venne incoronato re ereditario d'Ungheria.
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